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La festa Champions, la programmazione ed i messaggi

Da Lucarelli a De Laurentiis a Mazzarri: il post-partita della festa

Al gol di Eto’o al 15′ il popolo del San Paolo ha conosciuto la paura.  La Curva A lancia il suo messaggio alla squadra: “Dai ragazzi non mollate”, ma gli sguardi dei tifosi dovrebbero essere oggetto di studio. Sensazioni indescrivibili, storie di calcio, di emozioni, di ansie di una tifoseria che dopo ventuno anni di attesa aveva individuato la serata in cui esplodere di gioia.

Al gol di Zuniga al 45′ ritorna il sorriso, c’è il sapore di festa, scappa anche qualche lacrimuccia, pensando a Maradona ed al Cittadella, ma anche ai tormenti quotidiani della città dei contrari, dove la passione e la disperazione costituiscono il mix di una filosofia, di un modo di intendere la vita unico al mondo. Nella ripresa per dieci minuti si vive ancora un po’ di pathos, con la parata di De Sanctis su Milito e la vivacità di Zuniga, uno dei simboli del “miracolo Mazzarri”, con Grava, Pazienza ed Aronica. Dopo qualche timido spunto al San Paolo si vive un’atmosfera particolare, in campo la partita assume toni più rilassati e sugli spalti si attende il fischio finale, conservando l’urlo di liberazione. In Curva A partono le coreografie con il coro “Ce ne andiamo in Champions League” che scalda l’atmosfera e ricorda a tutti lo storico traguardo da raggiungere. Il resto è la festa, è il gavettone a Mazzarri ed il “Chi non salta è bianconero” che rammenta al principale condottiero di questa stagione il senso d’appartenenza contro determinate ambizioni. Prende la parola De Laurentiis che ringrazia Mazzarri ed il suo staff, la squadra ed alla tifoseria,  a cui rivolge un messaggio che si incrocia con le responsabilità dei governanti: “Una legge sbagliata vi ha privato delle trasferte, mi batterò….”

Il presidente del Napoli rilancia questa dichiarazione di lotta nella conferenza stampa del post-partita ed insiste: “Non si può privare a delle persone di seguire la propria squadra del cuore”. Lo show continua, ricordando le sue grandi emozioni in questi sette anni che lo hanno portato dalla Serie C alla Champions, ma anche lanciando forti messaggi senza indicare un destinatario, però, facilmente comprensibile: “L’unica cosa che conta è il Napoli, io lavoro per il Napoli e devo controbattere chi invece si muove per i cazzi suoi”. Chi spera che possa arrivare qualche grande campione a fine carriera deve subito abbandonare i suoi desideri; “La mia politica non cambia, le accelerazioni non snaturano i piani, io ho parlato di due quinquenni. Seedorf? E’ ibernato, Sanchez invece mi interessa, mi batterò con altri otto-nove club sul mercato per questi giocatori”. Il patron parla di tutela del vivaio, vorremmo vederlo qualche volta sui campi del calcio giovanile a studiare la crescita degli azzurrini; le compagini di Allievi e Giovanissimi Nazionali, che si sono qualificate ieri per gli ottavi di finale dei campionati di categoria, hanno talenti che possono dire tanto in prospettiva. In passato il Napoli si è fatto sfuggire elementi di prospettiva (Trotta al Manchester City, Marciano alla Fiorentina); bisogna blindare i propri gioielli, ma soprattutto costruire un settore giovanile all’avanguardia dove i ragazzi possano crescere, mentre spesso è capitato di vederli peggiorare dal punto di vista tecnico e fisico. E’ assolutamente ammirevole vedere un presidente che ribadisce continuamente la centralità del settore giovanile, ma adesso servono azioni concrete. Oltre agli importanti progetti sulle strutture, servono investimenti e soprattutto la società deve seguire costantemente e con maggiore attenzione questo mondo. Mazzarri ha individuato nel lavoro e nell’attenzione ai dettagli la chiave della qualificazione in Champions League, bisogna portare nella cura del vivaio lo stesso spirito.

Torniamo alla festa ed allo scambio dei messaggi. Il primo è stato Lucarelli che ai microfoni di Sky nell’intervallo ha suggerito le possibili ipotesi del caso Mazzarri: “O resta a Napoli o rimane fermo un anno”. In conferenza stampa il tecnico non si sbilancia, ribadisce che parlerà dopo l’incontro con la società e ringrazia la società, chiedendo che siano attribuiti i giusti meriti anche a chi lavora dietro le quinte, come Bigon e Santoro. La dichiarazione di Lucarelli centra un nodo della vicenda; De Laurentiis sembra non essere disposto a liberare Mazzarri, non ha gradito l’atteggiamento del tecnico toscano, le frasi sibilline volte a proporsi ad altri club. La Juventus prenderebbe l’attuale allenatore del Napoli, solo dopo aver risolto il proprio contratto con la società partenopea, e quindi l’ipotesi di Lucarelli è fondata. Si tratta d’indiscrezioni, di sensazioni, anche perché fra pochi giorni i protagonisti faranno luce sulla vicenda e si conosceranno anche le strategie del Napoli. Il direttore sportivo Bigon programma il mercato, inviando gli osservatori in giro per il mondo con lo scopo di pescare i giocatori più adatti alle esigenze del Napoli da Champions; si è però in una fase di studio, in attesa di capire chi sarà l’allenatore. Dopo aver risolto la questione della guida tecnica, il Napoli uscirà dai box perché sul mercato vince chi si muove in anticipo.

 

Ciro Troise

 

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