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ESCLUSIVA – Palma: ”Emozionato dall’avventura in Lituania ma sogno sempre la maglia del Napoli”

"Il calcio italiano è in fase decrescente, rischia di precipitare, dovremmo, invece, guardare gli esempi di Germania e Inghilterra"

A volte, la vita ci porta lontano da affetti, posti a noi cari, persone amate ed abitudini quotidiane. A volte, per seguire un sogno, si è disposti ad arrivare ovunque, anche in capo al Mondo. E’ un po’ il caso del nostro Giuseppe Palma, centrocampista classe ’94 cresciuto nel settore giovanile azzurro (dagli esordienti alla Primavera) e, da questa mattina, a tutti gli effetti calciatore dello Spyris Kaunas, compagine della Serie A lituana. Ma cos’ha portato Peppe da Portici così lontano? Cerchiamo di scoprirlo dopo una piacevole telefonata al ragazzo, che ora si trova nella sua nuova ‘casa’.

Ha inizio una nuova eccitante esperienza per te, un ragazzo di appena 21 anni. Cosa stai provando dentro?

“Hai detto bene, eccitante. Ti dirò, non è stato un grosso problema per me dover venire fino in Lituania, il calcio è sempre stato la mia più grande passione e, a fare ‘sacrifici’, ci sono abituato da quando ero piccolissimo. Ho sempre fatto di tutto per inseguire questo sogno e di sicuro non mi fermo ora”

Cosa ti ha convinto a sposare la causa dello Spyris?

“Sapevo di avere quest’opportunità e, sinceramente, non ci ho pensato su due volte. Devo ringraziare il mio agente Gaetano Fedele ed il suo socio, Massimiliano Simeone. Ad essere sincero ho sempre desiderato fare un’esperienza all’estero e quindi: eccomi qua”

Come ti hanno accolto in Lituania? Come ti è parso l’ambiente?

“Mi hanno accolto come se fossi un top player (ride ndr). Scherzi a parte, sono rimasto colpito molto positivamente dall’accoglienza trovata una volta arrivato. La città è bella, civile e tranquilla e, da quello che sto vedendo, ci si vive bene. Poi, appena potranno, verranno la mia famiglia e la mia ragazza e sarà ancora meglio”

Quindi l’emozione per una nuova avventura superano di gran lunga quel pizzico di timore che si potrebbe provare nel lasciare il proprio Paese.

“Sicuramente. Per fortuna non ho problemi a trasferirmi in posti nuovi. Ovviamente, però, sento la mancanza delle persone più care come la mia splendida famiglia, la mia splendida ragazza Carola ed il mio migliore amico Francesco. Loro, però, sono sempre con me, se non fisicamente, sicuramente nei pensieri e poi, appena possibile nel corso della giornata, ci sentiamo molto spesso”

Passiamo al lato calcistico. Hai già conosciuto i compagni di squadra?

“Sì e devo dire che sono rimasto favorevolmente colpito dalla qualità del team. In rosa, poi, c’è per fortuna un ragazzo italiano, il calabrese Giorgio Russo, per cui comunicare con staff tecnico e resto della squadre è facilitato. L’obiettivo stagionale è fare bene, è stata costruita una rosa molto competitiva e ben attrezzata, c’è anche un ex Glasgow Rangers, l’attaccante Velicka e tanti altri giocatori provenienti da campionati importanti”

Sei praticamente ‘nato’ calcisticamente nel Napoli, hai fatto tutta la trafila nel settore giovanile, sei arrivato in Primavera con qualche presenza anche nelle Nazionali giovanili. Come mai, però, ormai sempre più spesso, numerosi talenti del nostro calcio sono costretti ad emigrare per avere la loro chance?

“Credo che il calcio italiano sia in fase decrescente. Mi spiego: se non ci diamo una mossa, le cose potrebbero precipitare. Credo che ci si dovrebbe basare su capisaldi quali la meritocrazia, la cultura del lavoro e, invece, l’unica cosa che conta è il guadagno immediato. A mio modo di vedere le cose non abbiamo capito molto di come funzioni: guardate alla Germania, all’Inghilterra, alla Spagna o anche ad altri movimenti calcistici esteri”

Il ricordo più bello in maglia azzurra?

“Come detto prima, sono praticamente nato con la maglia del Napoli. Sono arrivato in azzurro dalla tenerissima età di 12 anni. Tre stagioni, però, sono state a mio parere indimenticabili: quella con la categoria Giovanissimi Nazionali, quella con la categoria Allievi Nazionali e, ovviamente, l’ultimo anno in Primavera. Sono state tre esperienze indimenticabili, noi ragazzi dell’annata ’94 abbiamo sempre fatto gruppo, al di là del campo eravamo e siamo tutti grandi amici. C’erano grandi calciatori ma, soprattutto, grandi ragazzi a livello umano. Poi, se devo parlare del momento più bello, non posso non citare la doppia finale di coppa Italia con la Juventus. Secondo me, quella sfida ha rappresentato il giusto premio per quanto fatto fino ad allora. Man mano che continuavamo ad andare avanti in coppa, sembrava di essere quasi in un sogno, non ce lo aspettavamo. Poi, però, ci rendemmo conto della grande stagione che stavamo portando avanti. La ciliegina sulla torta fu sicuramente giocare in due Stadi come lo Juventus Stadium e, soprattutto, il ‘nostro’ San Paolo. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro, chi ama il calcio può capirmi”

Che prezzo si paga nel passaggio da una Primavera, comunque ad alti livelli, ad una qualsiasi Prima Squadra?

“Le differenze sono molte e, quindi, devi trovare il tempo di adattarti. Nel settore giovanile giochi sempre con tuoi coetanei, nel calcio ‘che conta’, quello dove il risultato è fondamentale, ti ritrovi invece ad avere a che fare con calciatori di ogni età. Allenandosi al massimo ed impegnandoti a capire il calcio che sei chiamato a giocare, però, ci si può adattare benissimo a qualsiasi realtà”

Quanto sono state importanti, per te, le esperienze con le maglie di Vicenza e Paganese?

“Molto, è ovvio. Credo che siano servite molto alla mia maturazione calcistica”

Il tuo sogno nel cassetto?

“Come ogni giocatore, sogno di giocare nella squadra del mio cuore e, quindi, nel Napoli. Non dovessi riuscire a far sì che il mio desiderio si esaudisca, comunque, spero di continuare a giocare per tanti anni ed a buoni livelli. Sono una persona molto ambiziosa: ho sempre pensato che, qualunque cosa si decide di fare, conviene farla al massimo, altrimenti meglio lasciar perdere. La mia famiglia ed io facciamo sacrifici praticamente da sempre, quindi non voglio ‘accontentarmi’.”

Che ne pensi di questo Napoli targato Rafa Benitez?

“Penso che la stagione azzurra sia da considerarsi molto positiva. Certo, si è iniziato un po’ col freno a mano tirato ma, ad ora, le cose sono in discesa. Credo che buona parte del merito di questo momento così positivo sia da attribuire alla vittoria di Supercoppa con la Juve. L’obiettivo dev’essere il secondo posto: la Roma è abbastanza vicina. Speriamo bene”

Quando ci sarà  l’esordio nella ‘A’ lituana?

“Non credo domenica (giorno di inizio del campionato ndr), devo aspettare il transfer. Seppure non dovessi scendere in campo, ovviamente, sarò allo Stadio a fare il tifo per i miei compagni”

Forza Spyris, allora.

“Certo, forza Spyris e forza Napoli, sempre”

A cura di Mirko Panico

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