Può essere considerato l’eroe calcistico del momento, insieme ad Insigne la leva giovane della Nazionale di Prandelli, quella che trasmette maggiori speranze. Per alcuni rappresenta il salvatore della patria, per tutti è semplicemente Ciro Immobile. La semplicità è il leitmotiv che fa da filo conduttore alla crescita esponenziale di questo ragazzo: dal Sorrento dove tira i primi calci fino al Torino, dove si laurea capocannoniere della serie A. Il futuro è al Borussia Dortmund. In mezzo la consacrazione al Pescara grazie al maestro Zeman. Con lui c’era Lorenzo Insigne, suo compagno di Nazionale. Il club che ha permesso tutto è la Juventus che però non ha mai creduto seriamente nel ragazzo. La redazione di IamNaples.it ha intervistato Diodato Scala, direttore generale del Sorrento, chiedendogli di Ciro, della sua crescita e della possibilità che ha di salvare … il Sorrento!
Salve direttore, comincio col chiederle che persona fosse Ciro: se ci sono aneddoti o curiosità da raccontarci
“Quando è arrivato, capimmo subito che sarebbe diventato un calciatore importante: era il più piccolo tra i pari età, ma il talento c’era tutto. Si vedeva che aveva una marcia in più ma nessuno credeva che potesse arrivare a questi livelli. Era sgraziato nei movimenti ed ancora ora oggi lo è, ma aveva una marcia in più. Ragazzo umile, proveniente da una famiglia di lavoratori. Il padre era operaio e Ciro aveva fame di arrivare. Con tutti i buoni auspici, ritenevamo potesse formarsi come un buon giocatore di C o B ma non che fosse il fenomeno di oggi”
Il Napoli lo ha mai seguito? Conosceva il calciatore o non lo ha mai visionato?
“Il Napoli non ci ha mai creduto, anzi all’epoca non ci risposero nemmeno. Avevamo sia Immobile che Antonino Di Leva (clicca qui per leggere la sua storia) che mandammo alla Sampdoria. A mio avviso era più forte di Ciro ma un brutto infortunio gli ha impedito di rientrare a grandi livelli”
Intorno a questi talenti hanno sempre gravitato club del Nord, come la Sampdoria, il Genoa e la Juventus. Ci saprebbe spiegare il perchè?
“Noi segnalavamo al Napoli i profili migliori ma tra le società non c’erano rapporti. Sia la Sampdoria che la Juventus volevano Immobile e Di Leva. Per la precisione, Immobile doveva finire alla Sampdoria e Di Leva alla Juventus. Alla fine ognuno si accontentò di prendere un calciatore ed un ruolo fondamentale venne giocato dallo sponsor Msc che campeggiava sulle nostre maglie: il presidente Garrone mosse le amicizie che aveva in Erg per strappare il talento alla Juventus”
Direttore ci parli dell’avventura del Sorrento ai campionati Allievi Nazionali. Era il 2007 e in quella squadra militavano, appunto, sia Immobile che Di Leva. Perdeste in semifinale con il Genoa …
“Fu una bella esperienza. Le finali si fecero in Puglia a Gallipoli. Avevamo una squadra interessante, vincemmo il campionato e molti calciatori fecero poi fortuna in C. Perdemmo col Genoa ma potevamo andare in finale. Ottima prestazione, fu un peccato enorme. Grande merito fu del presidente Castellano, ricordo tutto come fosse ieri …”
Ritorniamo ad Immobile, la sua cessione al Borussia può salvare il Sorrento …
“Sto sentendo tante cifre ma posso dirvi con precisione che non sappiamo quando arriveranno questi soldi e tanto meno la cifra che otterremo. Il 5% dovrebbe esserci retribuito quando ci sarà l’ufficializzazione dell’acquisto, l’avvenuto pagamento insomma. I soldi arriveranno nella stessa modalità di pagamento: se questo avverrà in due anni, allora l’accredito sarà biennale, e così via … Sarà la Fifa a riconoscere la cifra che verrà poi versata nelle nostre casse. Tutte le voci uscite finora possono considerarsi semplici chiacchiere”
Ci sono novità riguardo la società? Speranze di essere ripescati in Lega Pro?
“Le quote sono in mano all’avvocato D’Angelo, che l’azionista di maggioranza. È l’attuale amministratore unico. Siamo in una buona posizione per essere ripescati: se il comune provvederà all’impianto d’illuminazione, scaleremo tra i primi posti per il ripescaggio. Altrimenti partiremo dalla Serie D”
A cura di Francesco Gambardella
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