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La “remuntada” in campionato è lo slancio per “occupare” Stamford Bridge

A Lavezzi la copertina di Napoli-Chelsea, basta giocare senza pensare al risultato dell'andata

A Stamford Bridge il Napoli troverà un ambiente infuocato, pronto a spingere il Chelsea che con Di Matteo ha ritrovato l’ardore, lo spirito di gruppo, la lotta comune verso l’obiettivo. Chelsea-Stoke City 1-0 non ha messo in mostra nessuna nuova trama di gioco, ma soltanto più determinazione ed umiltà da parte dei Blues, soprattutto degli uomini più rappresentativi, per avere la meglio su una compagine di livello nettamente inferiore e rimasta in 10 per l’espulsione di Fuller, reo di aver rifilato un colpo ad Ivanovic a palla lontana. Di Matteo ha affrontato le crisi dei Blues con due varianti: una di tipo ambientale, stringendo un patto con i senatori, ed un’altra sul fronte tattico, puntando a dare più compattezza ai reparti con un centrocampo più coperto. Il tecnico italiano ha posto Mikel davanti alla difesa a cercare di dare ordine ad una mediana che anche nella gara del San Paolo appariva “ballerina”, incapace di contrapporre una fisionomia concreta alle scorribande degli azzurri.

Terry, Lampard e Drogba sono tornati ad essere punti fermi, le compagini affrontate, Birmingham in Fa Cup e Stoke City in Premier League, non sono avversari attendibili ma il dato delle due vittorie senza subire gol darà sicuramente slancio alla compagine inglese nella gara contro il Napoli. L’atmosfera britannica dovrà fare i conti, però, con gli azzurri rivitalizzati da sei vittorie consecutive tra campionato e Champions League; i cinque successi in Serie A costruiscono una striscia-record equivalente a quella del secondo scudetto.

Alcune varianti tattiche eseguite da Mazzarri, come Hamsik più basso sulla mediana, la gestione delle energie degli uomini (vedi i vari Grava, che ritornerà disponibile probabilmente per la partita contro il Catania e Pandev) ed episodi favorevoli in alcune partite come quella di Parma, e soprattutto un lavoro di preparazione atletica compiuto per arrivare al top della forma nel momento clou della stagione formano il copione della “remuntada” partenopea in campionato che sicuramente rappresenta una grandissima iniezione d’entusiasmo per “occupare” Stamford Bridge. Occupare significa impadronirsi di uno spazio; il Napoli deve fare questo a Londra, non aspettare impaurito la sfuriata inglese stile Arsenal-Milan pensando di gestire il doppio vantaggio.

Mantenere la compattezza dei reparti, chiudere tutti gli spazi, ma attaccare con l’imprevedibilità dei “tre tenori” una difesa lenta per blindare il risultato ed occupare in senso metaforico l’insidioso campo della compagine di Di Matteo. Il Napoli in Champions League ha già raggiunto risultati incredibili ma il vantaggio guadagnato all’andata apre una porta troppo invitante per raggiungere un traguardo ottenuto neanche nell’era in cui con la maglia azzurra giocava il più grande giocatore di tutti i tempi senza ombra di dubbio.

“Abbiamo la testa bassa sul manubrio per pedalare forte”, così si esprimeva mister Mazzarri nella conferenza stampa alla vigilia di Napoli-Cagliari. E’ questa la filosofia che deve accompagnare gli azzurri fino a fine stagione, cercando di valorizzare al massimo il momento di grande brillantezza atletica che possono esprimere in questo momento.

Le insidie sono tante, il Napoli viaggia su un equilibrio precario dovuto al rapporto tra i numerosi impegni e la penuria d’alternative, soprattutto in alcuni ruoli come gli esterni o sulla mediana. I “titolarissimi” hanno guidato la “remuntada” e Mazzarri continuerà ad affidarsi principalmente a loro, l’importante è cogliere il momento in cui hanno bisogno dei ricambi ed essere tempestivi in queste scelte. La qualità offensiva degli azzurri è impressionante, i tre tenori, ma anche lo stesso Pandev, arrivano a dei livelli tecnici e di imprevedibilità nelle giocate con naturalezza, a differenza degli uomini che compongono il reparto arretrato. I vari Campagnaro, Cannavaro, Aronica devono essere sempre al top della forma per inseguire i livelli raggiunti dai loro compagni e compiere le prestazioni esaltanti di quest’ultimo periodo; appena abbassano la tensione si va incontro a grandi errori, come quelli che hanno scaturito la tripletta di Larrivey.

Queste considerazioni rappresentano appunti per il prossimo mercato, che dovranno guardare alla difesa, agli esterni ed ad un mediano come priorità da soddisfare.

Lavezzi può guadagnare a Stamford Bridge definitivamente la copertina di Chelsea-Napoli protagonista di una vertiginosa crescita tecnica e mentale. Il Pocho, dopo la delusione per la mancata convocazione alla Coppa America, ha affrontato questa stagione con l’ardente desiderio di trasformare lo status di giocatore importante a top player. Questo stimolo, unito al lavoro compiuto da Mazzarri e dalla società, ha accresciuto la personalità dell’argentino, che svolge il ruolo di trascinatore della sua compagine anche nei momenti difficili. A differenza del passato, è sempre nel vivo del gioco, è più concreto, punta la porta e non si perde in inutili movimenti in orizzontale sul fronte d’attacco.

La crescita non è solo mentale, ma anche tecnica; Lavezzi è migliorato nei fondamentali, ha acquisito la specialità del tiro a giro con cui ha fatto male al Chelsea all’andata ed all’Inter. Bisogna attribuire grandi meriti a Cristiano Lucarelli, che ha seguito “ad personam” i progressi del Pocho su quest’aspetto. Naturalmente la sua affermazione porta con sé i soliti dibattiti sulla sua clausola, sugli scenari di mercato ma la verità è che è troppo presto per parlarne. Sul mercato il Napoli è ancora giustamente bloccato in attesa di capire come andrà la stagione; i risultati cambierebbero naturalmente anche il budget a disposizione. Non ci si ferma mai, il reparto scouting è sempre in movimento per seguire giocatori che possono essere utili alla causa partenopea, ma l’argomento della permanenza dei tre tenori non è stato ancora affrontato. Le questioni del prossimo futuro sono i rinnovi di Aronica e Bigon; poi si comincerà a lavorare con un occhio fisso sui tre fronti in cui il Napoli è ancora impegnato.

A cura di Ciro Troise

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