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Non c’è più tempo per le chiacchiere, bisogna prendersi la Storia!

Se ne parla dal fischio finale di Napoli-Manchester City del 22 Novembre scorso. Ormai il tempo delle chiacchiere è finito, Villarreal-Napoli è alle porte. Le frecciatine cominciarono proprio nella sala stampa del San Paolo. Il primo colpo fu opera di Roberto Mancini, che con il serafico stile British che lo contraddistingue, esclamò: “Se il Villarreal gioca seriamente, non è ancora detta”. Mazzarri e De Laurentiis incassavano senza cadere, il tecnico di San Vincenzo ad un passo dall’impresa più importante della sua carriera, preferì mettere le mani davanti: “Abbiamo già compiuto l’impresa considerando il valore del girone della morte”. Si è continuato per giorni con le voci che raccontavano dello sceicco Mansour intento ad incentivare il “Sottomarino giallo” a cercare contro il Napoli il riscatto per togliere la quota 0 dalla propria classifica e portare a casa i contributi dell’Uefa per i risultati positivi (800 mila euro per la vittoria, 400 mila per il pareggio). La bomba che sconvolge gli equilibri e semina il panico la tira sempre il presidente De Laurentiis che nel post-partita di Napoli-Juventus racconta di vedere principi e sceicchi che si agitano.

In Spagna si riapre l’attacco al patron del Napoli, che mancava sui media iberici dalla polemica nata sul “cretino” a Messi. Si trattò di una cattiva interpretazione di un’espressione dai toni coloriti di De Laurentiis che criticava al più grande campione del mondo di accettare di farsi ingabbiare nel sistema di gioco dell’Argentina. Storie di intrighi, problemi diplomatici in cui De Laurentiis s’immischia ma da cui sa anche tirarsi fuori alla grande con la capacità comunicativa che lo contraddistingue. Alle risposte spagnole De Laurentiis replica con un: “Volevo solo dire “statev’ accuort”. Un’espressione che ha seppellito le polemiche e spostato la concentrazione sugli impegni del Napoli, prima sulla sfida contro il Lecce vinta 4-2 dagli azzurri, e poi su quella più importante: quella di Villarreal che può dare il risultato storico della qualificazione agli ottavi di finale di Champions League. De Laurentiis l’ha ammesso anche in una recente conferenza stampa: “Perchè la mia esuberanza? Mi considero uno scapigliato, ho bisogno di alcuni colpi di testa altrimenti mi annoierei: se non facessi le mie “uscite caratteristiche” prenderei una pistola e mi sparerei”. Dietro le sue provocazioni c’è sempre un secondo fine, un sottotesto di grande valore. Il messaggio, più che al Villarreal o al Manchester City, era rivolto ai giocatori del Napoli. “Non vi regalano niente, dovete conquistarla voi”, è questo il senso del messaggio di De Laurentiis che sicuramente è arrivato al gruppo a disposizione di Mazzarri. Deve essere proprio questo l’approccio mentale alla gara: vincere e chiudere i conti, senza pensare a ciò che succede a Manchester.

Arriva all’incontro con il Villarreal una squadra in crescita sia sotto l’aspetto mentale che fisico. Gli azzurri stanno superando il tabù del doppio impegno ed, infatti, le prove contro Lazio e Lecce, a prescindere dai risultati, hanno mostrato una squadra concentrata e capace di dare intensità al proprio gioco, senza pensare agli impegni ravvicinati di Champions League. Quello fisico tocca soprattutto la crescita di alcuni giocatori, in primis Pandev. Santana aveva dato segnali di miglioramento a Bergamo, mentre contro la Juventus non è riuscito ad incidere, ma ha l’attenuante di essere entrato nel momento in cui i bianconeri stavano surclassando il Napoli dal punto di vista dell’intensità e dell’aggressività. Certamente poi non si può chiedere all’ex viola di essere il trascinatore.

La crescita di Pandev ha dato una nuova soluzione offensiva a Mazzarri, fondamentale per un reparto che soffriva il vuoto dietro ai tre tenori. Il lavoro compiuto sull’ex interista è un prodigio compiuto, oltre che da lui stesso, dal tecnico e dallo staff, in primis dal Prof. Rosario D’Onofrio e dai fisioterapisti Agostino Santaniello e Giovanni D’Avino, che non hanno mai mollato neanche dopo l’infortunio rimediato con la Nazionale macedone che ha allungato i tempi. Mazzarri è un maestro e, dopo Grava, Pazienza e Zuniga, sta realizzando un altro capolavoro con Pandev. Fa di necessità virtù il tecnico di San Vincenzo; contro la Juventus non aveva la prima punta e ha costruito un attacco senza punti di riferimento con Lavezzi che partiva da sinistra e Pandev da destra, che ha messo in crisi l’improvvisata difesa a tre di Antonio Conte. Nella ripresa poi è avvenuto il crollo psicofisico e l’unico errore del tecnico: aver creduto sul 3-1 di avere la vittoria in tasca e aver trasmesso questo messaggio alla squadra. Nella gara del risveglio Pandev è durato quarantacinque minuti, il suo secondo gol personale è un’intuizione dovuta alle sue grandi capacità tecniche, che hanno superato in quel caso anche la stanchezza. Contro il Lecce Mazzarri, con Cavani a disposizione, ha schierato Pandev nella posizione a lui più congeniale in questo frangente in cui la condizione atletica è ancora “work in progress”.

Il macedone doveva occupare venti metri di campo alle spalle di Cavani e Lavezzi, che, svincolandosi dal compito di essere la fonte di gioco, è molto più devastante. Pandev raccoglieva palla all’altezza della trequarti e trovava la giocata più congeniale, o l’assist filtrante o l’accelerazione. Al 60′ Mazzarri gli ha preferito Gargano perché cura ogni dettaglio ed il recupero di un calciatore passa per step da superare gradualmente.

Contro il Lecce ha fatto vedere dei segnali di miglioramento anche Dzemaili, apparso molto più presente nel sistema di gioco. La crescita gli ha dato coraggio ed il gol va proprio in questa direzione. Da qui a sostituire Gargano, però, ce ne vuole. Se il Lecce periodicamente riusciva a far male soprattutto centralmente tra le linee, dove Pasquato e Muriel nel primo tempo e sempre il colombiano con l’appoggio di Bertolacci nella ripresa sono riusciti a proporsi in fase offensiva pericolosamente, è dovuto anche alle mancanze dei centrocampisti. Se Inler deve essere il faro, Dzemaili deve compiere il dispendioso lavoro della cura delle due fasi, senza mai dimenticarsi soprattutto di quella difensiva. Tanti appunti per Mazzarri, dettagli su cui farsi sentire; il presidente ha parlato di 12 punti a Dicembre in campionato più il passaggio del turno in Champions. I primi tre sono arrivati, Novara, Roma e Genoa sono tre compagini in difficoltà che il Napoli può superare. Nel mezzo, cari azzurri, prendetevi la storia al Madrigal!

 

A cura di Ciro Troise

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