Una compagine multietnica, nata con lo scopo di favorire l’integrazione tra culture diverse: l’AfroNapoli United tra difficoltà e attestati di stima e solidarietà continua a crescere
Lo sport può e deve essere, oltre che una semplice disciplina per allenare il fisico, anche un veicolo per l’insegnamento di valori sociali ed etici, nonché un metodo per abbattere i tabù razziali. Parole che al giorno d’oggi sembrano distanti anni luce dal mondo tutto lustrini e copertine del calcio, gioco per antonomasia, ma che ormai si coniuga sempre più in un business senza morale e insegnamenti. Eppure l’eco del nostro incipit trova sostanza in una storia che non poteva arrivare se non dal Sud Italia. A Napoli, in quell’epicentro di grandi contraddizioni dove le difficoltà sembrano insormontabili e dove il buon senso fa a cazzotti con una burocrazia lenta e farraginosa, qualcuno è riuscito a prendere a calci le enormi difficoltà addotte dalla mancanza di infrastrutture e inenarrabili limitazioni. Tutto merito del presidente Antonio Gargiulo e di chi, con lui, ha portato alla luce e sostenuto il progetto Afro-Napoli United.
LEONI AFRONAPOLETANI – La compagine multietnica prende vita nell’ottobre 2009, per iniziativa proprio di Antonio e dei senegalesi Sow Hamath e Watt Samba Babaly, con l’intento di combattere la discriminazione e favorire la convivenza paritaria tra napoletani e migranti. Il far parte di una squadra di calcio offre varie opportunità di apprendimento sociale e di sviluppo di competenze trasversali. Ciò avviene indipendentemente dallo sfondo culturale, in quanto le capacità sportive degli atleti sono in grado di far passare in secondo piano le diversità razziali e offrono il migliore esempio di integrazione interculturale. Un modo semplice e poderoso per trasformare un rettangolo verde in un contesto relazionale in cui i vari gruppi linguistici e culturali stabiliscono fra di loro un costante rapporto dialettico di arricchimento reciproco fondato sul mutuo rispetto, sull’interesse per ciò che l’altro rappresenta o può rappresentare per offrire il miglior esempio possibile del termine squadra.
RISULTATI IMPRESSIONANTI – L’Afro-Napoli United inizia la sua trafila nei campionati dell’AICS (Associazione Italiana Cultura e Sport) con il piglio del leone vincendo Coppa Partenope e Super Coppa AICS nella stagione 2009/2010, ma nella stagione 2011/12 fa il botto: in bacheca arrivano un’altra Coppa Partenope, un Torneo Napoli d’autore edizione estiva e invernale, un Campionato Regionale AICS Campania e una Supercoppa AICS vincendo tutto quello che c’era da vincere. L’Afro-Napoli entra nella storia della Campania nella stagione 2013/14 vincendo per la prima volta per una squadra campana il campionato nazionale AICS e, alla prima partecipazione nel campionato federale FIGC di Terza Categoria, si classifica seconda, conquistando l’ambita promozione in Seconda Categoria. Vittorie a grappoli condite da gol a valanga, basti pensare alle 21 vittorie su 22 partite del campionato 2011/2012 rese schiaccianti dai 104 gol stagionali. Record migliorato la stagione seguente con ben 108 gol all’attivo.
RIDATECI DODO’ – Parte del merito dell’impressionante mole offensiva non può non essere data al bomber di origini capoverdiane, Johanese Ailton Jorge detto “Dodò”. Un grimaldello infallibile che sul manto erboso sveste gli abiti da aiutante idraulico per trasformare in realtà i sogni di chi nel calcio riesce ancora a vivere una favola in stile cenerentola. Una magia che, però, rischia di essere spezzata ancora una volta da quella burocrazia che da queste parti fa sempre più rima con idiozia. Eh si, perché le regole richiedono permessi di soggiorno lunghi e una residenza certificabile. Bomber Dodò ha fatto richiesta di sanatoria nell’ottobre del 2012, ma a quasi due anni da tale richiesta (con annessa mora pagata e contributi aggiunti) il permesso non è ancora arrivato, così come per altri giocatori della multietnica compagine.
APPOGGIATI DALLE ISTITUZIONI, NON DAL NAPOLI – Aspettando il placet della federazione, l’Afro-Napoli si gode l’appoggio delle istituzioni. Il Patrocinio del Comune di Napoli si somma alla simpatia del sindaco Luigi de Magistris, che in un incontro con la squadra a Palazzo San Giacomo ha sottolineato: “L’amministrazione dà la sua piena disponibilità a sostenere questa esperienza, soprattutto perché nasce in una città, scenario del Mediterraneo”. Ovvio che l’appoggio del Comune di Napoli sia limitato da una situazione finanziaria difficile e avvilita da una crisi che non sembra risparmiare nessuno. Sembra invece destinata a non essere ricambiati la mano tesa alla SSC Napoli. Come sottolinea il presidente Antonio Gargiulo, alcuni tentativi di instaurare rapporti con la società del patron Aurelio De Laurentiis sono finiti nel freddo e distaccato disinteresse, ma come insegna la speranza, mai dire mai…
FINALMENTE UN CAMPO – A regalare un sorriso ai ragazzi di mister Sergio Paolucci ci ha pensato il Comune di Mugnano. Dopo aver girovagato su svariati impianti cittadini( si pensi che in passato gli allenamenti e le partite di campionato venivano svolti su campi diversi), l’Afro Napoli United ha trovato “casa” allo stadio Vallefuoco di Mugnano, un’ottima struttura che sarà in grado di valorizzare al meglio l’equipe afronapoletana. Sul manto erboso sintetico di Mugnano si svolgeranno gli allenamenti e le partite casalinghe del campionato di Seconda Categoria. Non ci resta che fare il tifo per i leoni dell’Afro-Napoli United perché l’ennesima tappa di un viaggio chiamato leggenda possa essere raggiunta.
Ecco il video dell’intervista esclusiva realizzata al presidente Antonio Gargiulo al “Vallefuoco” di Mugnano:
Dai nostri inviati al “Vallefuoco” di Mugnano Francesco Pugliese e Antonio Balasco
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