Roberto Insigne, talento del Napoli autore di 5 gol nell’ultima stagione all’Avellino, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:
E’ semplice vivere da Insigne jr?
«E’ bello. Non ho alcun tipo di preoccupazione ad essere me stesso. Non avverto pressioni, non sento gli occhi della gente addosso. Io devo fare il mio percorso, che è diverso da quello di Lorenzo».
In cosa siete diversi?
«Nel carattere, forse. Io risulto più espansivo, mi viene facile la battuta. Lui sembra più serio nell’atteggiamento, però anche lui sa essere giovane dentro: s’è trovato subito al centro dell’attenzione e ha dovuto accettarla e confrontarsi. Mica facile giocare a Napoli, al San Paolo, con le aspettative».
Quanto Roberto è prossimo a Lorenzo?
«Lui è un fuoriclasse, a me piacerebbe esserlo. Lui è in Nazionale, io non ho ancora cominciato. E già stare qui a parlare mi suona strano».
Non sembra a disagio.
«Non lo sono, perché è la mia natura. Ma, credetemi, non ho granché da raccontare: non ho un passato, sogno di avere un futuro, questo sì. Mi piacerebbero un sacco di cose e lavoro per riuscire a realizzarle».
L’aspirazione più grossa forse è anche quella più banale.
«Giocare nel Napoli, io e Lorenzo insieme, ed arrivare allo scudetto. Pensi che festa».
E con gli allenatori fatica a relazionarsi?
«Macché. Ho ricevuto da chiunque, dicevano che con Tesser non ci fosse feeling ed era falso. Gli sono grato».
Le piacciono i tecnici che attaccano.
«Si, Di Francesco, Zeman e Sarri mi entusiasmano».
In cosa siete diversi?
«Nel carattere, forse. Io risulto più espansivo, mi viene facile la battuta. Lui sembra più serio nell’atteggiamento, però anche lui sa essere giovane dentro: s’è trovato subito al centro dell’attenzione e ha dovuto accettarla e confrontarsi. Mica facile giocare a Napoli, al San Paolo, con le aspettative».
Quanto Roberto è prossimo a Lorenzo?
«Lui è un fuoriclasse, a me piacerebbe esserlo. Lui è in Nazionale, io non ho ancora cominciato. E già stare qui a parlare mi suona strano».
Non sembra a disagio.
«Non lo sono, perché è la mia natura. Ma, credetemi, non ho granché da raccontare: non ho un passato, sogno di avere un futuro, questo sì. Mi piacerebbero un sacco di cose e lavoro per riuscire a realizzarle».
L’aspirazione più grossa forse è anche quella più banale.
«Giocare nel Napoli, io e Lorenzo insieme, ed arrivare allo scudetto. Pensi che festa».
E con gli allenatori fatica a relazionarsi?
«Macché. Ho ricevuto da chiunque, dicevano che con Tesser non ci fosse feeling ed era falso. Gli sono grato».
Le piacciono i tecnici che attaccano.
«Si, Di Francesco, Zeman e Sarri mi entusiasmano».
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