Allo stadio Olimpico di Roma ci sono stato tante volte, e tante volte ho sentito intonare delle bellissime canzoni. Da “Grazie Roma” e “Roma, Roma, Roma”, a “Vola un’aquila nel cielo”, in occasione delle partite di Roma e Lazio ma non solo. “We are the Champions” in occasione della finale di Champions del 2009 Barcellona-Manchester United con gol di testa di Messi che sotto i miei occhi – ero seduto al primo anello della tribuna Tevere, lato curva del Barça – perse anche la scarpetta ricadendo. Ma anche “L’inno di Mameli” in occasione delle due finali di Coppa Italia vinte dal Napoli contro Juventus e Fiorentina. E come se non bastasse ho ascoltato anche le canzoni di Violetta ma giuro che non si trattava di un suo concerto.
Era il primo settembre 2014 e all’Olimpico si giocava la “Partita per la pace” – quella con Maradona che a fine gara disse che Icardi non faceva parte del calcio – e prima del fischio iniziale la cantante argentina Martina Stoessel (per tutti Violetta) si esibì sul prato dell’Olimpico con migliaia di bambini sugli spalti che cantavano le sue canzoni di discutibilissimo gusto.
E poi ho sentito quello che tutti hanno sentito ieri sera in occasione di Lazio-Napoli. Ma non mi sono stupito più di tanto eh. D’altra parte “tutte le strade portano a Roma” e non c’è da meravigliarsi se migliaia di cretini si fossero dati appuntamento tutti allo stadio Olimpico in occasione della partita. C’è perfino chi ha ritenuto eccessivo lo stop imposto da parte dell’arbitro – che finalmente ha dimostrato che nell’auricolare che porta non ascolta i grandi successi di Cristina D’Avena – o le parole di Sarri che nel dopo gara si è sentito giustamente di schierarsi dalla parte di Irrati e del suo Koulibaly.
Ma è chiaro che chi si è risentito della decisione dell’arbitro e delle parole di Sarri non era mai stato all’Olimpico in altre occasioni, come me, e non aveva mai avuto il piacere di apprezzare ben altre note provenire da quegli spalti. Che dire…poveri loro, perché non sanno cosa si sono persi. A confronto anche Violetta mi è sembrata Whitney Houston.
Bruno Majorano
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