Gli uomini intelligenti, coscienziosi ed appassionati al proprio lavoro sono pieni di dubbi, bisogna sempre diffidare da chi comunica certezze assolute, verità inalienabili. Mazzarri, come tutti noi, ha bisogno di riflettere, studiare e magari anche sbagliare, prima di applicare delle scelte, sempre particolari in una piazza “chiacchierona” e complessa come Napoli.
Il turnover, la gestione degli uomini è il principale cruccio del tecnico, spaventato sin dall’inizio della stagione dai tanti impegni che devono affrontare gli azzurri tra Europa League e campionato. Il tecnico toscano era a conoscenza del limitato budget del mercato estivo, della necessità di liberarsi innanzitutto dei tanti esuberi, ed ha indirizzato Bigon e De Laurentiis verso le sue filosofie: spogliatoio corto per ridurre quanto più possibile gli screzi interni e potenziamento della rosa in ruoli cardine, come il centrocampo, dove il direttore sportivo del Napoli ha compiuto un prodigio nel portare a basso prezzo in maglia azzurra Sosa e Yebda, che stanno cominciando a dimostrare le loro qualità.
Mazzarri è stata la mente del mercato del Napoli, che aveva come altra stella polare il fair play finanziario e il desiderio di De Laurentiis di compiere un investimento molto più accorto rispetto agli anni precedenti. Il tecnico ha condiviso con la dirigenza la cessione di Quagliarella, perché ha scelto di affidare lo spogliatoio ai sudamericani. Il Napoli ha perso un grande talento, a mio avviso una delle seconde punte più forti del campionato italiano; sarebbe stato devastante l’attacco partenopeo con Cavani, Lavezzi e l’attaccante stabiese, però Mazzarri ha guadagnato maggiore compattezza tra le mura di Castelvolturno, con i sudamericani a guidare il gruppo. Cavani si è integrato subito e bene e le sue prove al di sopra delle aspettative è frutto anche di questa situazione, non solo delle sue qualità. Da queste dinamiche ne ha tratto giovamento soprattutto il rendimento di Lavezzi, che oggi si comporta da leader. Il “Pocho” accetta la panchina, svolge i compiti del leader e del trascinatore, segue di più le indicazioni dell’allenatore, che gli chiede di fare movimenti da attaccante vero, e mostra anche più personalità nelle dichiarazioni.
Le insofferenze del passato sono lontane; grazie al grande lavoro di Mazzarri che lo tratta come un padre, Lavezzi ha compiuto il processo di maturazione e vuole puntare alla Coppa America ed ai Mondiali, ben figurando in maglia azzurra.
In attacco il tecnico toscano ha voluto Lucarelli, un uomo di esperienza da recuperare atleticamente e da utilizzare, insieme ad Aronica, come trait d’union con lo spogliatoio. L’ex attaccante del Livorno però, alla seconda apparizione, contro l’Utrecht, si è infortunato e ritornerà probabilmente a Gennaio. Il Napoli non è riuscito ad accontentare le richieste dell’allenatore soltanto riguardo al difensore mancino, con il quale migliorare la retroguardia. Il primo obiettivo era Ruiz, ma il club di De Laurentiis non ha voluto pagare gli otto milioni della clausola rescissoria. Il difensore dell’Espanyol sarà il primo obiettivo della sessione invernale, con la speranza che utilizzando Datolo, in prestito con diritto di riscatto alla società catalana, o Santacroce, il prezzo cali. Questa lunga parentesi sul mercato serve ad introdurre l’argomento al centro del dibattito dopo la vittoria col Parma: il turnover. Le scelte dell’allenatore della compagine partenopea domenica dimostrano che il mister, mettendo sulla bilancia le varie soluzioni possibili, sta valutando l’idea che urge applicare con maggiore costanza il turnover. Con le nazionali, l’Europa League ed il campionato, i top player dell’organico non possono garantire a livello fisico, ma soprattutto a livello mentale un rendimento massimale. Il tecnico ha il compito difficile di creare rotazione tra gli elementi della rosa, ma lavorando allo stesso tempo sulla crescita dei calciatori e sugli equilibri nello spogliatoio. Con enorme stima verso il suo lavoro, certificato dai risultati, mi permetto di dare due consigli a Mazzarri: mister, ognuno nel suo ruolo e nessun “escluso” in casa. A conferma di questi miei suggerimenti, propongo i casi di Vitale, Zuniga e Yebda. Il terzino di Castellammare ha dimostrato sia nel secondo tempo di Bucarest, dopo il tracollo iniziale che ha riguardato tutta la squadra, che contro il Parma che può dare il suo contributo. Mazzarri in estate aveva chiesto la sua cessione in prestito alla Triestina perché preferiva puntare su un uomo di esperienza, una sua vecchia conoscenza come Modesto. La trattativa con il Genoa sfumò e Vitale è rimasto in maglia azzurra e sta dimostrando di essere all’altezza del ruolo di alternativa a Dossena, quindi merita spazio. Zuniga a Brescia e contro il Parma sembrava un altro giocatore rispetto alle prove irritanti contro Catania e Liverpool. In Sicilia, impiegato a sinistra, dove sembra un pesce fuor d’acqua, una sua distrazione portò al pareggio di Gomez e contro gli inglesi al San Paolo fu autore di una prestazione svogliata ed inconsistente. E’ evidente che il colombiano non gradisce essere impiegato a sinistra ed esprimeva il malumore perché vedeva il rendimento non all’altezza di Maggio e sperava di essere chiamato in causa. Yebda è un giocatore dalle qualità importanti, ha ordine tattico, senso della posizione, fisicità e personalità. L’algerino è il centrocampista più completo dell’organico del Napoli, contro il Parma ha dimostrato di poter crescere sotto il profilo del dinamismo e che così può far tirare il fiato a Gargano, che se non sta al 100% perde la capacità di alzare i ritmi e diventa un giocatore confuso e prevedibile. Per questi motivi auspico ancora un recupero di Santacroce, a partire proprio dalla gara di Cagliari. A lei le ardue scelte, in bocca al lupo, mister!
Ciro Troise
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