Il primo gol nella finale di Stoccarda portò la firma di Alemao. Brasiliano con caratteristiche di gioco europee, era lui che gestiva il centrocampo del Napoli. Quando segnò l’uno a zero, si intuì chiaramente che la coppa Uefa aveva preso la strada verso Napoli. «Giocammo una finale memorabile ma non fu facile arrivarci. Durante il nostro cammino ci trovammo di fronte fior di avversari».
Bordeaux, Paok, Lokomotiv e il bello doveva ancora arrivare, vero Alemao?
«Nel percorso di quella Coppa vinta c’è un punto di non ritorno: la sfida dei quarti di finale contro la Juventus. Sconfitti 2-0 all’andata a Torino, e nostra vittoria 3-0 al San Paolo. Il primo tempo finì 2-0, credevamo di poter fare il terzo. Invece niente, loro si difesero per tutto il secondo tempo e i supplementari. Mancavano 30 secondi ai calci di rigore quando Renica fece venir giù il San Paolo: non ho mai più sentito in uno stadio un boato più forte. Fu la svolta, capimmo che saremmo arrivati in finale«.
In semifinale il Bayern Monaco…
«Sistemammo le cose a Napoli, riuscendo a gestire bene la seconda gara in Germania: demmo una lezione di calcio ai tedeschi».
E poi il capolavoro finale.
«Non eravamo favoriti dopo il 2-1 dell’andata ma quando in squadra hai Maradona e Careca tutto è possibile. Sapevamo di essere forti e di poter vincere. Dominammo, finì in pareggio ma a pochi minuti dalla fine vincevamo 3-1».
Stasera c’è il Dnipro sulla strada del Napoli.
«Non importa chi sia l’avversario, quello che conta sarà l’atteggiamento della squadra in campo. Il miglior Napoli è più forte degli ucraini quindi mi aspetto una grande partita nonostante il pareggio del San Paolo».
A Stoccarda cosa fece la differenza?
«Per arrivare fino in fondo e vincere una finale, tutto deve funzionare benissimo. Non è sufficiente essere superiore agli altri,bisogna avere motivazioni molto forti. Noi quell’anno volevamo vincere lo scudetto a tutti i costi ma trovammo sulla nostra strada l’Inter dei record. Allora ci concentrammo sulla Coppa perché dovevamo regalare qualcosa di importante ai nostri tifosi. Grazie a quel successo tutta l’Europa si accorse della nostra forza».
Una questione di stimoli…
«E di concentrazione. Mi pare che in questa stagione uno degli errori più frequenti sia stato quello di approcciare male le gare. Non si può regalare un tempo o sottovalutare i rivali in una semifinale così prestigiosa. Sono però fiducioso: appuntamenti del genere non hanno bisogno di essere “caricati” alla vigilia. La concentrazione arriva da sola».
La finale di Varsavia è un obiettivo possibile?
«Mi sono divertito tanto nel Napoli, si tirava sempre in ballo la rivalità con il nord e certe vittorie avevano un sapore particolare. Trionfare con la maglia azzurra è più faticoso ma più bello rispetto che altrove. Credo che questa squadra possa eliminare il Dnipro e ripetere il nostro exploit».
Fonte: Il Mattino
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