Dalla sua breve e lontana esperienza al Napoli al presente pieno di difficoltà e insidie targato Cesena, passando per Cavani e la riforma della A a 18 squadre, “una decisione del palazzo”. Rino Foschi, direttore sportivo del Cesena, contattato dalla redazione di IamNaples.it a pochi giorni dalla sfida di campionato tra i romagnoli e il Napoli in programma per martedì 6 gennaio alle 18:00 allo Stadio “Manuzzi”, ricorda con affetto gli anni in azzurro, nel periodo del primo scudetto, con la collaborazione come osservatore con Allodi e Marino, con un filo conduttore mai spezzato e tornato in auge con il trasferimento dalla Sicilia in Campania di Cavani, “tra i 10 calciatori più forti d’Europa” secondo il dirigente del club bianconero. C’è spazio anche per il calciomercato, la riforma dei campionati, “penalizzante per le piccole squadre”, e tutte le difficoltà che oggi ha una provinciale ad approcciarsi al calcio che conta:
Come arriva il Cesena alla sfida contro il Napoli?
“Ci arriva esattamente come alle altre partite, con le difficoltà che stiamo attraversando. Sappiamo che andremo ad incontrare una grande squadra per cui nutriamo grande rispetto, noi però cercheremo di fare la nostra partita dando il massimo.”
Ha qualche ricordo particolare legato a Napoli, sia dal punto di vista della città che della squadra?
“Ho tantissimi ricordi, ho un legame fortissimo con la città, sono passati troppi anni dalla mia esperienza al Napoli (da osservatore, ndr) però sono rimasto sempre affezionato, anche nei tempi del Palermo. Poi c’è stato Cavani che ho scoperto durante la mia esperienza in Sicilia e che poi è andato al Napoli facendo benissimo e lasciando intatto quel filo conduttore tra me e la città. Ma ormai tutto questo rappresenta il passato e non mi va di parlare del passato, Il Napoli è una squadra che susciterà in me sempre grande simpatia, ci ho lavorato ai tempi di Allodi e di Pierpaolo Marino, oggi sono a Cesena con tutte le difficoltà che comporta essere in una piazza come questa, gli azzurri sono una grande realtà, stanno facendo un campionato importante frutto anche dell’ottimo lavoro della società. Noi lottiamo per sopravvivere, il Napoli per un posto in paradiso.”
Ritiene più complicato oggi il passaggio dalla serie B alla serie A?
“Sono due campionati particolari con letture totalmente diverse, per una piccola squadra non so se è più facile fare il salto di categoria oppure se è più complicato conservare poi la serie A e salvarsi. Per noi, nella passata stagione, non è stato per nulla agevole ottenere la promozione, la quinta della mia carriera dalla B alla A, però per il nostro contesto si sta rivelando molto più complicato ottenere la salvezza. Nel complesso probabilmente è più facile ottenere una promozione dalla serie B alla Serie A piuttosto che salvarsi nella massima categoria.”
Cosa pensa della riforma dei campionati che vedranno la serie A ritornare a 18 squadre? Può essere una penalizzazione per le piccole squadre che magari possono trarre giovamento dalla massima serie da un punto di vista economico con degli incassi importanti?
“Dobbiamo adeguarci perchè questa riforma voluta fortemente da Tavecchio diventerà presto realtà con 18 squadre in serie A e 20 in serie B. E’ una decisione del Palazzo e delle grandi squadre dettata per lo più da volontà economiche, i soldi sono sempre di meno e dividerli per meno squadre porterebbe guadagni maggiori. Io non condivido queste riforma ma ormai è la realtà e non possiamo far altro che prepararci al meglio. Certamente le piccole squadre vengono maggiormente penalizzate da questa decisione però il lavoro nel bene o nel male paga sempre e, se si riesce a portare avanti un progetto tecnico di livello e a conquistare la serie A, si ha poi tutte le carte in regola per rimanerci e combattere anche tra ‘i grandi’, però, ovviamente le possibilità vengono ridotte.”
Siamo in periodo di calciomercato. Che programmi ha il Cesena per questa sessione invernale? Abbiamo letto anche dell’interesse per Salvatore Molina dell’Atalanta, è questo il profilo giusto per la sua squadra?
“Come ho già detto anche in altri contesti, io di calciomercato non parlo. Ho una rosa molto ampia, di 30 calciatori, siamo in esubero e il mio primo pensiero è quello di sistemare 4-5 elementi. Per il momento quindi non abbiamo progetti per il mercato in entrata ma solo per quello in uscita.”
Prima lei ha parlato di Cavani, un nome che certamente non può lasciare indifferenti i tifosi del Napoli. Si parla di un interesse dell’Arsenal per il Matador, ritiene che la Premier League possa essere un campionato adatto alle sue caratteristiche viste le grandi differenze con la serie A e la Ligue 1?
“Cavani è un giocatore importante e quindi ritengo che possa adattarsi a tutti i campionati, Premier e Liga comprese. In serie A ha fatto benissimo e sta ottenendo risultati importanti anche nella Ligue 1 con il Paris Saint Germain, ritengo che sia giusto che un calciatore con le sue qualità provi un’esperienza come quella della Premier League. Sono convinto che possa far bene anche in Inghilterra, ha delle capacità straordinarie, è tra i 10 calciatori più forti d’Europa e per questo motivo può fare la differenza dappertutto.”
Obiettivi per il 2015?
“Il mio obiettivo, sia da un punto di vista individuale che professionale, è quello di provare in tutti i modi a rendere possibile questo miracolo che per noi si chiama salvezza. Sarebbe veramente una cosa bellissima se riuscissimo a raggiungere questo traguardo, come vincere uno scudetto per quattro anni di fila. Presa coscienza delle nostre difficoltà e dei nostri mezzi sappiamo tutti però che è più un sogno che un obiettivo, ma ci proveremo con tutte le nostre forze.”
Intervista a cura di Andrea Cardone
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