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C’era una volta l’asse Napoli-Udinese. Intrecci di mercato cancellati dalla “rivoluzione spagnola”

Napoli-Udinese, storie di mercato. Tanti colpi, cambi di maglia da una sponda all’altra. Tanti anche coloro che per poco non hanno compiuto questo salto. Dal freddo Friuli alla calorosa Napoli. Dalla bottega Pozzo, un paio d’anni ad alti livelli e poi via, per ingrossare il bilancio friulano, al progetto Napoli. Nel mezzo due proprietari, Pozzo e De Laurentiis, diversi seppur simili, che si guardano, si ammirano e, almeno in passato, hanno concluso grandi affari. Forse troppo osannato mediaticamente il friulano, un po’ incompreso il partenopeo. Ma entrambi hanno certamente il merito di aver portato, seppur in modi e tempi diversi, due realtà opposte, come Napoli e Udinese, ai battagliare con le ricche proprietà dell’asse Milano-Torino.

Napoli- Udinese è però soprattutto mercato. L’ultimo in ordine di tempo e Pablo Armero. Voluto a gennaio per puntellare quella rosa che, in teoria, era ancora in lotta per lo Scudetto. Venuto per fare l’esterno, il colombiano si è ben presto dovuto adattare alla nuova filosofia di gioco di Benitez, andando a ricoprire il ruolo di terzino. Con tutte le difficoltà del caso. Chi al contrario sembra essere rinfrancato dal gioco di Benitez è invece Gokhan Inler. Per lungo tempo, prima dell’arrivo di Higuain, è stato l’acquisto più costoso dell’era De Laurentiis. Un investimento che, con Mazzarri, sembrava essere ingiustificato, tanto che spesso e volentieri gli veniva preferito Dzemaili. Con Benitez cambiano modulo e compiti, e discreti miglioramenti si intravedono. Un altro passo indietro nel tempo ed ecco che arriviamo all’acquisto di Fabio Quagliarella. Cambio di casacca fortemente voluto sia da lui che dalla società. Arrivato da Udine come profeta in patria. Un bel po’ di milioni posati nelle casse dei Pozzo, e sappiamo tutti come andò a finire. Quagliarella dopo una stagione se ne andò agli odiati rivali della Juve.

Ma c’è pure chi ha deciso invece di fare il percorso inverso. Come ad esempio Maurizio Domizzi. Due ottime stagioni a Napoli, una promozione in A e poi il passaggio all’Udinese. Problemi di spogliatoio e legati alla vita privata dietro a questa sua scelta. Ad Udine ben presto diventa un perno della difesa, arrivando in cinque stagioni a collezionare ben 130 presenze. Altro cambio di maglia, stavolta meno fortunato, è quello di German Denis. Dopo due anni di Napoli il passaggio all’Udinese. Stagione non facile la sua con solo 4 reti all’attivo. Così un nuovo cambio di maglia, direzione Atalanta.

Dietro arrivi e partenze ci sono però anche storie di colpi non concretizzati. Pensiamo a Di Natale, diversi anni fa accostato al Napoli e alla Juve, ma rimasto ad Udine per amore della piazza, dove ormai è considerato un idolo. O ancora Cuadrado. L’esterno che sta facendo la fortuna della Fiorentina, qualche anno fa fu vicino al Napoli. Non se ne fece nulla. Ultimo, in ordine cronologico, Benatia. Addirittura inserito sul taccuino del Napoli per il dopo Campagnaro, Benatia è infine andato alla Roma. Il suo arrivo a Napoli, se ci fosse stato ancora Mazzarri, non sarebbe stato così improbabile.

Già Mazzarri, il passato, e Benitez, il presente. Con lo spagnolo il proficui asse di mercato tra Napoli e Udinese sembra essersi interrotto. Giocatori europei, il diktat dello spagnolo, che pensa in ottica internazionale, laddove Mazzarri preferiva avere giocatori con esperienza in Serie A. Per molti un bene, per altri (non disinteressati) un male. Ma come sempre, a dire se era meglio comprare nella bottega Pozzo o prendere giocatori dal Real, ci penserà l’unico giudice le cui sentenze non sono mai sbagliate: il campo.

Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio

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