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Napoli, dal “caso Lavezzi” alla tensione con il Siviglia. Che confusione!

Spunti di riflessione dopo i due match, tra il calcio ed il mercato

A Dimaro avevamo visto un Napoli ordinato, sereno, immerso nella filosofia mazzarriana “testa bassa e lavorare”. Solo le sfuriate di De Laurentiis davano qualche scossone all’ambiente, che però poi ritrovava agevolmente l’ordine. Il Napoli visto contro il Siviglia è immerso in uno stato confusionale e di tensione anche eccessivo rispetto alla portata degli eventi del calcio d’agosto. Non è un dramma perdere un’amichevole contro una compagine di buon livello, molto più avanti nella preparazione, visto che fra dieci giorni deve disputare il preliminare di Europa League e tre giorni dopo inizia la Liga. Non arriva nessuno in conferenza stampa, che peccato, avremmo voluto dialogare con Mazzarri sugli spunti di riflessione che possono nascere dopo cinque amichevoli.

Il tecnico toscano è abile a gestire la complessità delle situazioni e toccherà a lui, da domani, alla ripresa a Castelvolturno mettere le cose a posto. Mazzarri dovrebbe avere a disposizione anche Cavani e Gargano, di ritorno dalle vacanze dopo la Coppa America.

La bomba che ha scosso gli equilibri in casa Napoli è sempre la stessa: il caso Lavezzi. Sembra un film già visto, un replay delle innumerevoli polemiche a distanza tra la sregolatezza del Pocho ed il rispetto delle regole che vorrebbe il patron.

Tutto è cominciato giovedì, quando De Laurentiis nella conferenza stampa convocata alla vigilia dell’amichevole contro il Penarol, ha usato parole forti nei confronti del Pocho: “Deve comportarsi più da napoletano e meno da argentino. Non può più sbagliare, deve assumersi le sue responsabilità. Me lo voglio portare un weekend in barca per fargli il lavaggio del cervello”. Poche ore dopo quei messaggi arriva il fulmine “Porto Cervo”, l’ennesimo confronto mediatico su posizioni diverse tra De Laurentiis e Mazzarri.

Il presidente dice di aver pensato ad uno scherzo al cospetto della proposta di mandare il Pocho in Sardegna a compiere riposo e lavoro personalizzato, il tecnico difende la scelta studiata con il preparatore atletico Pondrelli.

La prima serata del Pocho in Sardegna mette in crisi il Napoli. Trova sempre più conferme la “notte brava” dell’argentino nei luoghi magici della costa, famosi per le attrazioni della movida.

De Laurentiis se lo aspettava, ha avallato la scelta del suo staff tecnico perché tutto ciò fa parte del modus operandi instaurato dopo aver fatto pace con Mazzarri. “Decidi tu e ti assumi le responsabilità”, ecco il nuovo corso del patron dal rientro di Lucarelli alla gestione di Lavezzi.

Il patron è stufo dei comportamenti del Pocho, ed, infatti, ha provato a sostituirlo prima con Sanchez e poi con Vucinic. Le attrazioni blaugrana e le limitazioni del monte ingaggi hanno bloccato il piano presidenziale, che potrebbe riaccendersi con Jovetic, nome svelato come un indizio da “dare in pasto” ai media in uno dei tanti appuntamenti con stampa e tifosi a Dimaro. Se a Firenze dovesse arrivare Cassano, allora ci sarebbero più probabilità di convincere i Della Valle con una buona offerta, considerando che nell’organico viola c’è anche Ljalic.

Il mercato del Napoli è sempre aperto, a prescindere da quanto dichiarato dai protagonisti della società partenopea. Ci sono i casi spinosi Gargano e Lavezzi, il cui epilogo non è per nulla scontato.

Se arrivano le offerte congrue, i due possono anche partire. Il Napoli comunque non retrocederà sulle proprie pretese: sette-otto milioni per l’uruguagio e trentadue per l’argentino oppure non se ne fa nulla. Le avances di Tottenham, Manchester City, Malaga ed Atletico Madrid non hanno prodotto ancora delle proposte soddisfacenti; infatti, non hanno superato la quota dei ventidue milioni di euro. Inoltre, prima di pensare a queste operazioni, il club partenopeo deve avere pronte le alternative da piazzare in un organico che certamente non può essere indebolito.  L’incastro di tutti questi fattori, che porterebbero alla cessione di Lavezzi, ad oggi è ancora difficile da realizzare. Intanto la priorità sul mercato è concludere la cessione degli esuberi: restano Cigarini, Bogliacino e Rinaudo da mandare altrove e poi bisogna capire quali saranno le decisioni riguardo al futuro di Dezi.

Adesso parliamo di calcio; i test contro Penarol e Siviglia non possono determinare delle conclusioni, ma sicuramente degli spunti di riflessione. L’intensità vista nel secondo tempo contro gli spagnoli, il carattere mostrato nel tentativo di voler recuperare il match, la capacità di chiudere la compagine di Marcelino nella propria metà campo rappresentano il bicchiere mezzo pieno, che dimostra il buon lavoro che sta compiendo Mazzarri. E’, però, evidente che le due sfide hanno dimostrato (ove ce ne fosse ancora bisogno) che l’organico non è completo. Dossena non può assicurare l’eterna brillantezza sulla corsia sinistra e nella manovra partenopea i tagli degli esterni sono fondamentali nel favorire le aperture in velocità dei centrocampisti. In attacco Lucarelli non può rappresentare la principale alternativa a Cavani; il Napoli gioca con scambi veloci ed ha nell’imprevedibilità la missione da perseguire. Il livornese non è in grado di reggere l’urto per un periodo lungo del match, può rappresentare solo una variante tattica contro le difese schierate, in cui magari può essere utile il peso offensivo di Lucarelli, oltre ad essere prezioso nel rapporto tra il tecnico e lo spogliatoio. La difesa non è ancora granitica, uruguagi e spagnoli hanno avuto troppi spazi a disposizione per colpire De Sanctis e Rosati. Per i movimenti del reparto arretrato bisogna lavorare ancora, c’è bisogno di tempo e poi Mazzarri su questo versante è una garanzia.

 

Ciro Troise

 

 

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