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Segnali di crescita

E' da segnalare la prova di Yebda, che comincia a mostrare le sue qualità

Gli “esteti del calcio”, quando vanno a guardare una partita, cercano lo spettacolo, il divertimento. Chi invece vive di pane e pallone e segue questo sport con passione, oppure ancora meglio ne è stato protagonista, sa che il sale di questo “antico gioco” non sono le belle giocate, ma l’intensità, la capacità di combattere senza mai mollare, di voler a tutti i costi portare a casa il risultato. 

A Brescia gli amanti delle manovre fluide ed avvolgenti sono rimasti delusi, però il Napoli, in un clima veramente pessimo, ha mostrato grandi segnali di crescita. Mazzarri al “Rigamonti” in sala stampa ha dichiarato che la squadra sta acquisendo il credo dell’allenatore. Queste parole non sono frutto del caso, infatti, il Napoli ha mostrato durante la stagione profondi limiti nella capacità di reggere la concentrazione per l’intero arco del match. Il gol del pareggio del Bari, subito un minuto dopo la rete, i primi quindici minuti di Bucarest o i venticinque minuti regalati al Milan nell’ultimo match al San Paolo, sono frutto di amnesie e della difficoltà nella gestione dell’approccio mentale.

Il Napoli torna da Brescia, invece, con la convinzione che, se gioca con l’intensità e l’ardore della prova del “Rigamonti”, può dire la sua in tutte le competizioni, a partire proprio dalla magica sfida di Anfield Road.  Gli azzurri in fase passiva hanno sempre mantenuto la compattezza necessaria per coprire tutti gli spazi ed hanno sofferto solo in occasione delle ripartenze del Brescia, che approfittava dei palloni persi a centrocampo per innescare la velocità di Eder oppure cercava di colpire gli uomini di Mazzarri sulle fasce. Qualche altro pericolo è derivato da calci piazzati, come il colpo di testa di Caracciolo terminato a lato sugli sviluppi di un calcio d’angolo oppure del tiro sempre del bomber bresciano terminato sopra la traversa, in occasione di una punizione battuta da Cordova. E’ da segnalare la prova di Yebda, che sta cominciando a mostrare le sue qualità: grande fisicità e la personalità di chi può vantare la partecipazione a vari campionati europei e soprattutto alle Coppe. L’algerino ha dato un grande contributo in termini di quantità, e soprattutto, il suo modo di giocare scolastico e preciso è molto importante, perché dà equilibrio ad un centrocampo, dove Gargano da un grande contributo in termini di dinamismo e di accelerazione della manovra, ma perde anche tanti palloni, che espongono il Napoli alle ripartenze degli avversari. In fase offensiva la compagine partenopea nel primo tempo non riusciva a dare pericolosità alla mole di gioco prodotta, perché gli azzurri arrivavano al limite dell’area ma non riuscivano a trovare lo spunto pericoloso, nel secondo tempo è entrato Cavani, che ha dato profondità alla squadra. Gli uomini di Mazzarri, subito dopo l’ingresso di “El Matador”, hanno sofferto perché hanno dovuto riorganizzarsi sul terreno di gioco e nel frattempo il Brescia si è reso pericoloso, con il palo di Caracciolo e l’auto-traversa di Campagnaro. Inoltre Sosa ha svolto un lavoro oscuro importante nella gestione del pallone, riuscendo a dare agli azzurri un grande contributo in termini di visione di gioco e di qualità della manovra, costringendo così anche il Brescia a correre dietro la sfera. Nonostante il campo pesante, “El Principito” è stato l’autore di lanci verso gli esterni ed ha perso pochissimi palloni. L’argentino, però, deve ancora crescere riguardo ai tempi, non è riuscito ancora a metabolizzare la velocità del campionato italiano. E’evidente comunque la crescita del giocatore, che acquista sempre più fiducia nei propri mezzi e la serenità, come dimostra il pregevole tiro al volo dal limite dell’area su cross di Zuniga, finito di poco alto. Dopo l’ingresso di Cavani, però è evidente, nonostante Mazzarri lo abbia negato in conferenza stampa, che il Napoli ha acquisito maggiore fluidità nella manovra, grazie proprio alla profondità data dall’uruguagio. Gli azzurri, quando si avvicinavano all’area di rigore avversaria, erano molto più pericolosi, ed il “Matador” poteva portare il Napoli in vantaggio qualche minuto prima, se fosse riuscito a spedire verso la porta la sua conclusione in scivolata sul cross di Zuniga. L’ingresso dell’attaccante dell’Uruguay ha favorito i movimenti di Lavezzi, che ha potuto così abbandonare il ruolo di punta centrale, per giocare nel modo più congeniale a lui, cioè svariare per tutto il fronte offensivo, e di Zuniga, il quale, piuttosto che accentrarsi e cercare il dialogo con i compagni, ha potuto verticalizzare di più e spingere sulla sua corsia, con la consapevolezza che un cross in area è molto più pericoloso, se in area c’è Cavani. Al “Rigamonti” abbiamo notato profondi segnali di crescita, ma anche i limiti ancora presenti nell’organico del Napoli. Il mercato estivo ha sicuramente migliorato il centrocampo, dando fisicità, personalità ed esperienza con Yebda e qualità con Sosa, che col tempo dimostrerà di essere un grande giocatore. Mazzarri, però, deve convivere con le carenze in difesa, dove serve assolutamente un difensore mancino, nonostante la capacità di Grava e Campagnaro di adattarsi sul centro-sinistra e del tecnico del Napoli di valorizzare gli uomini a sua disposizione; a centrocampo, per il tipo di gioco adottato, Gargano, nonostante i suoi limiti, è un calciatore fondamentale, perché è l’unico ad alzare i ritmi e a dare velocità ed imprevedibilità alla manovra, ed in attacco, con l’infortunio di Lucarelli, non può bastare il solo giovane promettente Dumitru per essere tranquilli. Noi non abbiamo mai lesinato critiche alle condizioni del San Paolo e agli errori del Napoli nella gestione della tribuna stampa e siamo felici che si vedano dei miglioramenti in questa stagione, ma la condizione dello stadio “Rigamonti” non è ammissibile in serie A. A causa della strutturazione dell’impianto di Brescia, con una tribuna stampa piccolissima, siamo stati costretti a lavorare col computer sulle gambe, senza pieni d’appoggio, e con la pioggia che ci cadeva addosso. Abbiamo letto da più parti che nella ricca città lombarda molti chiedano lo stadio nuovo, l’auspicio è che si attivino al più presto.

 

Dal nostro inviato al “Rigamonti” Ciro Troise

 

 

 

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