Sabato la capolista Napoli affronta una delle rivelazioni, insieme all’Ascoli, del campionato Primavera: la Juve Stabia di mister Mario Turi, un po’ ridimensionata dalle ultime due sconfitte contro Vicenza e Crotone ma pronta a tornare a stupire, dopo aver fermato già la Roma e la Lazio. Di giovani talenti, strategie per i vivai e del match in programma sabato al “Bisceglia” di Aversa abbiamo discusso in esclusiva con Mario Turi, allenatore della Primavera della Juve Stabia:
Salve Mister Turi. Il prossimo match vedrà di fronte la sua Juve Stabia contro la capolista Napoli. Cosa pensa della formazione partenopea?
“Il Napoli è la squadra più importante del girone, ha valori tecnici incredibili. Ci sono giocatori di assoluto livello, basti pensare a Insigne, Fornito o Tutino, solo per citarne alcuni. Sono giocatori stabilmente nel giro delle nazionali giovanili. Il Napoli merita il primo posto in classifica”
La sua Juve Stabia invece come potrebbe presentarcela?
“Siamo un buon gruppo, forse ancora poco continuo. La nostra filosofia è giocarcela con tutti, sempre”
I risultati però al momento non sorridono. Dopo un ottimo inizio, tanto che si parlava di playoff, la squadra ha subito un calo nelle ultime partite. Lei come se lo spiega?
“Paghiamo il fatto di non allenarci tutti insieme. Molti dei nostri giocatori si allenano stabilmente con la prima squadra. Per carità, questa è una cosa molto positiva, significa che stiamo facendo bene il nostro lavoro. In fondo il compito del settore giovanile è mandare giocatori pronti in prima squadra”
Alcuni dei suoi giocatori però non erano giudicati pronti per giocare nel Napoli. Mi riferisco ai vari Loffredo, Guarino, Mileto, Mattiello e Crispino che sono stati ingaggiati da voi dopo che il Napoli li aveva svincolati. Lei crede che qualcuno di questi poteva fare comodo ai partenopei?
“Non voglio addentrarmi in discorsi che non mi competono. Noi facciamo di necessità virtù, e se ci capita di poter ingaggiare giocatori del Napoli a parametro zero non ci tiriamo indietro. Noi li abbiamo tesserati poi il tempo dirà se abbiamo fatto bene e il Napoli ha sbagliato. Non dimentichiamoci però che i ragazzi a questa età sono particolari. Basta poco per esaltarli e altrettanti poco per condannarli”
L’anno scorso lei ci parlò molto bene di Di Mariano (clicca qui per leggere l’ìntervista dell’11 Gennaio scorso), che aveva affrontato nel campionato Allievi Nazionali Serie A e B. Sta mantenendo tutte le buone promesse?
“Adesso è aggregato in prima squadra col Lecce. Si allena stabilmente con i ‘grandi’, è già nel giro della squadra salentina che gioca in Lega Pro, e poi disputa il campionato Berretti, che purtroppo non seguiamo. Lo ritengo comunque, assieme a Tutino, uno dei migliori ’96 in circolazione”
Lei ha allenato sia la Primavera che gli Allievi. Quali sono le maggiori differenze tra le due categorie?
“Primavera e Allievi sono due campionati difficilissimi, soprattutto dopo la riforma. Diciamo che in Primavera c’è sempre la pressione e l’ambizione della prima squadra. I ragazzi pensano già al primo contratto. Anche la gestione è più difficile, visto che, come capita a noi, raramente li puoi allenare tutti insieme”
Un’ultima domanda. Non ritiene che bisognerebbe prestare più attenzione agli Allievi, in quanto propedeutici ad una buona crescita dei giocatori in vista della Primavera e magari della Prima squadra?
“Premesso che a livello di settore giovanile sono importanti tutte le categorie. Io darei più importanza alle categoria più piccole, come gli Esordienti o i Mini-Giovanissimi. Da lì devi partire, sia sotto l’aspetto tattico che mentale. Devi cominciare ad inculcare la cultura del lavoro. Qui ti trovi con ragazzini abituati a fare i leader alla scuole calcio che si trovano all’improvviso in un mondo di loro pari. È importante farli maturare bene fin dall’inizio”
Intervista a cura di Giancarlo Di Stadio
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