Il direttore sportivo Riccardo Bigon è l’anima del mercato partenopeo; infatti, De Laurentiis è la mente ispiratrice di ogni colpo, colui che tutto deve sapere ed avallare, ma Bigon è l’interprete dell’arte della mediazione tra le esigenze tattiche di Mazzarri e quelle di bilancio della società.
Alla seconda esperienza, dopo il cammino compiuto a Reggio Calabria con Foti, sta trovando uno spazio importante in società proprio grazie alla sua capacità di fare l'”equilibrista” con l’obiettivo concreto di risolvere i problemi.
Girando sui campi del settore giovanile (principalmente Primavera e Berretti), abbiamo spesso incontrato Bigon, che dimostrava così la volontà di osservare con i propri occhi il lavoro della “scugnizzeria”.
Studiando le prospettive dei ragazzi, il ds s’informava anche con Santoro e Caffarelli, autore di un buon lavoro nella scorsa stagione condito con il titolo di Campione d’Italia conquistato dalla Berretti e le fasi finali raggiunte da Allievi e Giovanissimi Nazionali. L’unico fallimento fu quello della Primavera di Miggiano, non qualificata ai play-off; l’auspicio è che con Dodo Sormani si possano ottenere risultati migliori.
Al vivaio partenopeo serve, però, adesso una sterzata; positive le scelte del ritiro per Primavera ed Allievi Nazionali (i ragazzi di Sormani sono già in ritiro a Mezzana e dal 16 al 26 disputeranno un torneo internazionale a Vancouver, quelli di Nicola Liguori si recheranno a Dimaro dal 15 al 25 Agosto mentre dal 10 al 13 svolgeranno un pre-ritiro al “Kennedy”) e l’arrivo del secondo campo al “Parco Polisportivo Partenopeo” (il “Kennedy” ai Camaldoli) che permetterà di raggruppare almeno una parte delle giovanili azzurre. Sono già in corso i lavori per gli spogliatoi, resteranno al Complesso Sportivo “Nuova Audax” di Casoria soltanto gli Esordienti (i ’99 ed i ‘2000). Tutto ciò, però, non basta. La politica dei passettini non è all’altezza delle belle parole spese da De Laurentiis per l’investimento sui giovani. Il direttore sportivo Bigon deve chiedere al patron maggiori risorse (il Napoli spende soltanto 300 mila euro l’anno per la sua “cantera”, è l’ultimo nella classifica per risorse stanziate dei club di Serie A) ed impostare un lavoro di crescita per obiettivi del vivaio, ispirandosi alla politica vincente realizzata per la prima squadra. Innanzitutto non si può vivere con il miraggio della costruzione di nuove strutture. Dopo sette anni di presidenza, De Laurentiis, in attesa della realizzazione dei suoi progetti tra Castelvolturno e dintorni, potrebbe acquistare o prendere in affitto la struttura di Marianella, una volta di proprietà del Napoli ed oggi nelle mani della Neapolis Frattese di Moxedano. Il trasloco a Frattamaggiore della compagine che milita nella Seconda Divisione della Lega Pro potrebbe anche favorire il buon esito della trattativa. Si faccia un anno di transizione con almeno finalmente nella stessa struttura Primavera, Berretti, Allievi e Giovanissimi Nazionali e si progetti per la prossima stagione il ritorno a Marianella, che rappresenterebbe un luogo in cui riunire tutte le giovanili. Avere le compagini impegnate nei tornei nazionali nello stesso centro sportivo favorirà anche l’attività di Dodo Sormani, che, oltre a guidare la Primavera, sarà anche il coordinatore dei tecnici. L’ex juventino ha già incontrato gli allenatori, raccomandando loro l’omogeneità tattica di tutte le compagini giovanili, che devono utilizzare il modulo adoperato da Mazzarri.
Per compiere il salto di qualità, però, serve la convinzione da parte della presidenza; tocca a Bigon convincere De Laurentiis usando gli esempi di Insigne, Maiello e Dezi, tre talenti su tutti che rappresentano il patrimonio del club partenopeo. Questi ultimi potranno fare anche le fortune degli azzurri e, con maggiori investimenti e più cura per il vivaio, la qualità generale potrebbe crescere ancora di più ed avere tanti talenti “prodotti in casa”.
Sono giorni decisivi per il vivaio sotto il profilo organizzativo ed il nostro auspicio è che possa inseguire le orme della prima squadra, che con Mazzarri ha compiuto enormi passi in avanti riguardo a professionalità e dedizione nel lavoro. Sabato a Rovereto sono rimasto impressionato dal fatto che gli azzurri abbiano già interpretato alla perfezione i movimenti ed i meccanismi tattici richiesti dal tecnico. Giocatori come Dzemaili, Donadel e Fernandez sembrano dei “veterani” invece che gli ultimi arrivati; qualcuno deve migliorare sotto il profilo atletico, come Britos e Santana. La crescita nella fase di possesso, con gli innesti di Inler e Dzemaili, è lampante; questi miglioramenti comunicano la sensazione di una squadra solida e sicura dei propri mezzi. Aspettiamo i test più probanti contro Penarol e Siviglia per dare un giudizio più completo, ma la sensazione è che stia nascendo un grande Napoli.
Ciro Troise
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