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Il mercato tra la Champions ed i diritti d’immagine

Il percorso di crescita, la Champions ed il freno

Siamo nel periodo degli esami di stato e, facendo un parallelo con il Napoli, possiamo affermare che per il club partenopeo la qualificazione in Champions League rappresenta la maturità, il momento della vita in cui bisogna compiere delle scelte sul proprio di percorso di vita. Una soddisfazione a due facce; la prima esprime la convinzione della validità della strategia con cui si è raggiunto l’obiettivo, la seconda, invece, suscita le legittime preoccupazioni su come reggere la propria filosofia al cospetto delle nuove sfide da affrontare.

Il Napoli ha una politica finanziaria rigida: il tetto del monte ingaggi a due milioni di euro (solo Cavani lo supera leggermente considerando i bonus) e i diritti d’immagine dei calciatori di proprietà del club.

De Laurentiis su questi due paletti non molla, nonostante che da più parti si immaginava qualche strappo alla regola con la Champions in cascina.

La politica sui diritti d’immagine ha come percorso naturale l’approdo commerciale in una grande azienda come l’Adidas, che mette al centro della propria attività di marketing il club partenopeo.

Avere la compagnia tedesca come sponsor tecnico favorirebbe sicuramente l’approdo di calciatori legati proprio all’Adidas, suggerendo così un percorso diverso nell’ottica dell’adeguamento della strategia partenopea ai palcoscenici europei che meritano rinforzi importanti. Per il 2011-12 dovrebbe essere ancora Macron a realizzare le maglie del Napoli, ma dalla prossima stagione potrebbe avvenire questo prestigioso cambio nel merchandising.

Il Napoli è attivissimo sul mercato; con il probabile approdo di Rosati in maglia azzurra Bigon ha garantito a Mazzarri qualche alternativa in più, ricordando i disagi della scorsa stagione proprio per la panchina “cortissima”.

Donadel, Fernandez, Rosati rappresentano dei validi innesti, che, considerando il rapporto qualità-prezzo, premiano il lavoro dei dirigenti del sodalizio del patron della Filmauro.

L’operazione Dzemaili è intelligente perché contempla anche due operazioni in uscita: Blasi va in prestito al Parma, ed, essendo l’ultimo anno di contratto, può dichiarare molto probabilmente conclusa la sua esperienza in maglia azzurra e Santacroce, in comproprietà con gli emiliani, può trovare a Parma finalmente lo spazio necessario per riscattarsi dopo le difficoltà trovate all’ombra del Vesuvio. Il centrocampista svizzero poi è in crescita, ha ampi margini di miglioramento e soprattutto ha il passo lungo ed il dinamismo per costruire un ottimo centrocampo in compagnia però del mediano dai piedi buoni che Mazzarri attende da tempo.

L’obiettivo è portare il centrocampo della Svizzera dalle parti di Castelvolturno; Inler è sempre il nome più gradito nella lista dei possibili innesti da piazzare nella mediana a disposizione del tecnico toscano. La telenovela può risolversi a favore del Napoli; quando De Laurentiis si muove in prima persona, l’happy end è facile da pronosticare, però ci sono sempre i diritti d’immagine a rappresentare la spina più complicata. Inler è un testimonial in Svizzera per la Nike ed è legato anche all’Audi.

Proprio un contratto con la Nike per le scarpe da gioco ha messo in difficoltà anche l’operazione Dzemaili; infatti, il Napoli dovrà pagare una penale per la rescissione del contratto dello svizzero, che ha rinunciato a questa sponsorizzazione per indossare la maglia azzurra. All’Atahotel Executive, davanti al box del Napoli, prevaleva lo scoramento nell’immaginare in pochi giorni la seconda trattativa saltata dopo quella di Criscito, poi fortunatamente è prevalsa la ragionevolezza e si è trovata la soluzione per concludere positivamente un affare voluto da tutte le parti in causa.

De Laurentiis, Chiavelli ed il suo staff devono interrogarsi per trovare una soluzione che possa conciliare le concezioni imprenditoriali del presidente del Napoli e la necessità di alzare il livello tecnico dell’organico partenopeo, fondamentale per continuare nel processo di crescita che ha reso sempre più entusiasta il presidente De Laurentiis nella sua avventura nel calcio.

Abbiamo già definito intelligenti le operazioni di mercato compiute dal Napoli finora, ma adesso per difesa, centrocampo ed attacco bisogna alzare il livello della qualità. Inler può rappresentare il perno della mediana ed anche in difesa ed in attacco servono ottimi giocatori e non rincalzi importanti. Sfumato Criscito, serve un altro difensore, che oltre alla fase di marcatura, assicuri soprattutto la capacità di uscire palla al piede dalla propria metà campo, di dare il via alla manovra, qualità che nella difesa partenopea appartengono solo a Campagnaro. Ruiz potenzialmente ha queste caratteristiche, ma non ha la personalità e l’esperienza per rappresentare un punto fermo per Mazzarri. In attacco serve un giocatore che possa far tirare il fiato a Cavani perché è difficile che l’uruguagio possa realizzare un’altra stagione strabiliante, a ritmi altissimi. Il primo nome per il reparto offensivo è Maxi Lopez, per il quale Bigon e De Laurentiis hanno aperto la trattativa lunedì scorso all’assemblea straordinaria della Lega di Serie A all’Hilton di Fiumicino. Piace anche Floro Flores; l’identikit del vice Cavani prevede una punta capace di occupare gli ultimi venti metri, di fare movimento e di creare spazi per i compagni.

Nel settore giovanile è tutto fermo; lo scontro tra De Laurentiis e Santoro blocca qualsiasi operazione. Il primo vorrebbe riportare il team manager del Napoli alla guida della “cantera”, ma Santoro rifiuta perchè vede questo passaggio come un passo indietro. Quest’impasse si è creata dopo che l’attuale responsabile del settore giovanile del Padova Molon ha dovuto rifiutare di trasferirsi all’ombra del Vesuvio per motivi personali. Il nostro appello è per la riconferma di Luigi Caffarelli (a quest’ultimo è stato proposto il ruolo di capo degli osservatori), che ha resuscitato il vivaio partenopeo, ottenendo uno scudetto nella categoria Berretti, una finale per i Giovanissimi Nazionali ed anche gli Allievi si sono inchinati solo nella final eight. Solo dopo aver risolto questa situazione, si penserà al tecnico della Primavera; per il momento la voce più insistente è quella di Dodo Sormani, che ha superato il tecnico della Primavera del Brescia Saurini. Se Santoro passa alla guida del settore giovanile, tocca a lui scegliere il tecnico della Primavera ed allora potremmo assistere a qualche sorpresa.

 

Ciro Troise

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