La memoria che corre indietro nel tempo, i brividi sulla pelle. Ah, quel 29 aprile 1990, il giorno del secondo scudetto del Napoli. Marco Baroni c’era, un suo gol di testa permise di battere la Lazio e conquistare il titolo: “Quel giorno ho toccato il cielo”. Oggi, invece, avversario. Solo per 90 minuti, il tempo di Napoli-Benevento: “E’ strano, perché dai tifosi partenopei sono ricordato come un eroe. Certo, mi farebbe piacere se mi ricordassero per essere stato l’allenatore che ha interrotto la serie di vittorie del Napoli”. In una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, il tecnico del Benevento si è raccontato. Iniziando da quegli allenamenti con Maradona: “Quello che mi ha colpito è sempre stato il suo comportamento, uguale, con tutti quanti i giocatori della rosa. Per lui non sono mai esistiti i titolari e le riserve, è sempre stato disponibile con tutti. Pensate, quando arrivai a Napoli, persi la prima settimana di allenamenti, perché restai incantato per come trattava il pallone, dalla sua classe”.
Nonostante le difficoltà iniziali, per Baroni questo Benevento può dire la sua: “Bisogna considerare che siamo una matricola che, nonostante le sconfitte, ha messo sotto le avversarie. C’è mancato qualcosa sotto porta, i complimenti ricevuti finora mi fanno piacere, ma devo capire cosa fare per migliorare e fare punti. I nostri due attaccanti, dicono i numeri, sono tra i primi tiratori del campionato. L’avevo detto dall’inizio che saremmo stati pericolosi per chiunque, c’è mancato soltanto il risultato. Stiamo lottando contro il tempo per ritrovarci dopo aver cambiato tanto. Il Benevento ha già un’identità di gioco, contro Sampdoria e Bologna ci siamo espressi con il piglio di chi vuole vincere e non si accontenta. Probabilmente è normale che arrivino certe sconfitte, ma è importante non perdere l’entusiasmo che dovrà essere la chiave del nostro campionato”. Per il momento, dunque, nessun rischio esonero: “E’ giusto che a rispondere sia stata la società. Io bado a lavorare e a cercare di fare punti in questo derby. Sono convinto che saremo i guastafeste di questo campionato, praticando un calcio di idee e propositivo”.
In chiusura, spazio anche ai complimenti per Maurizio Sarri: “Lo stimo tanto, è uno che ha fatto la gavetta, a differenza di tanti altri che sono arrivati in Serie A per la porta principale. Il suo è un calcio organizzato, che ha portato novità importanti, grazie anche alla qualità dei giocatori di cui dispone. Ha trovato la chiave giusta, che serve a rendere le sue idee straordinarie, che gli permette di giocare il miglior calcio in assoluto”.
Fonte: Gianlucadimarzio
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