Brutti, sporchi e cattivi. Perché per vincere serve anche questo, e adesso è il momento che questo Napoli se lo metta bene in testa. Non si può sperare di arrivare a grandi successi solo tramite il bel gioco. Tornare da Palermo con la vittoria di misura conquistata non certo per azioni spettacolari e grandi palle gol, non deve essere motivo di vergogna – come molti hanno malignato già domenica sera – ma di vanto, perché aver raggiunto la consapevolezza di poter fare 3 punti senza dominare in lungo e in largo per 90’ è uno step di crescita fondamentale. E’ vero, tutti noi vorremmo assistere ad un Napoli modello Bayern Monaco – bello e vincente – ma basta guardarsi attorno per rendersi conto che in Italia questa più che un’ambizione è una mera utopia. La Juventus non ha mai incantano con il suo gioco, no nemmeno quella frantuma record di Conte. E vogliamo parlare dell’Italia campione del Mondo del 2006? Neanche a dirlo. Per vincere ci vuole sopratutto compattezza, e da questo punto di vista il Napoli di Sarri sembra che stia facendo grandi passi avanti. Certo, in molti si aspettavano di vedere una foto di Higuain in stile Ibrahimovic: seduto sul sedile dell’aeroplano con accanto il pallone del match conquistato dopo una tripletta. Così non è stato, ma i 3 punti sono arrivati lo stesso, e alla fine sono quelli a contare più di tutto. E poi di cosa ci si può lamentare: anche la Juventus vista nelle ultime uscite non è sembrata la controfigura italiana del Barcellona. E ancora: il Leicester, che guarda la Premier dall’alto in basso, ha messo in riga dietro di sé Arsenal, City e tutte le altre esperimento un gioco solido ma non certamente spettacolare. Che poi alle volte mi chiedo: il vero spettacolo non sarebbe arrivare a maggio con un punto in più di tutte le altre?
Bruno Majorano
