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Il countdown sta per finire, che attesa, Napoli!

La variabilità del termometro dei sentimenti, la spasmodica attesa e le scelte di Mazzarri

Sono ancora sveglio, troppa voglia di scrivere, raccontare ogni dettaglio dell’attesa di un evento, che sembra “il matrimonio di una città intera”. Napoli si sposa con la Storia, un argomento difficile da descrivere. Il più grande tentativo l’ha compiuto De Gregori con la “Storia siamo noi”. C’è un pezzo dedicato alla gente, quella che fa la Storia e che, quando si tratta di scegliere, sa benissimo cosa fare. Ho appena finito di sentire Mondonico su Sky ad “E’ sempre Calciomercato”, ha ricordato il San Paolo pieno alla penultima giornata della stagione 2000-01 contro la Roma ed i cinquemila a Firenze nell’ultima giornata. Mentre parlava il “Mondo”, ho pensato senza demagogia all’importanza della tifoseria nei traguardi raggiunti dal Napoli. Questa gente che sa benissimo cosa fare, che sceglie sempre l’amore per la compagine partenopea, mettendolo davanti a prezzi proibitivi dei biglietti, ai risultati ed alle prestazioni, a prescindere da ogni categoria o avversario, che sia la C o la Champions, il Cittadella o il Chelsea. Sarà la serata di questa “gente”, l’ha capito in poco tempo Villas Boas, dimostrando di essere molto preparato sulla storia del Napoli, citando anche Reja e la capacità di De Laurentiis di prendere la società partenopea quando era in disgrazia.

E’ stato un lunedì particolare, vissuto tutto nell’atmosfera della vigilia, passando dalla conferenza di Mazzarri nella nuova splendida sala stampa a Castelvolturno, a quella di Villas Boas, prima dell’appuntamento con gli amici di “Tribuna Sport” su Televomero. Qualche amico che non ha la fortuna di essere a Napoli in questo momento mi chiede lumi sull’atmosfera in città. Napoli è una città sospesa, vive proiettata sull’evento, non ricordo attese calcistiche di questa levatura emotiva. Qualcuno più adulto mi parlerà degli scudetti e della Coppa Uefa, ma purtroppo ero troppo piccolo.

L’entusiasmo è travolgente e il saggio Mazzarri ha gettato acqua sul fuoco. La variabilità del termometro dei sentimenti a Napoli è così impazzita che sono tutti convinti di essere favoriti, come sostengono anche i quotisti e parte della stampa internazionale. L’emotività supera la razionalità, arrivando al ribaltamento della verità.

Il Napoli visto contro Chievo e Fiorentina dimostra che per disputare le “partite perfette” serve l’atteggiamento da “piccola”, attenta ad ogni dettaglio, con l’umiltà di chi si concentra prima sulla fase difensiva e poi pensa a far gol. Gli organici avranno anche un valore, i Blues sono quarti in Premier League ma possono permettersi il lusso di portare in panchina calciatori del calibro di Essien e Torres, hanno una grande esperienza internazionale a differenza degli azzurri, fattore fondamentale in queste sfide. Il Napoli ha una grande opportunità, colpire una compagine in profonda difficoltà, mettergli ancora più ansie in vista della gara di ritorno, ma si tratta sempre di un’impresa. Guai a considerare ordinaria amministrazione questi impegni, soprattutto dopo la cavalcata compiuta nel “girone della morte”.

Gli allenatori si vedono nei momenti di difficoltà e Mazzarri ha superato l’esame, adesso deve trovare la continuità ed affrontare la gestione delle energie sul lungo periodo. Avevo intravisto dei presagi di cambiamento nella conferenza stampa alla vigilia di Napoli-Chievo. Approccio umile, ammissione alla stampa su un approccio altezzoso nei confronti delle “piccole”, la difficoltà ad essere cinici quando non si riesce ad essere brillanti, la comunicazione del “work in progress” dal punto di vista tattico; questi furono gli argomenti toccati in quella conferenza notati in profondità nei due match seguenti. L’approccio mentale si collega a quello tattico, le due materie sono profondamente collegate.

Si è data priorità nell’analisi a quello psicologico, ma la svolta deriva principalmente dai cambiamenti tattici. Delio Rossi aveva studiato le mosse di Pioli e Sannino, ha tentato di imitarli mettendo in campo il 3-5-2 che ha finito, però, poi per snaturare difesa e centrocampo. I meriti, però, sono da attribuire anche alle decisioni dell’allenatore del Napoli. Le difficoltà degli azzurri sono state riscontrate soprattutto nella fase di non possesso, dove si pagava soprattutto l’evidente scollamento tra difesa e centrocampo. Pazienza nella scorsa stagione svolgeva l’essenziale compito del filtro davanti alla retroguardia, i problemi fisici ed ambientali di Donadel hanno impedito a Mazzarri di usufruire di un giocatore con queste caratteristiche. Il tecnico di San Vincenzo si è reso conto di questa problematica ed ha cercato di affrontare la questione in termini collettivi, di posizionamento della squadra. A Firenze la squadra è apparsa compatta, imponendo la propria chiave tattica perché Mazzarri ha chiesto agli esterni di pensare innanzitutto alla copertura, soprattutto a Maggio, che aveva come dirimpettaio il temibile Vargas, ed ha abbassato Hamsik sulla mediana, aumentando la densità a centrocampo, dando più tranquillità ad Inler. Il risultato si è notato anche riguardo al possesso palla, apparso più fluido e meno affretttato. Lo svizzero ha fornito una grande prestazione, Hamsik ha riacquistato il ruolo di “illuminatore” della manovra partenopea ed i difensori, quando la Fiorentina attaccava, sono sempre stati aiutati dai centrocampisti con ordine ed intelligenza tatticas.

Il calcio non è il gioco degli scacchi, contano tanto gli episodi ed il gol di Cavani dopo due minuti ha rappresentato un incipit favoloso per la banda Mazzarri, pronta ad appropriarsi del match senza mai cedere alla reazione dei viola.

Ritornando alla tattica, proprio i movimenti degli esterni avranno grande valore nella sfida di stasera. Villas Boas sembra optare su due uomini più bravi a coprire che ad offendere, come Ivanovic e Bosingwa (se non recupera Cole), se poi troverà spazio, come sembra, anche Essien, sarà un Chelsea diverso, attento a non lasciare gli spazi agli avversari, come fatto nelle ultime uscite in Premier League ed Fa Cup.

Sarà la sfida degli uomini tra le linee, dei tagli dall’esterno per far male nel mezzo del campo, sfruttando la tendenza di entrambe le compagini a giocarsi le partite e non ad aspettare l’avversario. Il Napoli deve trovare subito l’equilibrio nel contrastare i movimenti tra le linee di Mata ed i tagli di Sturridge, che sfrutteranno i movimenti da boa di Drogba; se si affronta al massimo la sfida in fase difensiva, ai Blues si può far male con la velocità di Lavezzi ed i movimenti di Hamsik. E’ il loro appuntamento, quello in cui consacrare le qualità di giovani campioni che meritano grandi palcoscenici, come il San Paolo, definito meraviglioso da Villas Boas.

 

A cura di Ciro Troise

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