Napoli-Milan, storia di campo e di tifo. Sfide tra campioni e confronti tra tifoserie, vicine e lontane. Il mondo ultras regala alla platea pallonara personaggi storici, da sempre a fianco dei loro colori. Uno di questi è Giancarlo Capelli, uno dei veterani capi-ultras della Curva Sud milanista, noto come Il Barone. Lo abbiamo intercettato in esclusiva, ecco cosa ha detto a proposito del suo rapporto con i supporters partenopei:
“Cosa è cambiato negli anni con i tifosi azzurri? Ho sempre rispettato il tifo napoletano. Non c’è più un rapporto di amicizia come negli anni ’80, ma li stimo molto a prescindere dalla rivalità. Effetti di quello che viene definito calcio moderno sul mondo ultras? Sono cambiate tante cose, resto comunque da quella parte. I confronti tra tifoserie ci sono da sempre, oggi alla minima azione c’è subito in risposta il provvedimento di Daspo…Non si riesce a tifare più come una volta. Tamburi, megafoni, bandiere, è diventato tutto difficoltoso. Lo Stadio ha bisogno di questi elementi, che aiutano a creare aggregazione e fanno divertire. Negli ultimi tempi gli stadi sono diventati quasi delle carceri. Parlano poi di violenza, quella forse c’era negli anni ’80/’90. Oggi all’interno degli impianti difficilmente assistiamo ad episodi violenti, hanno eretto tante barriere. Vicenda di Ciro Esposito? Abbiamo mostrato come gruppo Milan massimo rispetto, ci mancherebbe. Purtroppo sono morti ragazzi in tutta Italia, talvolta si parla però di casi isolati e sporadici che coinvolgono poi tutto il contesto della tifoseria organizzata. Presente domani al San Paolo? Si, vengo sempre volentieri a Napoli. Ci sono certo dei rischi, ma anche il possibile scontro, limitato, è percepito come normale nel nostro mondo. Purtroppo il lunedì non favorisce, ma saremo comunque come ultras in 250/300. Questione Tessera del tifoso? Provvedimento scandoloso e vergognoso. Una famiglia che vuole andare allo stadio, magari una volta o due, non può pagare una tessera dai costi elevati. A Milano, ad esempio, si parla di ben 25 euro. La tessera ha allontanato tanta gente, è stato solo un discorso di business. Trasferta partenopea che ricordo con più piacere? Non ci sono stato per impegni personali, so a quale gara ti riferisci (ride, ndr). Nell’88 non ho potuto assistere alla storica vittoria storica per 3-2. Ho avuto la fortuna di girare il mondo con il Milan ma quella volta sono stato fermato dalla cresima di mia figlia. Ricordo che ho accompagnato i ragazzi al treno quel giorno ma non sono partito. Quella gara ha segnato la fine del gemellaggio tra tifosi rossoneri e azzurri. Nell’85/’86 entrai in campo al San Paolo per un giro di campo, c’era una bella atmosfera. Nella prima trasferta a Napoli organizzata da me, parlo dell’83, si unirono tifosi organizzati rossoneri e azzurri. Partimmo con gli stessi pullman…Personalmente, pur essendo attualmente gemellati con il Brescia, mi sarebbe piaciuto essere ancora in buoni rapporti con le tifoserie di Genoa e Napoli. Trentennale della presidenza Berlusconi? Non posso che parlare bene del mio presidente, ci ha regalato vittorie per tanti anni. Durante il percorso ci sono state delle difficoltà. Negli ultimi anni la società sta mancando, ma oggi ci sono prezzi improponibili per i calciatori. I cori che si sentono ogni domenica ai danni dei napoletani? Non li giudico razzisti, sono goliardici. Nel nostro gruppo ci sono tanti ragazzi napoletani, il responsabile del nostro gruppo è di origini partenopee, quindi… Conosco tanti ragazzi di Curva del Napoli, abbiamo avuto modo di parlare e chiarirci”.
A cura di Antonio Fusco
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