Si sprecano i complimenti, anche le testate nazionali sempre disposte ad apostrofare gli atteggiamenti di De Laurentiis mettono il Napoli nelle griglie virtuali dopo le milanesi o addirittura alle spalle del Milan e prima dell‘Inter. Gli azzurri l’anno scorso partirono in sordina, la cessione di Quagliarella del 26 Agosto faceva in modo anche che le critiche fossero più dei consensi. Agire da “matricola che sorprende tutti” è molto più facile che affrontare il campionato da big con le pressioni che ne derivano. La rosa è molto più ricca d’alternative rispetto alla scorsa stagione ma la gestione degli infortuni sarà ancora più importante con l’impegno della Champions. L’inizio sotto questo profilo non è positivo con gli stop di Britos e Donadel, due nuovi acquisti. Sabato il Napoli affronterà il Cesena già con gli uomini contati a centrocampo a causa dell’assenza per squalifica di Gargano e proprio di Donadel per infortunio; forse troverà spazio nelle convocazioni qualche giovane della Primavera, intanto Dezi è fermo ai box per un influenza.
Mazzarri, da esperto uomo di calcio che ha fatto la gavetta, è consapevole delle tante difficoltà che lo attendono, e, quindi, sicuramente non farà distrarre i suoi ragazzi dalle voci roboanti che parlano di scudetto.
Le partite vanno giocate e sono ricche d’insidie; già sabato a Cesena Mazzarri incontrerà sulla sua strada Giampaolo, tecnico non esaltante ma che ha sempre imbrigliato il Napoli con la sua capacità di bloccare le fasce e di non dare punti di riferimento alla retroguardia partenopea con un tridente molto mobile. Me lo ricordo ai tempi di Napoli-Cagliari 0-2, la gara del ritorno degli azzurri in Serie A con Reja, ma anche due stagioni fa Mazzarri fu imbrigliato in Catania-Napoli 0-0, con una prestazione degli azzurri molto deludente. Sabato sera sarà fondamentale il lavoro dei due centrali di centrocampo che possono dare sia imprevedibilità che consistenza alla manovra in modo da superare le retroguardia del Cesena e fare da supporto ai difensori in fase di non possesso. Inoltre l’allenatore del Napoli avrà solo giovedì tutti gli effettivi a disposizione, a causa degli impegni con le Nazionali.
Sulla campagna trasferimenti, per cui sono piovuti i complimenti alla società partenopea, sicuramente il voto è alto. Aver affidato gran parte dell’organico a Mazzarri per il ritiro mostra un atteggiamento da grande squadra; basta vedere la precarietà organizzativa di Inter, Juventus e Roma per capire quanti progressi il Napoli ha compiuto riguardo alla stabilità societaria. L’arrivo di Pandev poi a fine Agosto ha rappresentato un’ottima soluzione per l’attacco. L’operato poteva diventare eccelso con l’arrivo di un esterno sinistro che potesse far respirare Dossena (sarà il primo obiettivo per Gennaio) e con l’arrivo di Criscito con cui il Napoli avrebbe compiuto il salto di qualità nel ruolo di centrale mancino della difesa a tre.
Il lato sinistro del campo è l’enigma della gestione De Laurentiis; per anni il problema è stato l’esterno, indimenticabile la vicenda Savini, fino all’acquisto di Dossena a Gennaio 2010 (il primo colpo di Bigon). Da allora in poi la società partenopea non è riuscita a trovare un’alternativa valida; si sono inventate soluzioni d’emergenza come l’adattamento di Aronica o Zuniga. Il problema attuale, invece, è il centrale mancino; infatti, gli azzurri non riescono mai a portare a casa il primo obiettivo di mercato. A Gennaio, dopo il primo tentativo per Criscito, si puntò Britos ed arrivò Ruiz, che non ha mai convinto Mazzarri per i suoi limiti riguardo all’aggressività e alla rapidità d’esecuzione. In quest’estate c’è stato di nuovo l’assalto al difensore di Volla, ma alla fine è arrivato Britos, poi l’infortunio a Barcellona ed è stato acquistato l’argentino Fideleff. Le prime uscite dell’uruguagio, prima dell’infortunio, dimostrano che, oltre al tempo necessario per comprendere i meccanismi della difesa a tre (si è messo anche l’infortunio ad allungare i tempi), Mazzarri deve fare un lavoro importante sulle motivazioni per farlo tornare quello che l’ha impressionato in un Sampdoria-Bologna, dove annullò Cassano (retroscena raccontato dal tecnico in una conferenza stampa a Dimaro). Sul centrale sinistro adesso la situazione è chiara; Aronica, con il contratto in scadenza nel 2012 e vicinissimo al Bologna a Luglio prima dello stop di Mazzarri alla trattativa, sarà la prima scelta nelle gerarchie prima del ritorno di Britos. Fideleff sarà un’alternativa al palermitano; inoltre, essendo roccioso ed arcigno, ha anche caratteristiche simili ed, infatti, può essere definito un giocatore più adatto al Catania, al Cesena, al Chievo, al Parma, che qualche settimana fa stava per chiudere l’affare con il Newell’s Old Boys. L’argentino non ha certamente lo spessore per essere considerato una prima scelta da Napoli; poi le vie del pallone sono infinite, soprattutto grazie ai “miracoli” di Mazzarri.
Il valore aggiunto della gestione De Laurentiis è il legame tra la crescita tecnico-sportiva e quella societaria. C’è un legame che unisce questi due ambiti in questo momento: evitare i proclami e lavorare, visto che c’è tanto da fare soprattutto sui due argomenti più spinosi: lo stadio ed il settore giovanile. Riguardo al San Paolo si parla di un accordo tra De Magistris e De Laurentiis per un nuovo impianto; una volta risolte completamente le impellenze richieste dall’Uefa si faccia chiarezza sul futuro della “casa del Napoli”. Infatti, si lavori su questo e si cominci a progettare un nuovo impianto. La prassi del “mettere le toppe” finora ha dato i suoi frutti, ma è giunta l’ora della progettazione. Il “catino di Fuorigrotta” fa acqua da tutte le parti; dai servizi igienici malfunzionanti ai sediolini divelti, fino ad una sala stampa non adeguata al blasone del Napoli. La convenzione tra il Comune e la Società Sportiva Calcio Napoli scade nel 2014; il club di De Laurentiis, nonostante l’accordo favorevole, versa in una situazione debitoria. Sicuramente è essenziale per avviare il progetto di un impianto di proprietà, sul modello della Juventus, che anche il Governo si muova a sbloccare la legge Crimi sugli stadi.
Anche sul vivaio è necessario strutturare un progetto; l’approdo di Sormani può far crescere il livello tecnico generale, almeno sotto il profilo del coordinamento, la concentrazione di quasi tutte le giovanili al “Kennedy” può essere un passo in avanti dal punto di vista organizzativo ma serve indicare qual è la linea su più punti: rapporto con genitori, mediatori e procuratori, scouting giovanile, relazioni con le scuole calcio, investimenti e professionalità del lavoro in generale.
Ciro Troise
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