Tempo di presentazioni per il Napoli. Mentre la squadra è impegnata in campo con i primi allenamenti, stamane c’è stata la presentazione della prima (e speriamo che sia veramente la prima) maglia. Azzurra logicamente, con inserti bianchi. Il passaggio da Macron a Kappa non ha portato a maglie particolarmente innovative, ma, per fortuna, nemmeno a divise lontane dalla tradizione del Napoli.
Dopo un biennio passato tra camouflage e jeans, con la gialla “scaramantica” che per lungo tempo soppiantò l’azzurra al San Paolo nel primo anno di Benitez, tanta era l’attesa nel vedere quale sarebbe stata la nuova “seconda pelle” dei calciatori azzurri. Un lavoro da parte di Kappa che però ha già spaccato i tifosi. Il front dei numeri è forse l’unica cosa che mette tutti d’accordo in positivo. Per il resto c’è chi l’apprezza e chi invece la ritiene estremamente simile ai passati template della Kappa, azienda spesso e volentieri accusata, forse un po’ eccessivamente, di utilizzare sempre gli stessi modelli a partire dalla piccole varianti del celebre Kombat dell’Italia nel 2002.
Pomo della discordia l’ampio colletto bianco a forma di V. Molti ravvisano proprio nel colletto (principale differenza con i lavori dello scorso anno di Macron) una grande similitudine con la divisa della Roma di qualche anno fa. Ma non solo. Forse non sarà stato fatto con intenzione, ma il colletto, oltre ad essere simile (per non dire uguale) a quello della Roma, richiama in modo anche piuttosto chiaro la primissima maglia azzurra, quella dell’Associazione Calcio Napoli del 1926-27, anno del primo campionato nazionale a cui il Napoli, fresco di fusione tra le varie compagini cittadine, partecipò.
Certo, non fu un campionato da ricordare. L’’inesperta formazione napoletana andò in contro a vere e proprie disfatte contro i ricchi sodalizi del Nord (dove il professionismo già era una solida realtà). Tanto che a fine anno, con quella autoironia tipicamente partenopea, fu cambiato anche il simbolo. Da cavallino rampante, simbolo del Regno di Napoli (e attualmente della Provincia), a ciuccio. Fortuna che l’azzurro Napoli rimase. E per molto tempo.
Ripercorrere la storia della maglia del Napoli significa essenzialmente ripercorrere il come e il perché l’azzurro è diventato un colore iconico per una città intera. Se parli del Napoli e soprattutto di Napoli città l’associazione mentale con l’azzurro è immediata. Eppure nei colori cittadini d’azzurro non c’è traccia. Lo stemma e la bandiera di Napoli sono rosso e gialli (ereditati dal periodo aragonese, vedasi infatti le grandi somiglianze con la bandiera spagnola e quella catalana). Ma l’azzurro si è via via imposto, prima come colore della squadra e poi della città.
Come nasce la maglia azzurra? A dire il vero ci sono diverse correnti di pensiero, a volte anche un po’ strumentalizzate. Per alcuni era semplicemente il colore che accomunava le varie squadre cittadine (Naples, Internapoli, ecc…) che confluirono nel progetto dell’Associazione Calcio Napoli di Ascarelli. Spiegazione, sinceramente, poco “romantica” per un pubblico come quello napoletano. Per altri invece era un omaggio alla dinastia dei Borbone, il che si collegherebbe anche con la scelta del cavallino rampante come simbolo societario. Altri ancora, infine, reputano la scelta dettata dall’unione del mare e del cielo nel golfo di Napoli.
Fatto sta che l’azzurro non abbandonerà mai il Napoli. Salvo brevissimi periodi. Nel 64/65 il presidente Fiore varò un’insolita maglia bianca con striscia diagonale blu. Idea, fortunatamente, presto abbandonata. Per un bel po’ di tempo sarà solo azzurro, con il bianco e il rosso (o in alternativa, sempre per richiamare lo stemma della città, il giallo) che si imponevano come colori da trasferta. Fino al 2002/03. La maglia di quella stagione fu un alquanto discutibile richiamo alla maglia dell’Argentina. Critiche dei tifosi e, scaramanticamente, ritorno al tradizionale azzurro nelle ultime partite di campionato.
Tutto questo fino al marketing esasperato degli ultimi anni. Alle camouflage e alle jeans che arrivano a soppiantare il tradizionale azzurro al San Paolo. In attesa di conoscere gli altri due kit di Kappa i tifosi azzurri hanno comunque già le idea chiare. Bella o brutta, la maglia azzurra, è quella con cui vogliamo vedere i calciatori giocare al San Paolo!
Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio
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