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ESCLUSIVA – Dal vivaio del Napoli al sogno europeo a Malta: la storia di Mario Fontanella

"Non ho rimpianti per aver lasciato l'azzurro, Santoro è stata l'unica persona che ha creduto in me. Qui a Malta il calcio è diverso, ma sogno un giorno di giocare in Serie B"

Poco importa se il derby che giochi non sia Milan-Inter, United-City o Real-Atletico, che il tuo cognome non sia Bacca, Rooney o Cristiano Ronaldo. Perché anche giocare, segnare e vincere contro il Valletta dinanzi ai diecimila spettatori e più del “Ta’Qali Stadium” può rappresentare esattamente un’emozione incommensurabile, paragonabile a quelle dei più grandi palcoscenici del calcio europeo. Lo è ancor di più se, attraverso una prestazione da protagonista, regali ai tuoi supporters l’emozione di trionfare nuovamente nella stracittadina e di vivere una gioia che mancava da ben otto anni. Questo è solo l’ultimo capitolo della carriera di Mario Fontanella, attaccante napoletano classe 1989 con diversi anni alle spalle trascorsi nel settore giovanile del Napoli ed attualmente in forza al Floriana (una delle squadre più prestigiose della BOV Premier League maltese con un palmares da 25 titoli nazionali, 19 Coppe Nazionali ed una Supercoppa collezionati durante i suoi 112 anni di storia). “Dopo aver realizzato il gol sono esploso di gioia andando ad esultare sotto la nostra tifoseria. Era il terzo ed ultimo derby stagionale da disputare contro il Valletta poiché nella Serie A maltese affrontiamo per tre volte le nostre avversarie a causa del numero limitato di squadre. mario fontanella 2Non ne avevamo mai vinto uno, ma questa volta ci siamo riusciti. Contribuire con il mio gol alla vittoria è stato un qualcosa di fantastico, i tifosi piangevano dall’emozione. Queste scene le porterò dentro per il resto della mia vita”. Il Floriana Football Club milita attualmente al quarto posto in classifica, e nelle ultime tre partite di stagione può ambire alla qualificazione per i prossimi preliminari di Europa League, potendo ripercorrere quanto fatto l’anno scorso da Fabrizio Miccoli con la maglia del Birkirkara che riuscì a disputare il secondo turno eliminatorio di Europa League contro il  West Ham: “Sì, Miccoli vestì quella maglia per sei mesi riuscendo ad arrivare alla sfida poi persa contro gli inglesi. In genere disputare le prime fasi eliminatorie di Europa League potrebbe sembrare una cosa di poco conto, ma rappresenta comunque un traguardo che in Italia un giocatore non potrebbe mai assaggiare se non giocasse almeno in Serie A. Noi ce la possiamo fare o vincendo la Coppa Nazionale oppure qualificandoci al quarto posto a fine stagione”. Il destino ha condotto Mario Fontanella a Malta, dove la dimensione e la concezione del calcio è molto diversa da quello italiano: “A Malta la qualità della vita è altissima. Nel febbraio 2015 avevo la possibilità di poter andare a giocare in una squadra della massima serie bulgara, ma ho preferito rimanere in Italia per motivi familiari, coltivando in me stesso la possibilità di poter cogliere appena possibile la seconda occasione per trasferirmi all’estero. A Malta c’è una folta rappresentanza di italiani vista la vicinanza con la Sicilia. Il concetto di calcio non è totalizzante come in Italia, ma è considerato essenzialmente come un secondo lavoro”. FONTANELLAConcezione che sta cambiando al Floriana, club che grazie all’avvento di Riccardo Gaucci (figlio del più famoso Luciano) ha riottenuto il giusto slancio salvandosi dai bassifondi di classifica e puntando alla zona Europa: “Il presidente mi ha voluto fortemente in squadra. Aver avuto una figura come lui al timone della società è stato per me una garanzia. Ha grandi progetti per il futuro e sta apportando con gradualità una mentalità più italiana, dallo staff tecnico fino alla possibile costruzione di uno stadio di proprietà”.

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Nato a Napoli ventisei anni fa, Mario Fontanella dà i suoi primi calci al pallone tra un grattacielo e l’altro del Centro Direzionale. Nella scuola calcio “Giuseppe Barbella” si denotano subito le sue qualità da predestinato: accelerazione fulminea, rapidità di movimento ed istinto del gol da vera seconda punta. In quegli anni il nuovo “Napoli Soccer” di Aurelio De Laurentiis stava gettando le prime basi. Mario è selezionato per le giovanili azzurre in cui ha militato per quattro stagioni: “Di quegli anni ho tanti ricordi, ma nessun rimpianto. Iniziai dagli Allievi Regionali con mister Cusano, ma purtroppo il trend di ogni mia stagione trascorsa in azzurro era il solito: fino al mese di gennaio non venivo mai preso in considerazione rispetto a tanti altri ragazzi, collezionando di conseguenza tante tribune e panchine. Successivamente, nella seconda parte di annata, venivo chiamato in causa poiché i risultati della squadra non erano quelli attesi. Stessa storia fu anche durante gli Allievi Nazionali, nella Berretti di mister Lucignano e nella Primavera di mister Apuzzo. fontanella mix napoliNon ho nessun rimpianto poichè il Napoli come società non ha mai puntato su di me. L’unica persona che mi ha sempre stimato molto è l’ex responsabile del settore giovanile azzurro Giuseppe Santoro che anche nei momenti più bui mi confortava di continuo, spronandomi a far bene ed a fare affidamento unicamente sulle mie qualità. Le sue parole, col tempo, si rivelavano sempre veritiere. Prima del suo approdo al Napoli voleva portarmi ad Avellino, ma poi lo seguii in azzurro”. Il processo di crescita di Fontanella nel Napoli si è sviluppato con vari compagni di squadra che hanno calciato palcoscenici rilevanti come Ammendola, Cosimo Palumbo, Cenetti, Giannone e Ciano. In particolar modo di questi ultimi due compagni rimane folgorato dalle doti tecniche oltre che umane: “Giannone e Ciano furono coloro che mi impressionarono di più. Di Giannone penso che, nonostante la sua parabola discendente Bologna-Reggiana-Casertana, possa ritornerà a giocare in B perché ha qualità immense. Da Ciano rimasi letteralmente folgorato del suo calcio. E’ capace di tirare in maniera potente e allo stesso punto precisa con estrema naturalezza, qualità davvero per pochi. Sono sicuro che a Cesena si toglierà tante soddisfazioni”. Durante i suoi ultimi anni in azzurro Fontanella ha avuto modo anche di apprezzare le doti di un piccolo talento in rampa di lancio che rispondeva al nome di Lorenzo Insigne, più piccolo di tre anni: “Spesso si allenava col nostro gruppo. Essendo sotto età di due anni rispetto alla categoria, era ancor di più pesante il gap fisico per lui. Ma, nonostante ciò, posso dire che le sue qualità erano già lampanti, tecnicamente era di un altro livello. Si capiva che doveva solo lavorare sul lato fisico perché già faceva la differenza”.

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La parentesi con il Napoli si conclude con la firma del contratto d’addestramento tecnico (una sorta d’intesa che serve a valutare ulteriormente le qualità del giocatore prima di eventualmente fargli sottoscrivere il contratto professionistico) prima di andare in prestito al Barletta in C2: “Terminato il mio periodo in Primavera mi fecero il contratto d’addestramento tecnico ma tale scelta si è rivelata fallimentare data la mia successiva esperienza a Barletta in termini di presenze collezionate. Oggi ai ragazzi più meritevoli che emergono dai vivai si fa firmare un contratto per poi giocarsi le proprie chances in Lega Pro, magari ritornando in futuro alla casa madre. Io non ho goduto purtroppo di tale fortuna”. Di lì in poi comincia per Fontanella la trafila di esperienze che in sei anni gli hanno regalato gioie e dolori: “Dopo Barletta passai alla Viribus Unitis, ma avvertii molto la differenza con l’ambiente che avevo precedentemente vissuto. Successivamente Carannante mi volle alla Neapolis. Li collezionai le mie prime soddisfazioni calcistiche realizzando 16 gol ed ottenendo la promozione in Serie C2. Poi l’anno seguente ci fu l’avvicendamento Castellucci-D’Arrigo in panchina ed un infortunio che mi condizionò l’annata. Poi andai a Noto rilanciandomi con 16 reti, ma anche qui durante il secondo anno non riuscii ad evidenziarmi per varie motivazioni. Successivamente, dopo la brutta parentesi di quattro mesi e mezzo con la Sarnese, andai in Umbria a Bastia e poi in Sardegna a Budoni, dove sono stato guidato da mister Cerbone con cui mi sono trovato benissimo e che è stato il primo fra tutti gli allenatori avuti capace di tirar fuori il massimo dalle mie prestazioni”. Tante stagioni che hanno arricchito il bagaglio d’esperienza di Fontanella, il quale non ha dubbi nell’ammettere come nel calcio italiano ci sia più difficoltà ad emergere rispetto ai calciatori stranieri: “Se fossi stato di una nazionalità diversa forse adesso starei giocando tranquillamente in Serie B, ci sono tantissimi giovani italiani forti che non sono considerati nel giusto modo. Non ho problemi a dire che io a Malta le mie prestazioni stanno ottenendo un ampio riscontro anche perché sono uno straniero. Nella scorsa stagione realizzai 27 gol in serie D ma a livello nazionale non ho goduto di grande considerazione. Lo straniero acquisisce un fascino particolare, c’è il “gusto della novità”. Il problema è che ai giovani italiani, cresciuti nei vivai non si da la fiducia e il tempo per esprimere le proprie qualità. Bisognerebbe prestare maggiore attenzione ai numeri che non mentono”. Numeri che di certo non sono mancati nel palmarès personale del suo attuale allenatore Lulù Oliveira grazie ai più di 150 gol realizzati tra Serie A, B, C1 e C2: luis-oliveira“A volte si allena con noi ed io scherzando gli suggerisco di ritornare a giocare. Dimostra ancora di avere dei colpi incredibili. Con lui ho un buon rapporto, ti lascia sereno anche quando le cose non vanno bene. Da ex attaccante sa benissimo i periodi belli e brutti che chi svolge questo ruolo può avere. Da lui cerco sempre di apprendere sia dal punto di vista tecnico ma anche caratteriale”. Quindici gol in questa stagione, ad un passo dall’Europa League con tantissimi gol alle spalle tra i Dilettanti e C2, senza avere grande nostalgia per l’Italia. E’ questo il cammino calcistico di Mario Fontanella che fino ad ora l’ha condotto a Malta e in futuro chissà dove lo porterà, magari ad assaporare il nostro calcio: “In tanti magari sottovalutano il calcio maltese ma per me già giocare qui in Serie A è motivo d’orgoglio. Ma vorrei ambire ancora a raggiungere la Serie B italiana, è vero che a ventisei anni non è facile ma la speranza rimane l’ultima a morire. L’anno scorso giocava con me a Floriana Igor Coronado che adesso sta vivendo l’esaltante avventura del Trapani di Cosmi e ha già messo a segno sette gol”. ‘Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni’ diceva Eleanor Roosevelt, e non può non esser così anche per Mario Fontanella.

A cura di Gilberto D’Alessio

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