Gli anni trascorsi nel settore giovanile del Napoli, i sacrifici di tanti collaboratori per far emergere il talento di Armando Izzo, cresciuto nell’Arci Scampia in un quartiere difficile, perdendo molto presto il padre e con la necessità di diventare un adulto quanto prima, di prendersi delle responsabilità (leggi l’intervista del 5 Marzo 2013). La crescita, il sogno San Paolo che s’avvicinava e poi la delusione estiva, quando il Napoli ha deciso di non puntare su di lui, di perderlo per “pochi spiccioli”. Ci ha creduto il Genoa, la squadra che stasera affronterà gli azzurri a Fuorigrotta, una partita speciale per Armando Izzo, difensore classe ’92 alla sua prima apparizione nello stadio della sua città. Per saperne di più sul percorso di Izzo, sulle emozioni che sta vivendo, abbiamo intervistato l’agente Paolo Palermo:
Napoli-Genoa, ore 21, mancano poche ore. Prova ad immaginare che sia già stasera, quali saranno le emozioni all’ingresso in campo delle due squadre?
“Saranno emozioni fortissime, sia io che Armando siamo legati da grande affetto per il Napoli. Izzo vive un momento particolare, sta giocando in una piazza prestigiosa, nel club più antico d’Italia ma è napoletano e il San Paolo rappresenta una parte del suo cuore. So, però, che rimarrà freddo, la sofferenza immensa per la perdita del padre l’ha fortificato. E’ un ragazzo espansivo, molto aperto, si fa voler bene nello spogliatoio. Se dovesse giocare, non tradirà la fiducia di Gasperini, è molto concentrato, farà bene anche in futuro. Dopo la partita contro il Milan, gli ho detto di non montarsi la testa e lui mi ha risposto: “Stai tranquillo, conosco i miei limiti e le mie qualità””
Dalle giovanili del Napoli alla Serie A, un percorso lungo vissuto al fianco di Armando Izzo. Ci racconti il vostro rapporto?
“Ho cominciato a seguire Armando con maggiore attenzione quando era negli Allievi Nazionali, dal torneo di Arco di Trento. Non era titolare, ma intravedevo in lui forza, buona tecnica e personalità, nel settore giovanile del Napoli tutti dicevano che era un bravissimo ragazzo ma si lamentavano per alcuni suoi comportamenti. Era svogliato, s’assentava dagli allenamenti per varie settimane, poi ritornava al campo come se non fosse successo nulla. Ho capito che si comportava così perchè nessuno glielo spiegava, non aveva una guida. Ho cercato di svolgere proprio questo ruolo, lui non mi ha mai tradito. Ha dimostrato voglia di migliorare, assorbiva tutto ciò che gli dicevo. Ha messo in mostra forza mentale già quando andò in prestito a Trieste, vincendo una “scommessa” con me: io gli dissi che se avesse raggiunto venti presenze (arrivò a quota 22, 14 con la Triestina e 8 con l’Avellino, ndr), gli avrei regalato la mia Smart. Non volle un’automobile nuova ma si accontentò della mia che aveva già sette-otto anni, la stessa con cui io e tutti i componenti del mio staff a turno accompagnavamo quotidianamente Armando agli allenamenti”
Sei soddisfatto dello spazio che sta trovando al Genoa, del suo rendimento o ti aspettavi qualcosa in più?
“Siamo andati a Genova sapendo che eravamo gli ultimi arrivati, anzi approfitto per ringraziare il presidente Enrico Preziosi che ha creduto in Izzo, la proprietà dell’Avellino, la famiglia Taccone, che, senza opporre resistenze a livello economico, ha dato ad Armando la possibilità di giocare in Serie A. Gasperini è un allenatore preparato ed esigente, nella rosa ci sono difensori di grande valore, che hanno giocato nelle proprie Nazionali, lui deve conquistarsi il suo spazio ogni giorno con umiltà”
Staserà sarà anche l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Pensi che il Napoli si stia rammaricando per aver scelto di non riscattare Izzo?
“Non spetta a me dire queste cose, saranno gli altri a giudicare. E’ certo che Izzo può realizzare la promessa fatta al padre prima di morire: giocare al San Paolo. Arrivando in Serie A, ha già raggiunto quasi pienamente l’obiettivo ma scendere in campo a Fuorigrotta è tutta un’altra storia”
Ciro Troise
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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