«Abbiamo sponsor importanti alle porte, il nostro progetto è stato capito e apprezzato perché siamo entrati nel tessuto connettivo della città. Ma in prospettiva, per ciò che ho in mente, ovvero una polisportiva vincente con il basket a fare da traino, ci servirà un grande palcoscenico. La Napoli dei canestri deve tornare in Europa e può farlo solo in un recuperato Palargento. Intanto faremo tre feste, una a scopo sociale al Palabarbuto, una privata e una terza che vorrei organizzare nei Quartieri Spagnoli portando in quelle strade la squadra, i dirigenti e anche la tifoseria. Là dove pulsa il cuore vero della città. Perché noi vogliamo essere espressione di una Napoli popolare».
Così il presidente del Cuore Napoli Basket Antonio Ruggiero sulle pagine de Il Mattino:
«Siamo rientrati alle 6,30 del mattino ma io alle 9,30 ero alla mia scrivania. Non sono tipo da crogiolarsi sugli allori. Sto già pensando alle conferme, ai giocatori da prendere, agli americani che dovremo ingaggiare. Ho una riunione imminente con il coach Ponticiello e già ci metteremo al lavoro per la prossima stagione. Ovviamente lui è confermatissimo, così come il mio fratellone Njegos Visnjic e il capitano Maggio, che è la nostra bandiera partenopea. Vogliamo anche tenere a tutti i costi Nikolic, spero non solo per un’altra stagione. E parleremo con Capo d’Orlando per capire che margini ci sono. Ovvio che poi qualche cambiamento e qualche integrazione dovrà esserci per forza, pur ringraziando per la vita i protagonisti di questo successo».
La pianificazione economica? In A2 ci vogliono 4-500mila euro per una squadra che faccia una discreta figura.
«Sono ottimista su questo fronte. Tutti coloro che ci hanno dato una mano finora hanno promesso di restare al nostro fianco e abbiamo contatti molto importanti con grossi marchi che si sono avvicinati. Evidentemente il nostro progetto che vuol coinvolgere l’intera città, con iniziative sociali e popolari, piace molto».
Il sindaco de Magistris ha fatto i complimenti, l’assessore Borriello è molto vicino alla squadra. Ma l’atavico problema impianti sarà risolto? C’è un’idea Palargento oppure ci si adeguerà per sempre al Palabarbuto?
«Il Palabarbuto per il momento è la nostra casa e lo sarà nei prossimi anni. Ma per ciò che ho in mente, ovvero una crescita graduale che ci possa portare entro 10 anni stabilmente nell’élite del basket italiano e europeo, occorrerà un grande impianto adeguato alla città. L’idea è anche di stabilire una connessione con la Nba, per portare qui le loro star per un’esibizione o una partita della stagione regolare e creare un collegamento stabile con il basket d’oltreoceano. È troppo? Io sono un sognatore. Ma poi i sogni li faccio avverare».
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