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L’immobilismo è una tattica

Una volta effettuate le cessioni, arriveranno gli acquisti

Nell’estate del calciomercato il “tam-tam mediatico” ha bisogno della notizia, del colpo che alimenta l’immaginario dei tifosi. Le critiche al mercato del Napoli nascono da quest’ansia, legittima perché con il ritorno in Europa degli azzurri c’è l’attesa di capire con quale organico la società partenopea si presenterà per l’inizio della prossima stagione. Il mercato però finisce il 31 Agosto e quindi Bigon ha il tempo per rinforzare la rosa e costruirsi il suo biglietto da visita per i napoletani, nella sua prima campagna acquisti estiva. Fare i paragoni con le passate stagioni è un’operazione superficiale e riduttiva, che ci impedisce di comprendere l’operato della società. Il “Napoli targato Marino” aveva una prassi completamente diversa dall’attuale dirigenza.

L’ex direttore generale, dopo aver notato un giocatore, cercava di chiudere al più presto la trattativa, lontano dagli occhi indiscreti dei giornalisti. Inoltre Marino ha avuto sempre il compito di rifondare gli organici a causa delle promozioni in categorie superiori, che richiedevano delle rivoluzioni, oppure per riscattarsi dopo il fallimento della stagione 2008-09. Invece, Mazzarri ha a disposizione un discreto nucleo, che bisogna rinforzare, ma non rifondare. Il tecnico toscano si è posto l’obiettivo di trovare in casa tre acquisti per la prossima stagione, attraverso il recupero fisico ed atletico di Santacroce, Blasi e Dossena. La differenza principale tra il “vecchio” ed il “nuovo” Napoli è nella struttura societaria. Non c’è più un uomo solo al comando, ma ogni decisione deve ottenere il consenso di più persone: il reparto scouting (Micheli è il vero uomo-mercato), l’allenatore molto presente in tutte le scelte ed il vulcanico presidente De Laurentiis, che dopo il licenziamento di Marino, segue quotidianamente le sorti del club. In queste settimane abbiamo letto considerazioni che si sono arrampicate nella complessità dell’economia per spiegare l’immobilismo del Napoli; quella che produce più consensi è quella per cui la società di De Laurentiis, dopo aver speso tanto nelle passate stagioni, doveva recuperare dalle cessioni il denaro da investire per gli acquisti. Il club partenopeo ha un bilancio in attivo di 60 milioni di euro e già assapora le entrate dell’Europa League.

De Laurentiis ha già guadagnato 50 milioni di euro per i diritti televisivi. Inoltre non porterà la cascata di denaro della Champions, ma l’Europa League non deve essere sottovalutata. Approdare ai gironi vale 3mln e 600mila euro tra premio Uefa e incentivo Lega Calcio, 140mila euro per ogni vittoria e 70 mila euro per ogni pareggio. A queste cifre bisogna aggiungere gli incassi (solo nella partita casalinga con il Benfica la società partenopea incassò oltre 1mln e 600mila euro) più i diritti televisivi centralizzati che sono venduti dall’Uefa. Non bisogna dimenticare anche i bonus per ogni qualificazione: 200mila euro per i sedicesimi, 300mila per gli ottavi, 400mila per i quarti, 700mila per le semifinali e 2mln per la partecipazione alla finale. L’immobilismo del Napoli sul mercato è dovuto alla necessità tecnica di Mazzarri di non poter allenare troppi elementi in ritiro e della società di liberarsi dei calciatori in esubero, nel modo più produttivo per il bilancio, perché il club di De Laurentiis è una realtà che si auto-finanzia e non gode degli investimenti di altre aziende collegate, come invece Juventus, Milan ed Inter. Inoltre bloccare alcuni calciatori è anche una tattica per far abbassare i prezzi; è sicuramente rischioso, perché può arrivare qualcun altro che si porta a casa il calciatore, come nel caso di Guarente, trasferitosi al Siviglia. Qualche cessione ormai è arrivata; Contini è stato riscattato dal Saragozza e l’operazione ha garantito alle casse del club partenopeo 2,1 milioni di euro spalmati in tre tranches. Per i prestiti onerosi di Datolo all’Espanyol, che ha liberato la casella degli extracomunitari, e di Hoffer al Kaiserslautern sono arrivati nelle casse del Napoli 700 mila euro, 350 ad operazione. Inoltre per il riscatto di Datolo la cifra indicata equivale a 6,3 milioni di euro. L’argentino con gli spazi del calcio spagnolo potrà mettersi in mostra e l’allenatore della squadra catalana, Pochettino, lo conosce bene e può farlo esprimere al massimo. Fra un anno, quindi, il Napoli potrebbe effettuare un’altra cessione remunerativa per le casse del club, se l’Espanyol riuscirà a risollevare la propria situazione economica. In questa settimana Bigon tenterà di piazzare gli altri elementi in esubero, che sono stati esclusi dal ritiro fino al 19 Luglio: Pià, Rullo, Amodio, De Zerbi, Bucchi, Pià, Dalla Bona e Zalayeta. Il primo a partire però dovrebbe essere Cigarini, vicino al Siviglia, che vuole ricomporre con Guarente il tandem dei centrocampisti dell’Atalanta. Dopo il 19 Luglio arriveranno i primi acquisti. Mazzarri aveva chiesto ventidue giocatori di livello più qualche ragazzo della Primavera. Escludendo i giovani del vivaio, gli elementi dell’organico sono diciannove e quindi arriveranno tre acquisti, uno per reparto, secondo le indicazioni comunicate a fine campionato da De Laurentiis. Con la partenza di Denis, potrebbe arrivare un altro innesto per l’attacco. In difesa, se arrivasse una buona offerta per Rinaudo (il Bari è interessato), Bigon potrebbe inserire in organico, al posto del palermitano, un’alternativa di maggior spessore a Paolo Cannavaro al centro della difesa a tre.

Per Vitale la dirigenza partenopea ha ricevuto le richieste di Brescia e Cesena, ma resterà a Napoli. Sarà l’alternativa di Dossena e completerà il gruppo dei cinque elementi cresciuti nel vivaio, insieme a Paolo Cannavaro e a tre elementi della Primavera. Mazzarri ha portato in ritiro otto ragazzi della compagine allenata da Canè nella scorsa stagione e poi ne sceglierà tre. I più quotati per rimanere in organico dovrebbero essere il centrocampista Maiello e gli attaccanti Insigne e Ciano. Riguardo al settore giovanile non è stato ancora ufficializzato il passaggio di Santoro alla guida delle giovanili. Per il momento si continua con la classica divisione dei ruoli: Il team manager compie il lavoro di scrivania e Caffarelli invece si occupa della gestione tecnica, da “uomo di campo”.  La più profonda innovazione riguardo alla “cantera” è opera di Mazzarri, che ha portato la Primavera a Castelvolturno, a stretto contatto con la prima squadra, con la guida tecnica di un valido allenatore come Miggiano, mentre attendiamo dei cambiamenti importanti anche per le altre formazioni giovanili, a partire dall’individuazione di un centro in cui possono lavorare tutte le compagini, eliminando così la diaspora, che manda le varie categorie in giro per la Campania.

Ciro Troise

 

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