Serviva compattezza, uno degli elementi che sembrava essersi perso negli ultimi tempi. Non era facile ritrovarla in così breve tempo e, soprattutto, con la mente proiettata già al big-match di mercoledì, ma il Napoli riesce nell’intento e piega una Fiorentina inerme al Maradona.
Una vittoria, quella di ieri, che arriva nel momento propizio sia in termini di classifica, con Roma e Juventus cadute rispettivamente contro Lazio ed Inter, sia a livello psicologico in vista della Supercoppa. Da sottolineare il lavoro di Petagna, arrivato in punta di piedi ma che con grande umiltà si sta rivelando fondamentale, e soprattutto quello di Insigne. Quando il capitano azzurro è in giornata non ce n’è per nessuno e, per qualità e sacrificio, dimostra di essere forse il miglior calciatore italiano in questo momento.
Elogi che vanno giustamente anche a Demme, costretto a giocare per la positività al Covid-19 di Fabian Ruiz al quale prestiamo vicinanza ed auguriamo una pronta guarigione. Il tedesco dà prova ancora una volta di essere unico ed inimitabile nel dare equilibrio a questa squadra. Supporta e serve costantemente le bocche di fuoco offensive con precise verticalizzazioni e, in coppia con Bakayoko, produce un egregio lavoro in fase di ripiegamento: in un modulo così a trazione anteriore come il 4-2-3-1, questo duo di centrocampo è il miglior contrappeso possibile.
Nel cuore di Napoli-Fiorentina: l’analisi della partita
MASTODONTICO – Quanto è mancato a questa squadra Koulibaly, elemento chiave del reparto difensivo, per distacco l’uomo più importante. Se becca la giornata giusta non c’è alcun modo di superarlo e gli attaccanti della Fiorentina ne hanno la prova. Il senegalese è una presenza imponente lì dietro e salva sulla linea il pallonetto di Vlahovic destinato ad andare in rete, a dimostrazione del fatto che, quando è in fiducia, non concede neanche le briciole agli avversari. Gigante in egual misura Ospina, faro della squadra senza se e senza ma. Sull’1-0 i viola si affacciano pericolosamente dalle sue parti come nell’occasione del destro di Ribery da distanza ravvicinata al 27′, disinnescato con un grande intervento dal colombiano, che di fatto è la pietra tombale per la Fiorentina che da quel momento in poi incassa la goleada. Impreziosiscono la prestazione del portiere azzurro l’autorevolezza nelle uscite e la qualità palla al piede, caratteristiche che sono ormai il suo marchio di fabbrica.
Molto bene l’altro centrale Manolas, che con un recupero lampo passa dal saltare la Supercoppa all’essere addirittura titolare ieri. Il greco offre una prova di grande spessore, sotto la gestione Gattuso sta crescendo a vista d’occhio in termini di fiducia nei propri mezzi, condizione fisica e tempi di intervento sugli avversari. Prova di buonissimo livello, infine, anche per gli esterni Hysaj e Mario Rui. L’albanese parte in sordina con qualche intervento fuori misura, ma col passare dei minuti rimette le cose a posto lavorando bene in entrambe le fasi, partecipando pure all’azione che porta all’1-0. Non impeccabile ma non provoca grossi grattacapi alla squadra il portoghese, che gestisce tranquillamente le offensive viola dal suo lato e offre il solito continuo appoggio sulla catena di sinistra al momento di attaccare.
COPPIA CHE SCOPPIA – L’assenza di Fabian Ruiz induce Gattuso a schierare Demme dal 1′: mai mossa – seppur obbligata – fu più azzeccata. Un paio di svarioni tra il 23′ e il 27′ (autogol sfiorato e palla persa che poi porta all’occasione di Ribery), dopodiché il tedesco decide che è il momento di imprimere il proprio marchio sulla partita con una prestazione totale nel vero senso della parola, basti vedere una comunissima heat-map che lo riguarda per rendersene conto. E’ riferimento costante in entrambe le fasi con i suoi movimenti senza palla e le sue verticalizzazioni sulla linea della trequarti. Ciliegina sulla torta è il gol del 2-0 (il suo secondo stagionale) che dà tranquillità dopo qualche minuto di sofferenza. Se il Napoli può vantare un centrocampo così equilibrato, però, è merito anche di Bakayoko. Lui e Demme formano la coppia migliore per il tipo di calcio che Gattuso intende far esprimere alla squadra azzurra. Soffocare la fantasia di Ribery è la chiave per disinnescare il potenziale offensivo della Fiorentina e il franco-ivoriano ci riesce alla grande. Ha poi il merito di procurarsi il rigore del 5-0 tirando la trappola a Castrovilli che, ingenuamente, lo abbatte.
SIMPLY THE BEST – Così cantava la celebre Tina Turner negli anni ’80, espressione da affibbiare senza ombra di dubbio ad Insigne. Il capitano azzurro torna ad essere decisivo dopo le prestazioni sottotono dell’ultimo periodo e lo fa in grande stile. Sblocca subito la gara al 5′ con un tiro in buca d’angolo che infila Dragowski e si ripete al 72′ su rigore per quello che è il suo decimo gol in carriera alla Fiorentina, che si dimostra la sua vittima preferita. In mezzo, l’assist per il gol di Lozano al 38′ dopo un’azione da antologia. Il messicano si mantiene sugli stessi alti livelli delle partite precedenti e qui tocca ripeterci: non c’è avversario che tenga. Igor ci capisce poco o nulla nel fronteggiare il Chucky, che con la sua rapidità manda ai matti lui e l’intera retroguardia viola. Sfrutta poi il meraviglioso passaggio di Insigne per mettere a segno la rete che lo porta in doppia cifra, ora sono 10 i gol stagionali. Al suo posto Politano, che non intende per nulla al mondo rinunciare a prendere parte alla festa del gol tenutasi al Maradona. Tra lui e Lozano cambia poco, la rapidità di gambe dell’ex Inter tramortisce la difesa avversaria che non riesce a fermarlo. Splendida la serpentina palla al piede che porta alla sua rete, la numero 6 dell’annata.
Di gran livello anche le prestazioni di Zielinski e Petagna. Il polacco dà riprova della sua importanza con gli strappi palla al piede che colgono impreparati i difensori della Fiorentina. Mette poi a segno un altro gol di pregevole fattura dopo aver messo a sedere Castrovilli. Prova gigante pure per la punta ex Spal, anch’egli preziosissimo nello scacchiere azzurro, sperando di averlo a disposizione per la Supercoppa. Grazie alla sua fisicità permette ai compagni di venire a rimorchio e far male agli avversari come nel caso di Insigne e Demme i quali, sfruttando i suoi assist, vanno in gol. Le attenzioni maggiori, infine, non possono che andare al giovane Cioffi, prodotto della Primavera partenopea. L’attaccante classe 2002, alla quinta convocazione in prima squadra, vede finalmente coronare il suo sogno: una vittoria nella vittoria l’esordio in Serie A di questo ragazzo che è al Napoli da quando aveva 10 anni. Poco più di 10′ che Cioffi sfrutta tra l’altro molto bene giocando con una certa personalità e autorevolezza, mostrando poi immediato inserimento in squadra come in occasione dei festeggiamenti per il gol di Politano, ai quali partecipa come fosse un elemento fisso della rosa ormai pienamente affiatato col resto dei compagni. Mister Gattuso merita un ulteriore applauso.
Elogiata la prova di ieri, tuttavia, è tempo di tornare coi piedi per terra. La roboante vittoria contro la Fiorentina ha lanciato dei segnali forti, netti, ma che necessitano di continuità. Prestazione che dà morale in vista della super-sfida di mercoledì, l’appuntamento più importante della stagione finora. Dall’altro lato, però, c’è una Juventus vogliosa di rialzare la testa dopo il pesante K.O. contro l’Inter. E’ il primo confronto stagionale tra bianconeri e azzurri dopo le vicende extra-campo che li hanno riguardati, fattore che accresce ulteriormente l’adrenalina e la tensione. Ci si aspetterà un Napoli diverso, presumibilmente più accorto e meno spregiudicato del solito proprio come ai tempi dell’insediamento di Gattuso sulla panchina: umiltà, questo dovrà essere l’elemento chiave.
A cura di Giuseppe Migliaccio
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