La notorietà con Gomorra-La Serie, alle spalle tanti anni di gavetta. Fabio De Caro è un bravissimo attore napoletano, vomerese d’origine. Nella serie di Stefano Sollima interpreta il fedelissimo Malamore, boss camorristico affiliato al clan Savastano e uomo di maggiore fiducia di Don Pietro. Nell’ultimo episodio il “gregario” Malamore mostra tutta la sua fedeltà al suo capo, liberandolo dall’autoblindato della polizia che lo stava portando da un carcere a un altro: durante il tragitto, improvvisamente un tir blocca la strada al furgone del penitenziario, da alcune auto scendono uomini a viso coperto che aprono il fuoco e uccidono i poliziotti. Don Pietro Savastano rimane sempre seduto con lo sguardo perso nel vuoto, gli spari terminano e uno degli uomini, aprendo la porta di ferro del blindato, si scopre il viso: è Malamore.
Fabio de Caro non è solo Malamore, ha alle spalle una lunga carriera, tra teatro, cinema e fiction, con interpretazioni in ACAB, Un Posto al Sole, Distretto di Polizia, Che Dio Ci Aiuti, A Un Passo dal Cielo. L’attore napoletano si racconta a tutto tondo ai microfoni di IamNaples.it, spaziando dalla sua passione per lo sport, per il Napoli e per il basket, ma anche parlando di Gomorra, della sua carriera e dei suoi progetti futuri davanti al caffè di Ciro a Mergellina, sul lungomare di Napoli. Signore e signori, vi presentiamo Fabio de Caro, in arte Malamore.
Ci racconti la tua storia, come è nata la tua carriera da attore?
“Prima di tutto ringrazio IamNaples.it per l’intervista, portale che seguo sempre, da appassionato di calcio e basket. La mia carriera è cominciata a sedici anni, quando ho iniziato a studiare teatro. Con la maggiore età mi sono spostato a Roma dove mi sono specializzato alla scuola di Beatrice Bracco in recitazione cinematografica e da qui è cominciata una gavetta lunga vent’anni che mi ha visto partecipare ad alcune fiction come Distretto di Polizia, Che Dio Ci Aiuti, Un Posto al Sole, A Un Passo dal Cielo, nelle quali ho sempre interpretato parti da criminale. Ho lavorato molto anche in teatro, la notorietà è però arrivata con Gomorra”.
Come è stato lavorare con Stefano Sollima, in un progetto che parla molto della cultura napoletana?
“Sollima è un mito, ha il cinema e l’azione nel sangue. Lui è un regista che il film lo ha già visto prima di girarlo, lavora molto sui personaggi e sugli attori, ha costruito lui lo spietato Malamore. Per me è stata un’esperienza bellissima, avevo lavorato con lui già in ACAB, dove interpreto un ultras del Napoli ed è stata una conferma per me. Lavorare nella serie di Gomorra è stato il compimento di un sogno”.
Ci puoi dare qualche anticipazione sulla seconda serie di Gomorra?
“Non posso, è ancora tutto top secret, l’unica certezza è che la seconda stagione ci sarà. Quello che so è che le riprese partiranno ad inizio marzo, si andrà più velocemente per portare a compimento la stagione il prima possibile, ma sicuramente non si correrà, poichè si vuole portare a termine un prodotto sempre più importante”.
Hai affermato di aver fatto tanta gavetta, è più difficile per un attore lavorare al Sud e più in particolare a Napoli?
“Non credo sia una questione territoriale, è difficile lavorare in Italia in generale. I ruoli da protagonista sono scelti dalle produzioni, mentre per i piccoli ruoli si cercano gli attori e per quelli sconosciuti come me e tanti altri è davvero difficile trovare posto in queste realtà. Tornando a Gomorra, Sollima non ha badato a nomi e raccomandazioni, ha provinato più di 3000 attori, è la dimostrazione che esistono ancora progetti che badano alla meritocrazia e sprono i miei colleghi a non mollare, poichè c’è ancora speranza per loro”.
Secondo te come mai Malamore è piaciuto così tanto ai telespettatori?
“Malamore è piaciuto tanto per la sua fedeltà, perchè non ha mai tradito Don Pietro e sperava che il clan dei Savastano non si sciogliesse. Nella scena finale ha avuto il suo picco, diventando per la prima volta protagonista, mentre per tutta la stagione ha sempre fatto quello che gli veniva ordinato dalla sua ragione di vita, Don Pietro”.
Qual è l’attore che più ti ha impressionato della serie di Gomorra?
“I protagonisti mi sono piaciuti tutti, ma se devo scegliere dico Salvatore Esposito, fare un cambiamento del genere in un personaggio è roba per pochi e lui c’è perfettamente riuscito, alla De Niro in Taxi Driver. Tra tutti scelgo Salvio, nonostante il successo di Gomorra sia la vittoria di un’orchestra perfetta”.
Passiamo allo sport. Sei tifoso del Napoli? A che livelli?
“Sono malato del Napoli, non mi definirei un semplice tifoso. Lo stato d’animo della mia domenica dipende dal risultato del Napoli, è da sempre così e se gli azzurri perdono divento intrattabile. La passione per il Napoli me l’ha inculcata mio padre, per me è una fede. Ho vissuto l’epoca di Maradona, l’ho visto allo stadio e lo aspettavo sotto casa sua, a via Scipione Capece, seguendolo fino a Soccavo per gli allenamenti. Ricordo che da piccolo pensai di poter perdere la fede azzurra: in un periodo in cui il Napoli non andava benissimo dissi a mio padre che volevo cominciare a tifare Juventus e lui voleva cacciarmi di casa, ma è stato solo un brevissimo momento di sbandamento”.
Qual è il tuo giudizio sul Napoli attuale?
“Questo Napoli ci fa stare “coi pensieri”! Io vorrei stare senza pensieri, ma Benitez purtroppo ce li fa venire. La squadra è discontinua, ci vorrebbe poco per vincere lo scudetto, basterebbe davvero poco in un campionato livellato verso il basso. Io ci credo sempre e sarò sempre fedelissimo al Napoli, nonostante i difetti che mostra”.
Qual è il tuo giocatore preferito in questo Napoli?
“Sicuramente il Pipita Higuain, che mi piace molto. E’ spesso lasciato da solo in avanti, ma può risolvere la partita da un momento all’altro. Io so che lui è attaccato a Napoli e alla maglia azzurra e questo mi fa davvero piacere”.
Cosa serve nel mercato di gennaio per rinforzare la squadra?
“Io comprerei un portiere, Rafael è sicuramente un ottimo giocatore, ma il Napoli vive sempre con il patema d’animo quando il pallone arriva in quelle zone e la difesa ne soffre, assieme a noi tifosi. E’ sicuramente stato sfortunato per l’infortunio dell’anno scorso, però io sogno il ritorno di Pepe Reina, uno che dava tanto allo spogliatoio e che era un vero e proprio leader, quello che manca al Napoli di quest’anno”.
Come valuti il momento negativo di Hamsik?
“Ormai è un napoletano, un nostro concittadino. Mi dispiace per la sua situazione attuale, non credo che sia schierato nella posizione ideale, anche perchè con la sua nazionale di solito fa molto meglio”.
Tra Lavezzi e Cavani chi rivorresti a Napoli?
“Sicuramente il Pocho. Cavani per me è un traditore, parola del fedelissimo Malamore. Per me ci ha traditi perchè aveva detto di voler andare a migliorare, di voler vincere il più bel campionato del mondo e poi è andato al Paris Saint Germain, nel campionato francese e questo fa capire che è andato via per i soldi. Ha perso molti punti nonostante sia un grande goleador. Il Pocho è una parte di cuore e potrebbe fare bene in questo Napoli con Higuain”.
Sei un grande sportivo ed anche un appassionato di basket. Segui la Givova Flor do Cafè Napoli, come valuti il campionato della squadra di Calvani?
“Seguo il Napoli Basket da vent’anni, da quand’ero piccolo, tifo per qualsiasi cosa abbia i colori del Napoli. Napoli ha avuto molti problemi societari in passato, quello attuale è un campionato difficile, ma la vittoria contro Verona ci fa ben sperare per un salto in A1, categoria nella quale merita di stare una città come la nostra. Sono fiducioso e penso che il pubblico tornerà a seguire Napoli con passione, spero che possano farlo al nostro palazzetto, il Mario Argento”.
Quali sono i tuoi ricordi migliori del Napoli Basket?
“L’epoca più bella è stata la gestione Maione con la vittoria della Coppa Italia, ho seguito Napoli spesso anche in trasferta e ricordo con gran piacere Lynn Greer, giocatore eccelso e d’altri tempi, che al giorno d’oggi manca a un basket diventato più fisico e molto meno tecnico. Mi piacciono tutti i giocatori del Napoli Basket, punto sul mio amico David Brkic, giocatore completo che può fare venti punti a partita. E’ un numero 5, un pivot con la mano da guardia”.
Nel ringraziarti per la tua disponibilità ti chiediamo un saluto a coloro che ci seguono.
“Ragazzi state senza pensieri e aspettateci perchè Gomorra tornerà e soprattutto tifate sempre per il Napoli!”.
Ecco la video-intervista esclusiva:
Intervista a cura di Dario Gambardella e Francesco Pugliese.
Riprese e montaggio di Antonio Balasco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro