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Inler, lo svizzero che ha fatto impazzire Napoli

Un altro tassello per il Napoli da Champions: il faro del centrocampo

E’ veramente finita la telenovela Inler, su una Msc splendida nella cornice straordinaria del porto di Napoli, a pochi passi dal Maschio Angioino e a contatto con una delle più belle risorse partenopee: il mare, simbolo di una città vincente, che almeno e, purtroppo solo, nel calcio sta tornando ad esserlo.

Non è stata una trattativa, ma un grande racconto popolare che ha mescolato gli schemi della soap opera, del giallo con gli indizi che portavano all’happy end, del thriller con Inler in versione Tiger Man, che si presenta in conferenza stampa dopo l’ennesimo bluff di De Laurentiis. Seguendo gli stereotipi della cultura popolare, non avremmo mai immaginato che uno svizzero potesse far impazzire Napoli ed invece Inler ci è riuscito.

Dopo il dovuto preambolo dedicato alle tecniche narrative del prodotto-calcio messe in campo dal vulcanico presidente del Napoli, torniamo a parlare di quello che più ci riguarda ed appassiona: il calcio.

Trascinati dalla querelle sui diritti d’immagine e dal tourbillon di dichiarazioni che questa trattativa ha portato con se, si è spesso tralasciata l’importanza calcistica dell’acquisto di Gokhan Inler, perno del centrocampo dell’Udinese, trattenuto a Gennaio in maglia bianconera da Guidolin, che giustamente lo considerava il giocatore più importante della sua squadra.

Inler rappresenta il “mediano dai piedi buoni”, quel tassello invocato da tempo da mister Mazzarri; l’anno scorso arrivò Yebda, giocatore dotato di grande dinamismo e quantità, ma sicuramente prevedibile e schematico in fase d’impostazione. Proprio questi limiti hanno spinto il Napoli a non riscattarlo alla cifra di 2,750 milioni di euro dopo l’acquisto di Donadel a parametro zero.

Quante volte abbiamo visto la compagine di Mazzarri scavalcare la mediana ed affidare l’impostazione di gioco a Campagnaro, unico difensore in grado di uscire palla al piede con sicurezza dalla propria metà campo (sono in crescita su quest’aspetto anche Cannavaro e Ruiz, a Mazzarri il compito di accompagnarli nei loro progressi) e cercare gli esterni, con i movimenti di Hamsik e Lavezzi a liberare gli spazi. Nel progetto tattico di Mazzarri, Inler deve essere il faro, il metronomo del gioco partenopeo, liberando anche Lavezzi da un compito estenuante che, riducendo la sua lucidità, accentua anche i suoi limiti in fase offensiva.

Manca ancora un mese e mezzo di mercato, ma il lavoro compiuto finora da Bigon e De Laurentiis fa ben sperare soprattutto perché è evidente l’esistenza di una programmazione, di strategie condivise dall’allenatore. Il conflitto tra Mazzarri ed il presidente terminato con l’happy end della riconferma del tecnico toscano è servito a far emergere le carte sul tavolo, rimuovendo ogni velo esistente precedentemente. Si gioca una continua partita di poker nei summit di mercato e non solo. L’obiettivo di De Laurentiis è assecondare la volontà del proprio allenatore, conservando, però, la completa egemonia di ciò che si muove tra i meandri della sua creatura. Mazzarri aveva chiesto ventidue giocatori di livello ed il mercato del Napoli si è mosso proprio in questa direzione, pensando innanzitutto ad arricchire l’organico con alternative valide: Rosati, Donadel, Dzemaili e Santana.

Il portiere ex Lecce rappresenta l’alternativa sicura a De Sanctis, che nell’arco di due anni si candida a prendersi la porta del Napoli. Donadel rappresenta un mediano, dotato di fisicità e qualità, che nelle gerarchie occuperà il ruolo della prima alternativa ad Inler, e Santana, che invece svolgerà il ruolo di vice-Lavezzi, Dzemaili si giocherà con Gargano il posto del mediano dotato di grande dinamismo. In difesa arriverà Britos: otto milioni più il cartellino di Aronica il costo di un’operazione, che punta ad elevare il livello del settore sinistro della difesa, dove Ruiz è un elemento interessante, di prospettiva, ma che non può essere la prima scelta del Napoli da Champions. Bigon inizialmente aveva offerto sette milioni più Rinaudo e Bogliacino, ma poi gli equilibri d’organico e le richieste del Bologna, che ha giudicato Rinaudo un rischio troppo elevato vista l’ultima stagione vissuta in lunghi periodi lontano dai campi di gioco e ha considerato Sosa e Bogliacino non corrispondenti alle proprie esigenze, visto che in quella parte del campo hanno già Ramirez e Della Rocca (dovrebbe arrivare anche Diamanti, che può giocare anche tra le linee di centrocampo ed attacco), stanno spingendo Aronica a lasciare Napoli. Carta che esce, carta che rientra; dopo la partenza di un uomo fidato nello spogliatoio per Mazzarri, il tecnico toscano ha chiesto il rientro di Lucarelli, che comunque non dovrebbe pregiudicare l’arrivo di un vice-Cavani.  E’ un work in progress continuo il futuro del Napoli, fatto di rivelazioni e retroscena, come quelli svelati da Pozzo su Sanchez e da Zamparini su Pastore, che hanno chiarito come si sta muovendo De Laurentiis. Raccolti i mal di pancia di Mazzoni e Raiola per Lavezzi ed Hamsik, ha sondato il terreno per gli eventuali sostituti, accorgendosi però che con i top club europei non si può competere.  Uno tra Hamsik e Lavezzi partirà solo se s’incastreranno tre fattori indispensabili: un’offerta congrua da parte di un’altra società, l’assenso di Mazzarri ed un’alternativa all’altezza già pronta. Anche sul futuro del settore giovanile è una storia ricca di retroscena e conflitti dietro le quinte; infatti, De Laurentiis voleva staccare Santoro da Mazzarri, affidandogli il settore giovanile. Il rifiuto dell’attuale team manager ha bloccato il piano ed il patron ha risposto annunciando questa nuova struttura scouting parallela a quella diretta da Micheli, a cui Santoro lavorerà in compagnia di Alberto Bigon.

Caffarelli resterà alla guida del vivaio, ma dovrà dividere il potere con Dodo Sormani, che arriverà come tecnico della Primavera e coordinatore degli allenatori del vivaio. Vicini alla riconferma il tecnico dei Giovanissimi Liguori, quello degli Allievi Nazionali Ciro Muro, e Cusano, l’anno scorso alla guida degli Allievi Regionali, e poi, dopo il torneo di Viareggio, alla Primavera al posto dello squalificato Miggiano.

Ciro Troise

 

Ciro Troise

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