Tutte le persone durante la propria vita si trovano ad affrontare dei momenti decisivi, a compiere delle scelte fondamentali quando ci si trova davanti ad un bivio. Molto spesso il ragionamento da compiere è sulle proprie forze, valutando cioè se si ha la capacità di fare un salto in avanti rischiando anche di sbagliare oppure se andare avanti gradualmente.
Queste fasi non valgono solo per le persone, ma anche per le aziende e per una società di calcio, il cui prodotto muove l’immaginario di milioni di appassionati.
Questa passione morbosa assume poi a Napoli i contorni dell’appartenenza ad una terra, che trova attraverso il calcio lo strumento per rialzare la testa e trovare il riscatto ad una quotidianeità difficile, fatta di soprusi, angherie ed ingiustizie.
Il Napoli è una società giovane, ha soli sei anni; nel 2004 è ripartita dalle ceneri di un fallimento e dopo sei anni si trova ad affrontare i passi più difficili della propria storia.
Quando si alza l’asticella degli obiettivi, a Napoli bisogna avere grande equilibrio e professionalità per riuscire a cavarsela. Ne sanno qualcosa Marino e Reja, che nel 2008 dopo i trentatré punti conquistati a Natale, raccolsero un’altra vittoria contro il Catania alla ripresa e poi si diede inizio alla debacle, con la movida, i problemi personali e di spogliatoio che ruppero l’atmosfera magica che aveva accompagnato la cavalcata azzurra fino a Dicembre.
Le analogie nella mente del tifoso partenopeo, abituato a troppe delusioni post-natalizie (ricordo ancora la stagione 1996-97 con la debacle ed il cambio in panchina da Simoni a Montefusco e la sconfitta in finale di Coppa Italia contro il Vicenza), sorgono spontanee come dei brutti incubi, ma si può garantire che questa società ha intrapreso un percorso di crescita che fa da argine alle problematiche che sorgono al cospetto dei risultati ottenuti.
Nel 2008 l’uomo solo al comando, Pierpaolo Marino, perse il controllo del club, fino alla scelta di Donadoni compiuta dal presidente De Laurentiis l’estate successiva. Il passaggio del turno in Europa League, il secondo posto in campionato a pari punti proprio con la Lazio di Reja invece sono risultati giunti grazie alla crescita della struttura societaria, dove la divisione dei ruoli fa in modo che le situazioni si affrontino con la giusta serenità.
Il presidente De Laurentiis ha il controllo assoluto su tutte le decisioni, ma le valutazioni di tutti concorrono al lavoro compiuto. Il reparto scouting gestito da Micheli ha un grande peso sul mercato; infatti, le loro missioni in giro per il mondo sono la base su cui Mazzarri, Bigon e De Laurentiis valutano le operazioni da compiere. Per l’affare Fernandez è stato decisivo il viaggio in Argentina di Micheli; Mazzarri e Bigon si sono confrontati vedendo attraverso dei dvd le prestazioni del difensore dell’Estudiantes e, consultato De Laurentiis sul costo dell’affare, è partita la trattativa.
Il Napoli ha dovuto lasciare il giocatore all’Estudiantes, che dopo aver ceduto Rojo allo Spartak Mosca, voleva tenersi il suo gioiellino per la prima fase della Coppa Libertadores, dopo aver vinto il campionato d’Apertura. Il giocatore ha già firmato, il Napoli non ha ancora annunciato il colpo perché il contratto può essere depositato solo a Gennaio e quindi non ha senso dare la comunicazione dell’ufficialità in questo momento. Non l’ha fatto neanche il Milan con Cassano, che dal 3 Gennaio andrà a rinforzare l’attacco dei primi della classe. In un campionato così equilibrato, il mercato può essere fondamentale per stabilire le gerarchie.
Le grandi cercheranno di attuare i colpi che gli permettono alla ripresa di ristabilire i valori che si immaginavano in estate. L’ha dimostrato già il club di Galliani e Berlusconi, poi arriveranno le risposte di Inter e Juventus. La condizione economica della Roma è un po’ più complicata, ma non mi meraviglierei se in casa giallorossa si compiesse qualche operazione sia in entrata che in uscita, con Mexes pronto a cambiare aria e qualche innesto per la retroguardia. Proprio il calciomercato attende il Napoli, che in questa sessione si trova davanti ad un bivio fondamentale per la sua storia: o il salto di qualità o la politica dei “passettini”.
Lo scorso Gennaio arrivò solo Dossena, un acquisto di prospettiva visto il recupero che doveva compiere l’ex terzino sinistro del Liverpool dopo la problematica esperienza inglese.
Il Napoli è giunto al sesto posto, ha conquistato l’Europa League, ma vista la qualificazione in Champions della Sampdoria, resta ancora il rammarico per i tanti punti persi in casa, soprattutto per quegli otto pareggi a reti inviolate, che dimostravano l’evidente carenza nel trovare il gol. De Laurentiis ha promesso quattro colpi tra Gennaio e Giugno: uno è già arrivato, pronto, però, ad indossare la maglia azzurra dalla prossima stagione. Non mi meraviglierei se l’entusiasmo generale portasse il Napoli a piazzare gli altri tre colpi già per Gennaio: uno per reparto.
Il centrale mancino arriverà sicuramente perché rappresenta la richiesta di Mazzarri da esaudire ed è probabile che quest’innesto determini la probabile partenza in prestito di Santacroce; Lecce, Brescia e Genoa le società interessate. Blasi è ormai fuori dai piani del Napoli e per Maiello potrebbero aprirsi le chances di un prestito in serie B, ciò quindi rende probabile l’acquisto di un centrocampista già per Gennaio. L’identikit è un mediano dai piedi buoni: all’ultima assemblea di Lega Fassone ha parlato con Pozzo di Inler, ma la richiesta è ancora alta per chiudere l’operazione per Gennaio. Il Napoli studia il mercato alla ricerca dell’occasione di arrivare a dei buoni giocatori, senza spendere troppo e nel rispetto del fair play finanziario. Micheli in Sudamerica ed altri osservatori in giro per l’Europa, (la Bundesliga è il campionato su cui ci si concentra di più); questa la mappa dello spionaggio del club partenopeo. Anche l’operazione Fernandez, ragazzo classe ’89 costato 2,8 milioni di euro, entra in queste logiche. L’attacco è scivolato invece nell’elenco delle priorità a causa del recupero prodigioso di Lucarelli e delle buone prestazioni di Dumitru.
L’ex attaccante della Primavera dell’Empoli dimostra personalità e voglia di emergere, però non può dare ancora sicurezza, vista la sua poca esperienza. Il Napoli potrebbe valutare una sua cessione in prestito da Gennaio a Giugno e solo a quel punto potrebbero aprirsi le porte anche per un attaccante, sempre dopo aver valutato correttamente gli equilibri.
Ciro Troise
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