Napoli sembra il bollettino delle emergenze, ne risolvi una, se ne ripropongono altre dieci. Il Napoli di De Laurentiis agisce in questo contesto difficile, quindi, il valore dei risultati assume un significato ancora più profondo. Tale concetto rappresenta, però, una verità parziale; infatti, per crescere la società partenopea deve compiere un salto di qualità capace di trascendere anche i limiti strutturali del contesto in cui agisce. I biglietti per il settore ospiti di Chelsea-Napoli hanno riproposto le solite scene di “disordine pubblico”, di ingiustizia perpetrata sui più deboli, stavolta neanche l’on-line è riuscito a dare un po’ di serenità, come era avvenuto invece per la trasferta di Villarreal. Non avevamo finito neanche di affrontare il dibattito su un’altra storica emergenza: quella dello stadio, che è riaffiorato il dilemma dei biglietti. La Società Sportiva Calcio Napoli può contribuire alla risoluzione di questi problemi, come già fatto proprio con l’adeguamento alla vendita on-line, con altri strumenti, come un rapporto più strutturato con i club di tifosi sparsi per il mondo, ma sicuramente non può agire da sola. Serve un concerto di forze, che può essere alimentato solo dalla crescita della squadra e dalla conservazione della dimensione internazionale.
Lo stesso discorso vale per lo stadio: notiamo ancora che non regna la completa unità d’intenti tra De Laurentiis e De Magistris. Si scelga una linea condivisa e si proceda, senza perdere tempo perché Napoli merita uno stadio di dimensione europea. Che sia il San Paolo restaurato o una nuova struttura in città o provincia, ma si decida e si lavori su un unico obiettivo.
Spesso, non solo riguardo ai fattori ambientali, ma anche alla crescita della squadra, sentiamo richiedere il salto di qualità. La mission per raggiungere quest’obiettivo è trovare la continuità in Europa, perciò De Laurentiis ha chiesto di arrivare tra le prime cinque in campionato. La dimensione internazionale dà prestigio, accresce di molto il know-how in termini di marketing e può essere la base su cui alimentare il processo di crescita, non solo dell’organico ma soprattutto societario: dallo stadio alle strutture per il settore giovanile, progetto ormai accantonato dietro all’emergenza San Paolo. L’Europa richiede degli standard a cui il Napoli gradualmente vuole e deve adeguarsi, lo dimostra anche il restyling di Castelvolturno con la nuova sala stampa.
C’è un “fil rouge” che collega i discorsi sull’organizzazione societaria alla trasferta di Parma con le riflessioni che può suscitare. La prestazione di Parma è un campanello d’allarme, ma non c’è da registrare nessuna novità, si tratta solo della ripresentazione di vecchi problemi. Il sistema di gioco di Mazzarri, per esprimersi al meglio, ha bisogno della brillantezza generale degli undici in campo. La penuria d’alternative fa in modo che il Napoli possa disporre di quattordici-quindici elementi e soprattutto in alcuni ruoli, come gli esterni ed i centrali di centrocampo, ci sono delle carenze. I viaggi per le sfide con le Nazionali hanno ridotto la “benzina” di alcuni elementi come Maggio, Cavani, Inler e Gargano. Si è riproposta la stanchezza per accumulo di partite, come la definisce Mazzarri, che conosce meglio di tutti il rendimento dei suoi ragazzi. Il problema principale è proprio in mezzo al campo, dove la morsa umana formata da Galloppa, Mariga e Musacci ha sovrastato Gargano, visibilmente sottotono, e Dzemaili, che ha confermato quello che scriviamo da mesi: “è un vice Hamsik, non ha il dinamismo di Gargano né la qualità di Inler per dare un importante contributo in mezzo al campo”. I problemi fisici di Donadel, che abbiamo raccontato nella sua gravità nei mesi di Settembre ed Ottobre (clicca qui per leggere la rubrica del lunedì del 3 Ottobre), sembrano irrisolvibili e Mazzarri sarà costretto a convivere con l’emergenza sulla mediana fino a fine stagione. “Cerchiamo un giocatore alto come Yebda e che corre come Gargano”, mi rivelavano i componenti dello scouting azzurro la scorsa primavera. Gli obiettivi erano Matuidi e Nainggolan, sfumati per le eccessive richieste di Saint-Etienne e Cagliari, vedremo cosa succederà nel mercato estivo, dove bisognerà rinforzare anche la difesa, al “Tardini” andata in tilt per l’ennesima volta contro un attaccante brevilineo, rapido, mobile, bravo a procurarsi gli spazi come Giovinco.
La priorità in questo periodo va al calcio giocato, ma le chiacchiere tra operatori non si fermano mai. Bigon sta per rinnovare, il triennale proposto da De Laurentiis rappresenta una proposta interessante. In attesa di capire come terminerà questa stagione ed il budget a disposizione, lo scouting partenopeo monitora il calcio internazionale aspettando i tempi maturi per trattative concrete.
All’estero qualcosa si muove; intanto negli States guardano all’Italia, portando Ferrari e Corradi nei Montreal Impact. Per il difensore c’era anche l’interessamento dei Chicago Fire, che non si è potuto concretizzare perché le norme americane vietano le offerte ai “discover players”, giocatori in prova o aggregati con altre società. Solo in caso di rifiuto alla proposta canadese, i dirigenti del Chicago Fire potevano farsi avanti, ma l’ex romanista non ha voluto rischiare. La patria del libero mercato detta la linea con regole rigide su trasferimenti e salary cap; le stranezze del calcio globale, altro che fair play finanziario di scuola europea.
Il Napoli in Champions affronta il Chelsea, ma sul mercato trova sulla strada l’Arsenal, club in vantaggio per Giroud, attaccante del Montpellier studiato dai dirigenti del club di De Laurentiis, e che in settimana incontrerà Schramm, agente di Podolski, nome in passato accostato dai media alla società partenopea, anche se nella sostanza non è mai stato un obiettivo. Il tedesco, in scadenza con il Colonia, non rinnova con il suo club ed in Germania interessa allo Schalke 04, mentre ha già rifiutato i 5 milioni d’euro proposti dal Cska Mosca perché non gradisce la destinazione russa. I rumors danno accreditata la pista dei Gunners dove Van Persie, con il contratto in scadenza nel 2013, potrebbe andare via e Milan e Juventus sono alla finestra.
Il Napoli scalda i motori per combattere sui tre fronti, intanto l’occhio è sempre vigile, il mercato non dorme mai.
A cura di Ciro Troise
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