Ricordate la storia di Vincenzo Sarno, l’ex bambino prodigio, definito il “nuovo Maradona”, acquistato a undici anni dal Torino per la clamorosa cifra di 120 milioni di lire? Adesso il bambino è un ragazzo adulto e vaccinato, ha 26 anni ed è padre, gioca in Lega Pro con il Foggia di De Zerbi (clicca qui per leggere l’intervista all’ex fantasista del Napoli) e si è tolto da dosso quella scomoda etichetta, che in passato gli ha creato qualche problema di troppo. Andiamo a scoprire il fantasista di Secondigliano, che al termine di Juve Stabia-Foggia (clicca qui per leggere l’articolo sulla partita) ci ha rilasciato un’intervista in esclusiva affrontando tanti argomenti: dalla sua carriera al girone C di Lega Pro, dalla valutazione delle squadre campane ad un commento sul suo Foggia.
Cosa ricordi del passato e del clamore mediatico che suscitò il tuo acquisto da parte del Torino?
“Ero piccolo, ricordo poco e niente. Ero un ragazzino e all’epoca ho subito poco l’onda mediatica dato che non la potevo capire per la mia tenera età. Ho cominciato a capire più tardi, a partire dai sedici anni, per me è ormai un passato remoto, non ho piacere a parlarne e talvolta faccio fatica anche a ricordare quei momenti”.
Per un ragazzino definito grande promessa è difficile mantenere standard di gioco elevati?
“In passato ho avuto non pochi momenti difficili per le etichette che mi sono state affibbiate, mantenere le aspettative non è mai facile. Adesso, con la maturità di un ventiseienne, penso a migliorarmi sempre e a salire di categoria con il Foggia”
Credi che potrai ancora arrivare a certi livelli, magari in Serie A?
“E’ il sogno di tutti i bambini che vogliono fare i calciatori, io ci credo ancora e mantengo questa speranza, lavorando quotidianamente per questo. Molti calciatori sono arrivati tardi alla ribalta nazionale, spero di riuscirci anch’io”
Come molti fantasisti hai un fisico brevilineo, questa tua caratteristica ti ha creato dei problemi fino ad ora?
“Onestamente non saprei rispondere precisamente, ma credo che per me sia un vantaggio, ho caratteristiche da seconda punta o da esterno che mi permettono di sgusciare facilmente e di mettere in difficoltà le difese avversarie. Come dice il mister De Zerbi, più i difensori avversari sono alti, più mi diverto”
Parliamo di talenti futuri. Ti piacciono Roberto Insigne e Gennaro Tutino, pensi che possano sfondare?
“Purtroppo conosco poco Tutino, l’ho visto giocare raramente, è stato sfortunato a subire un grave infortunio quando era pronto per la Serie B. Conosco molto meglio Roberto Insigne, ci ho anche giocato contro in passato. E’ un ragazzo molto talentuoso, secondo me riuscirà ad arrivare anche in Serie A. Non voglio fare paragoni con Lorenzo, Roberto è ancora molto giovane e in futuro sicuramente dirà la sua. Chissà, potrà anche diventare più forte del fratello maggiore…”
In Italia i giovani fanno fatica ad imporsi nel calcio che conta. Gasperini che ha fatto esordire il classe ’97 Mandragora, ma è un caso isolato.
“In Italia bisogna assolutamente cambiare mentalità, manca la cultura del settore giovanile, ci sono tantissimi giovani che non riescono ad imporsi non per colpe loro, ma di chi li deve far giocare. Onore a Gasperini che l’ha fatto con Mandragora, ma bisogna cambiare cultura e prendere esempio da pesi europei come Inghilterra e Germania”.
Parliamo di De Zerbi, che allenatore è? Un estroso o un metodico?
“Il mister è un grande personaggio, ha una personalità molto forte e un grande carattere. Ci trasmette la sua grinta negli allenamenti e durante le partite, per me è un fenomeno e diventerà sicuramente un grande allenatore. Mantiene ancora l’estro che lo caratterizzava da calciatore, ma è anche un metodico. E’ inarrestabile, quando parte non lo mantiene davvero nessuno!”
Un tuo commento sul Girone C di Lega Pro e sul tuo Foggia.
“E’ la terza serie, ci sono squadre forti ed importanti. Salernitana, Benevento e Lecce sono le favorite, noi dobbiamo crescere e lo stiamo facendo partita dopo partita, siamo molto forti e il mister ce lo ricorda sempre”.
Ti chiedo anche un commento sulle campane del girone C.
Onestamente fino ad ora non mi ha impressionato nessuna delle squadre campane che abbiamo incontrato. Abbiamo affrontato Savoia, Ischia, Salernitana, Benevento e Juve Stabia e non mi hanno fatto una grandissima impressione, nonostante siano buone squadre, soprattutto le ultime tre. Ci manca solo la Casertana, la mia speranza, da campano, è di vederle sempre in alto, magari dietro al Foggia…”
Per concludere, quanto è importante il calcio per un ragazzo di Secondigliano come te. Quanto ti ha dato il calcio? E’ sicuramente un riscatto sociale, anche Izzo e Mandragora, ragazzi di Scampia, ce l’hanno fatta…
“Da quelle parti per tutti i ragazzi il calcio è un sogno. Da bambini tutti vogliono giocare ad alti livelli e sognano la Nazionale e la Serie A, magari anche il Napoli. Per quanto mi riguarda il calcio non mi ha aiutato tanto, mi ha tolto sicuramente qualcosa”.
Cosa intendi dire?
“Ho subito troppe pressioni e sentito davvero troppe “cazzate” come ad esempio l’etichetta di nuova Maradona, Diego è unico e solo, non ce ne sarà un altro. Magari crescendo normalmente sarei diverso, il calcio mi ha tolto serenità, così come la presenza di procuratori e personaggi che non voglio nemmeno nominare”.
A cura di Dario Gambardella
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro