“Ciò che succede al nostro Paese in questo momento mi fa venire ansia, mi fa male”. Inizia così una lunga lettera di Fabio Cannavaro indirizzata “a tutti gli italiani” nella difficile attualità legata al coronavirus. “Non posso descrivere quant’è brutto vedere l’Italia soffrire così tanto, vedere così tante persone morire. Mi dispiace tanto per tutte le persone che sono state colpite e soprattutto per chi ha perso dei cari”.
Una pandemia che Cannavaro ha vissuto in Cina, dove ormai da tre anni allena il Guangzhou Evergrande. Lì il peggio sembra ormai alle spalle, mentre in Italia si sta vivendo il picco: “Nessuno è immune a questo virus – spiega – Eppure quando scoppiò l’epidemia in Cina, pensavo che noi italiani saremmo stati a posto. Pensavamo ‘tanto, non mi tocca’. Qui in Cina ho iniziato la quarantena qualche settimana fa: avevano gestito la SARS in passato, perciò sapevano cosa fare. In Italia non avevamo mai affrontato un’emergenza del genere”.
“Fortunatamente ci sono anche dei momenti in cui tiriamo fuori l’orgoglio e questo spesso succede nei momenti difficili – aggiunge Cannavaro – Quando la posta in palio è davvero alta”.
L’esempio che l’ex difensore cita riguarda il 2006, l’anno della vittoria del Mondiale dopo il caso Calciopoli: “In tanti pensavano che lo scandalo ci avrebbe distratto. Ma l’atmosfera nella squadra è sempre stata buona e questo è stato fondamentale. In un momento così critico non potevamo permetterci di essere egoisti. Tutti contavano allo stesso modo. Avevamo anche un grande leader, Marcello Lippi, che ci ha fatto stare bene dandoci degli stimoli importanti. Appena atterrammo in Germania praticamente già ci dimenticammo dello scandalo e non vedevamo l’ora di scendere in campo. Spesso mi si chiede perché l’Italia ha vinto quel mondiale. Non l’abbiamo vinto perché siamo stati fortunati. L’abbiamo vinto perché eravamo la squadra più forte e perché ci abbiamo creduto. Ora all’Italia serve quello stesso spirito di tenace unità”.
Quei campioni del mondo hanno anche lanciato una raccolta fondi per cercare di aiutare l’Italia. “È vero, nessuno è Superman. Ma quando stiamo insieme, possiamo fare qualsiasi cosa. Italiani, teniamo duro”.
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