Lunedì sera il Napoli affronta in trasferta il Cagliari. Il clima della vigilia è stato già caricato dalle dichiarazioni di Cellino che prepara il suo ambiente come se fosse la sfida della vita. Quest’atteggiamento è frutto di una rivalità nata il 15 Giugno 1997 con Cagliari-Piacenza, spareggio per la permanenza in Serie A disputato in campo neutro al San Paolo. I tifosi del Cagliari non digerirono il tifo dei napoletani per il Piacenza, guidato da un bomber napoletano, Pasquale Luiso, autore di una doppietta decisiva per la permanenza nella massima serie degli emiliani. La redazione di IamNaples.it l’ha intervistato in esclusiva proprio per ricordare quella gara; una chiacchierata a 360 gradi in cui sono stati affrontati tanti altri argomenti.
15 Giugno 1997, Cagliari-Piacenza 1-3 con doppietta di Luiso. Lo sai che la rivalità tra Cagliari e Napoli è nata con quella partita? Che ricordi hai?
“Dopo quella partita tutto mi sarei aspettato tranne che nascesse una rivalità tra Cagliari e Napoli, almeno non così forte. Ho un ricordo bellissimo, fu una partita tirata, vincemmo 3-1 e ci salvammo. Ricordo ancora la distribuzione del tifo al San Paolo: 1500 tifosi emiliani in Curva B, 20000 cagliaritani in Curva A. Poi devo ammettere che i napoletani presenti simpatizzavano per il Piacenza sia per me, che sono nato a Secondigliano e cresciuto ad Aversa, ma anche perché mister Mutti e Mirko Conte avevano già firmato per il Napoli”
Mutti e Conte avevano firmato con il Napoli e tu invece sei sempre stato ad un passo dalla maglia azzurra ma non l’hai mai indossata. Perché?
“Ci tengo a precisare quest’aspetto perché i napoletani per anni mi hanno messo l’etichetta per cui io non volevo venire a Napoli. La verità è che non appartenevo alla scuderia Moggi. Basta vedere le scelte di quegli anni: Luiso-Aglietti e si prende Aglietti, Luiso-Caccia ed al Napoli arriva Caccia, Luiso-Stellone, Luiso-Amoruso e tutto diventa evidente. Se tornassi indietro, sicuramente sceglierei Moggi come procuratore. Per me era un sogno giocare al San Paolo, esultare sotto la curva per un mio gol. Lo ripeto, sono cresciuto ad Aversa, in provincia di Caserta, ma sono nato a Secondigliano, mi sento napoletano. Mutti aveva provato a portarmi al Napoli ma non sono riuscito a realizzare questo sogno”
Tu hai fatto il grande salto dalla C2 alla serie A. Pensi che oggi sia più difficile riuscire per un calciatore a compiere un passaggio del genere vista la concorrenza con i mercati esteri?
“Nella mia esperienza da allenatore ho sempre detto ai miei ragazzi che avevano di fronte un giocatore che ha fatto tutte le categorie dalla Promozione alle coppe europee, passato dalla terra rossa di Mazara del Vallo a Stamford Bridge. Io comunque penso che oggi sia più facile arrivare in serie A dalle categorie minori. Se hai talento e la giusta mentalità, ci arrivi perché la Serie A di oggi non è quella dei miei tempi. Il livello si è profondamente abbassato: io ho giocato contro Baresi, Ronaldo, Zidane, Deschamps, campioni che oggi non trovi. Solo il Napoli va in controtendenza perché ha una squadra di livello nettamente superiore a quella contro cui ho giocato io”
A proposito di Stamford Bridge, che sensazioni hai provato quando Quagliarella ha raggiunto il tuo record che ti vedeva come unico italiano ad aver segnato nello stadio del Chelsea?
“Mi ha fatto piacere che abbia segnato un altro campano come Fabio. Sono andato a vedere Pescara-Juventus, l’ho incontrato e gli ho fatto i complimenti. Bisogna dire, però, che io ne avevo fatti due perché c’era quello che mi hanno annullato (clicca qui per vedere le immagini di Chelsea-Vicenza 3-1 del 16 Aprile 1998). Era regolare e lo considero un gol a tutti gli effetti”
Il Chelsea ha esonerato un tuo avversario di quel Chelsea-Vicenza, Roberto Di Matteo. Tu sei stato vicino ad entrare nel suo staff?
“Vicino proprio no. L’ho contattato, ci ho provato ma mi ha detto che faceva fatica a portare degli italiani nel suo staff già ben nutrito. L’ho ringraziato comunque per l’attenzione ed è finita lì”
A proposito di Di Matteo, cosa pensi in merito a questa voce per cui l’ex allenatore del Chelsea possa rappresentare il dopo-Mazzarri a Napoli?
“Non ci credo molto. Se fossi De Laurentiis, punterei su un campano doc come Vincenzo Montella che fa un calcio davvero spettacolare a Firenze. Naturalmente tutto ciò se Mazzarri dovesse decidere di andare via, altrimenti il tecnico di San Vincenzo rappresenta una garanzia”
Come procede la tua carriera da allenatore?
“Ho allenato due anni a Sora, ho vinto un campionato di Eccellenza e poi sono rimasto per la stagione in Serie D. Sto girando per i campi, non vorrei stare più tra i Dilettanti, punto ad una panchina di Lega Pro. Non è facile perché ci sono troppi allenatori “sponsorizzati”, che portano cioè lo sponsor alla società per poter svolgere il proprio mestiere. Io, però, non mollo; se non dovessi riuscirci, mi farebbe piacere anche allenare la Primavera di qualche squadra di Serie A”
Guarda le immagini di Cagliari-Piacenza, spareggio per la permanenza in Serie A del 15 Giugno 1997:
Ciro Troise
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