Benitez vuole sperimentare, dare un’opportunità a chi la merita, ai giovani. Per un anno intero molti di loro si sono allenati con la prima squadra, hanno condiviso giornate con i “grandi”. Adesso, anche per loro, è arrivato il momento di provare l’emozione della prima squadra. E chi sa che non ci sia possibilità d’esordio. I due “prescelti” sono il difensore Igor Lasicki (clicca qui per la sua storia) e il centrocampista Antonio Romano.
Vediamo la storia del centrocampista classe ’96, partendo dallo speciale che IamNaples.it fece per la finale di Tim Cup Primavera dello scorso anno:
Su sette centrocampisti in organico, tre sono classe ’96; questo è un dato importante che mostra quanto sia giovane la Primavera di Saurini. Un elemento molto promettente è anche Antonio Romano che non ha avuto molto spazio, con 12 presenze e 294 minuti di gioco in campionato, per mettere in mostra le sue qualità. Romano arrivò al Napoli nel 2008-09 dall’Europa Massese, dove era considerato un trequartista. Nei primi due anni nei Giovanissimi Regionali con Sorano e poi con Nicola Liguori, il suo ruolo è stato profondamente cambiato. Oggi Romano è un interno sinistro del centrocampo a tre che presenta un interessante mix tra intensità, forza atletica e qualità tecniche. Nelle due stagioni con Nicola Liguori, Antonio Romano si è tolto le soddisfazioni più importanti della sua giovane carriera ancora tutta da scrivere: le vittorie alla Viareggio Junior Cup, al trofeo “Renato Curi” e la convocazione in Under 16 che gli impedì di disputare la finale al torneo “Arco di Trento-Beppe Viola” contro l’Inter. Per saperne di più, abbiamo contattato il responsabile della scuola calcio Europa Massese Antonio Errichiello: “Mi ricordo quando Antonio veniva visto dal Napoli durante vari raduni, quello decisivo era a Sant’Antimo. Ci contattò Fabio Andreotti (attualmente il suo procuratore con la Football Global Service) che si occupava di selezionare i ragazzi per questi raduni, poi chiudemmo l’accordo con Peppe Santoro, ex responsabile del settore giovanile del Napoli. Il rapporto tra noi ed il Napoli è sempre stato ottimo, sia quando c’era Santoro che Caffarelli”
Un elemento molto promettente quindi. Un classe ’96 in grado di essere perfettamente a suo agio anche con i grandi. Un mix i talento e personalità, ben sintetizzato da un altro articolo su di lui del nostro direttore Ciro Troise che ripercorre, per filo e per segno, la sua storia:
Nella vita ci sono spesso indizi, segnali, storie che s’intrecciano in un destino che sembra poi in realtà non perdere mai il suo filo logico. Mercoledì sera De Laurentiis su Twitter commentava con entusiasmo i gol di Higuain e Insigne in Italia-Argentina 1-2. “Napoli vince”, era il pensiero del presidente del club azzurro. Il suo Napoli in realtà nella stessa sera usciva sconfitto dal “Manuzzi” per 1-0 contro il Cesena ma mancavano sedici nazionali. C’è un altro pezzo di Napoli che però ha vinto al “Manuzzi”: è lo “scugnizzo” Antonio Romano, centrocampista classe ’96, in campo per ottantacinque minuti a Cesena. Davanti alla difesa al fianco di Donadel, soprattutto nel primo tempo ha impressionato Rafa Benitez che lo chiamava “ragazzo” e gli faceva i complimenti dalla panchina. Ma chi è Antonio Romano? Uno dei tanti “giovanotti” innamorati del pallone, cresciuti nella provincia di Napoli, esattamente a Caravita, frazione di Cercola. La scuola calcio che l’ha formato è l’Europa Massese fino all’estate del 2008, quando approda a Napoli all’età di 12 anni. A scovarlo la rete di scouting locale guidata da Giuseppe Santoro, ex responsabile del settore giovanile del Napoli, ora all’Inter al fianco di Mazzarri. Romano partecipa a vari raduni, quello decisivo si tiene a Sant’Antimo. Antonio conquista la maglia azzurra, realizzando un sogno coltivato sin dai suoi primi calci.
Romano agiva da trequartista, amava far gol, usare la sua tecnica per dare imprevedibilità alla manovra negli ultimi venti metri piuttosto che sacrificarsi per proteggere la squadra. Nei suoi primi due anni al Napoli nelle categorie regionali Romano continua a giocare in questo modo, l’allenatore Gennaro Sorano lo schiera a sinistra nella trequarti offensiva del suo 4-2-3-1. Lo stesso modulo di Benitez, il primo indizio del destino che lo porterà ad essere apprezzato una notte d’Agosto proprio dall’allenatore spagnolo.
La svolta tattica per Romano arriva nei Giovanissimi Nazionali di Nicola Liguori che lo arretra sulla mediana nel suo 4-3-3 in una stagione in cui gli azzurrini sfiorano lo scudetto di categoria, fermandosi solo in finale contro la Fiorentina. In quella squadra Romano era soprannominato “Gerrard” dall’allenatore Liguori e dai suoi compagni. L’accostamento allo storico capitano dei Reds, faro del Liverpool di Benitez, era pensato in virtù delle sue caratteristiche. Romano ha, infatti, il profillo del centrocampista completo capace sia di contrastare gli avversari davanti alla fase difensiva che d’inserirsi senza palla negli ultimi venti metri nei tempi giusti.
Nella finale contro la Fiorentina Romano non brillò a causa di alcuni problemi fisici che lo tormentarono fino ai primi mesi del 2012, quando gradualmente il giovane centrocampista del Napoli ritrovò la migliore condizione. Romano tornò in campo al trofeo “Renato Curi” vinto dagli Allievi Nazionali del Napoli, guidati sempre da Liguori, in cui giocava sotto età, con la finale vinta per 3-1 contro il Paok Salonicco. Il “Curi” non fu l’unico torneo in cui Romano si mise in mostra con gli Allievi Nazionali che giunsero in finale alla prestigiosa competizione di Arco di Trento. Gli azzurrini si fermarono in finale contro l’Inter, Romano non partecipò a quella gara a causa della convocazione in Under 16 per l’amichevole Italia-Scozia. Le prestazioni con gli Allievi Nazionali convinsero Dodo Sormani a lanciarlo negli ultimi mesi della stagione anche nella Primavera da lui guidata; un test impegnativo per Romano che si trovò ad affrontare ragazzi classe ’92 e ’93, in particolare al torneo di Ostuni dove il Napoli perse in finale ai rigori contro il Lecce.
Il percorso sotto età è continuato anche nella scorsa stagione, nella Primavera di Saurini dove, però, non è riuscito a trovare molto spazio, collezionando solo cinquecento minuti, e giocando poi anche alcune partite con gli Allievi Nazionali.
Romano nel frattempo continuava a mettersi in luce agli occhi degli addetti ai lavori, conquistando alcune convocazioni in Under 17, anche quella al raduno prima dell’ultima selezione per gli Europei di categoria.
Dalle parti di Castelvolturno è poi arrivato Rafa Benitez, il teorico del 4-2-3-1, il maestro di Gerrard, la storia del Liverpool ma anche il campione a cui era accostato Romano, che nella notte del “Manuzzi” ha incantato un allenatore da sempre attento ai giovani talenti. Romano l’ha convinto per personalità, sicurezza e padronanza nel suo ruolo, come dimostrano le dichiarazioni rilasciate a Sky Sport nel post-partita di Cesena-Napoli: “Romano? Sappiamo che ha un gran potenziale, deve lavorare molto, così come gli altri, ma continuando così arriveranno in serie A“. Parole importanti, iniezioni di fiducia che provengono da Rafa Benitez, il maestro di quel Gerrard considerato un mito ai tempi dei Giovanissimi.
Dal mito alla realtà, è il percorso di Antonio Romano, con Benitez nel destino…
Benitez nel destino quindi. E chi sa se domani, in mezzo al campo, non ci sarà spazio anche per lui
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