Certi amori prima o poi finiscono, Maurizio Sarri lo ha percepito. E allora, si legge sul Corriere della sera, applaudito dai 50 mila del San Paolo, ha lasciato il campo al termine di Napoli-Torino salutando con le braccia alzate i tifosi per i quali è diventato una divinità. Mentre, imperterriti, continuavano i cori di contestazione a De Laurentiis. Il risultato della gara (2-2) diventa un dettaglio, nonostante abbia definitivamente consegnato lo scudetto alla Juventus. Al termine è festa per tutti. E Sarri fa fatica a tenere a freno l’emozione: «Questa è una città unica, inciderà sulla mia scelta di restare o andar via. Meglio lasciarsi sul più bello che dirsi addio quando ci sono le difficoltà. Già una volta, lo scorso anno, sono rimasto qui per amore dei napoletani, era la notte di Champions a Madrid». Se non è un congedo poco ci manca e il riferimento alla sconfitta contro il Real non è casuale. Fu quella, infatti, la notte del primo acceso diverbio con il presidente De Laurentiis, che gli imputò la mancata rotazione dei giocatori. Esattamente la stessa critica che gli ha mosso alla vigilia di Napoli-Torino.
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