Il Napoli è vicino alla qualificazione in Champions League, una competizione che da quando ha assunto la denominazione inglese, non ha mai visto la partecipazione degli azzurri. L’ultima volta si chiamava Coppa dei Campioni, era la stagione 1990-91; il Napoli si qualificò in quanto Campione d’Italia e la sua avventura terminò ai rigori agli ottavi di finale nella gelida serata di Mosca contro lo Spartak.
Finì 0-0 al San Paolo ed anche a Mosca dopo i tempi supplementari, ma il Napoli uscì ai calci di rigore (5-3 per i russi); si tratta della sfida celebre per le polemiche di Maradona, che non partì con i compagni e li raggiunse solo la sera successiva.
Con la vittoria contro il Genoa, il club partenopeo ha compiuto un bel passo in avanti verso il ritorno nell’Europa che conta, ma piuttosto che la felicità, regna l’incertezza e l’ansia per il futuro, determinata soprattutto dall’incertezza riguardo alla guida tecnica, con l’ipotesi in campo che Mazzarri possa lasciare. Dopo la sconfitta di Palermo avevo avuto la sensazione di una squadra colpita da un calo fisico e mentale, dopo il sogno-scudetto, che trainava gli azzurri con l’entusiasmo, sfumato contro l’Udinese. Nel pomeriggio di Sicilia si era vista una squadra sottotono, poco lucida e serena, anche per le continue voci che si rincorrevano sul futuro dei gioielli e soprattutto di Mazzarri, corteggiato ormai da mesi dalla Juventus, oltre all’incertezza che regnava anche sul premio Champions. De Laurentiis ha colto la situazione ed ha messo in campo la strategia, ponendo gli argini alla confusione, che può produrre grandi danni. Nel weekend pasquale a Capri ha incontrato Hamsik per una cena; lo slovacco è un po’ un uomo-squadra ed ha cercato di comprendere l’umore dello spogliatoio su tutte le situazioni in corso. De Laurentiis avrà sicuramente capito il legame profondo tra Mazzarri e lo spogliatoio; furono chiare le parole di capitan Cannavaro di qualche settimana fa: “Mi auguro che rimanga, è un grande allenatore, con lui siamo un corpo unico”. Perciò la priorità di De Laurentiis rimane trattenere Mazzarri, rinnovando il contratto con i suoi collaboratori in scadenza ed essendo pronto a discutere anche dell’adeguamento dell’ingaggio. Il mercato è la vera spina ed è stato anche l’argomento su cui i due hanno discusso dopo la sconfitta di San Siro; Mazzarri vuole le garanzie tecniche perché sa che è difficilmente potrà ripetere il miracolo compiuto in questa stagione, soprattutto con la Champions, a cui non ha mai partecipato. Ai microfoni di Sky il tecnico di San Vincenzo è stato chiaro: “Servono due giocatori di qualità per ogni ruolo, non serve aumentare il numero dei componenti dell’organico, ma accrescere il livello qualitativo” , così Mazzarri ha alzato il livello del suo potere contrattuale nel confronto con il presidente.
La priorità è trattenere il tecnico che ha quasi portato gli azzurri in Champions, ma bisogna cautelarsi; perciò ha già contattato Delio Rossi, che ha espresso la sua disponibilità a trasferirsi all’ombra del Vesuvio. Il tecnico di Rimini era stato già bloccato dal Genoa; perciò De Laurentiis ha chiamato Preziosi, per sondare il terreno di un “gentlemen agreement” usando come potere la volontà di Rossi a preferire il Napoli rispetto ai sondaggi dei liguri e della Fiorentina. Il Genoa è pronto a contattare Malesani, mentre Gasperini, da più parti proposto al Napoli, potrebbe approdare alla corte di Zamparini a Palermo. Una data importante del viaggio del patron nella costruzione del Napoli del futuro è il 26 Aprile, quando De Laurentiis compie la sua irruzione a Castelvolturno per un summit con Bigon, Santoro, Fassone e Chiavelli. Si è parlato della programmazione del ritiro, di merchandising, dello stadio, del mercato ed anche di settore giovanile. Infatti, è stato chiamato a colloquio anche il responsabile del settore giovanile Caffarelli; l’argomento trattato è stato il possibile approdo di Giorgio Molon, attualmente al Padova, come responsabile del vivaio partenopeo. Questa scelta non sarebbe gradita al team manager Santoro e a Caffarelli, che vedrebbe limitato il suo ruolo nel Napoli; un compromesso ipotizzato potrebbe essere il padovano Molon nel ruolo di responsabile e Caffarelli che torna alla guida della Primavera, vista la fallimentare stagione di Miggiano, che non ha centrato la qualificazione ai play-off, oltre alla debacle della Viareggio Cup. Intanto, per cautelarsi, viste le dinamiche in atto nel Napoli, Molon ha rinnovato per altre due stagioni il suo accordo di collaborazione con il Padova Calcio.
Mazzarri, nel suo legittimo ripetere: “Ne parleremo a fine stagione”, ha superato i limiti della diplomazia quando ha paragonato l’esperienza sua al Napoli a quella di Del Neri alla Sampdoria o ricordando la sua scelta di andare via da Livorno, dopo aver vinto un campionato, ricadendo nell’errore compiuto al “Chiambretti Night”, quando lanciò il messaggio a Marotta: “Adesso saprebbe quali sono le mie richieste tattiche”. Da settimane sostengo che Mazzarri non sta gestendo al meglio dal punto di vista comunicativo la sua situazione a Napoli, ed, infatti, il popolo partenopeo è abituato, con la sua passione talvolta invadente, a donare tutto il suo amore a chi rappresenta con onore la maglia azzurra, poi a spazientirsi quando si sente tradito, o meglio nei momenti in cui non vede ricambiato il proprio immenso rispetto. Giustamente il tecnico vuole essere coerente, non vuole fare promesse che potrebbe non mantenere, ma deve limitarsi a dire: “Ne parleremo a fine stagione” e poi, ad obiettivo raggiunto, chiarire la sua posizione prima con De Laurentiis e poi con i tifosi.
Tra le tante spine nella costruzione del futuro, c’è il presente che incombe con l’accesso diretto alla Champions da salvaguardare. Il prossimo impegno è l’ostica trasferta di Lecce, con i salentini che daranno l’anima per conquistare la salvezza; superato l’ostacolo pugliese (in base anche a cosa farà la Lazio), con Inter e Juventus la posta in palio sarebbe il prestigio del secondo posto e scusatemi se è poco……
Ciro Troise
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