Da Scampia alla Serie A il tragitto è lungo. Molti ragazzi sognano il grande calcio, in pochi, anzi pochissimi ci riescono. E’ il caso di Armando Izzo e di Rolando Mandragora, che, seppur con due storie molto diverse, hanno coronato il loro sogno grazie al Genoa. Chi sta per coronare il suo sogno è Gaetano Letizia, terzino classe 1990 di Scampia, che il 29 giugno compirà 25 anni e festeggerà il compleanno più felice della sua giovane carriera. Con il suo Carpi ha appena conquistato la Serie A, al termine di una stagione spettacolare che ha visto protagonista la squadra del comune di 70.000 abitanti della provincia di Modena, una vera e propria favola calcistica cominciata pochi anni fa, quando gli emiliani erano in Serie D. Nel 2000 il club fallì e ripartì dall’Eccellenza e dopo due anni fu promossa in Serie D. La storia del club comincia a cambiare nel 2010, quando il Carpi perde il playoff per la Serie C contro il Pianura (5-0 a Carpi per i padroni di casa, 8-2 a Napoli per il Pianura, in un match che resterà nella storia). Da quella sconfitta è iniziata una nuova storia per i biancorossi, promossi in Serie C grazie alla rinuncia dello stesso Pianura per la mancanza di uno stadio a norma: da lì è iniziata una cavalcata senza eguali che in cinque anni ha portato il club in Serie A. In quel Pianura c’era uno degli attuali protagonisti della storia recente del Carpi, Gaetano Letizia, che abbiamo avuto il piacere di intervistare, segno che nel calcio c’è ancora spazio per le favole:
Gaetano, cominciamo dal tuo Carpi, qual è stato il segreto della tua squadra?
“Abbiamo vissuto un’annata stupenda, lo spogliatoio, il gruppo e la voglia di emergere di tutti noi ci hanno portato a questo grandissimo risultato, storico per noi e per la città di Carpi. Nessuno si sarebbe aspettato la promozione in Serie A, il nostro direttore Giuntoli ha avuto il merito di acquistare giocatori dalle categorie inferiori, calciatori che hanno grande fame (come affermato anche dal mister Fabrizio Castori, intervistato da IamNaples.it al Football Leader) e che vogliono arrivare in alto. La componente principale della nostra annata è forse stata proprio questa grande fame che ci ha contraddistinti, non siamo mai stati sazi e ci proveremo anche in Serie A, assieme a questo splendido gruppo che verrà riconfermato in gran parte assieme al mister che ha da poco rinnovato il contratto”.
Siete pronti per la Serie A?
“Solo a pensarci mi tremano le gambe. Non riesco ancora a capacitarmi del fatto che giocheremo contro squadre blasonate come Juventus, Napoli, Roma, Milan e Inter. Non è da tutti compiere imprese del genere, sono davvero felice ed emozionato al solo pensiero e pensare che giocherò al San Paolo mi toglie il fiato”.
Il tuo destino ha cominciato a intrecciarsi con quello del Carpi nel 2010, quando nello storico Pianura-Carpi, playoff per la Serie C terminato, 8-2 hai conquistato la Serie C con la squadra napoletana, poi mai disputata.
“Quella fu una partita indimenticabile, un’impresa indimenticabile come il campionato appena terminato. Sono partite che ti capitano una sola volta nella vita e che non si ripeteranno mai più”.
Tu ce l’hai fatta ad emergere, mentre molti tuoi ex compagni campani, calciatori dalle grandi qualità come le tue, non ci sono riusciti. Quanto è difficile sfondare in Campania?
“Il calcio è strano, tutto può succedere, dal niente sono riuscito ad arrivare in Serie A e spero che in molti possano coronare il mio sogno. In Campania ci sono molte società poco serie, anzi sono davvero troppe, quelle virtuose si contano sulle dita di una mano. I club del Nord mantengono le promesse, è evidente che ci siano maggiore organizzazione e progettualità, anche sulle strutture il discorso è diverso”.
Tornando al passato, quando e chi ti ha fatto approcciare al calcio?
“Da bambino giocavo per strada a Scampia, poi a 17 anni grazie alla mediazione di mio fratello Antonio, sono andato a giocare in Promozione, a San Vitaliano e nel frattempo sono stato notato dalla Rappresentativa Campania che mi ha selezionato. Devo tanto all’allora mister del San Vitaliano Giovanni Formicola, che mi ha aiutato nel percorso di crescita, credendo tanto in me. E’ anche grazie a lui se adesso sono dove sono”.
A cura di Dario Gambardella
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