Nella scorsa stagione Andrea Liguori ha lavorato nello staff tecnico della Primavera del Napoli come secondo di Saurini, condividendo fianco a fianco il lavoro sulla crescita tecnica degli azzurrini. Oggi lavora al Lausanne, squadra che milita nella Challenge League, la serie B svizzera (clicca qui per leggere l’esclusiva del 2 Giugno scorso). La redazione di IamNaples.it l’ha intervistato in esclusiva parlando dello Young Boys, prossima avversaria del Napoli in Europa League, e della scorsa stagione vissuta con la Primavera di Saurini.
Giovedì alle 19 il Napoli affronta allo Stade de Suisse lo Young Boys. Lavorando nel calcio svizzero, avrai sicuramente avuto modo di osservare questa squadra. Cosa ne pensi? Quali insidie nasconde?
“Lo Young Boys è una squadra soprattutto fisica, non ha grande tecnica, punterà tutto sull’entusiasmo, sulle grandi motivazioni che trasmette una partita contro il Napoli. Fare bella figura contro la formazione di Benitez significa notorietà, è un obiettivo che dà molti stimoli. A livello tattico, in campionato hanno sempre giocato con il 4-2-3-1 anche se con lo Sparta Praga in Europa League sono scesi in campo con il 3-4-3. E’ una squadra che ha acquisito le caratteristiche del suo allenatore Uli Forte, ha temperamento ma il Napoli non ha nulla da temere, a livello qualitativo è nettamente superiore alla squadra svizzera. Hanno due ottimi centrocampisti: Sanogo, che ha giocato già in Europa League con il Thun, e Gajic, e un buon attaccante francese, Guillarme Hoarau. Sanogo ricorda un po’ Gargano per struttura fisica e dinamismo in campo ma ha piedi più raffinati di Gargano”
A livello ambientale cosa troverà il Napoli allo Stade de Suisse?
“Innanzitutto la struttura è bellissima, una vera e propria bomboniera, non essendoci la pista si sente molto il pubblico. I tifosi dello Young Boys sono tra i più calorosi di Svizzera, sostengono molto la propria squadra visto che non vince nulla da vent’anni in cui sta dettando spesso legge il Basilea”
Parliamo di te: ci racconti come sta andando la tua esperienza al Lausanne? Cosa ti colpisce particolarmente del calcio svizzero?
“Io sono arrivato qui come secondo di Francesco Gabriele che, però, dopo due sconfitte consecutive è stato esonerato. Fortunatamente la proprietà ha deciso di trattenermi e il nuovo allenatore Marco Simone, ex attaccante del Milan, ha ritenuto opportuno che io rimanessi al Lausanne. Del calcio svizzero mi hanno colpito le strutture all’avanguardia e la differenza di pressione con l’Italia: nell’ultima partita abbiamo vinto fuori casa contro la prima in classifica, il Wohlen, facendo giocare un ’95 dal primo minuto. Molto spesso vedo in campo dei ’93, dei ’94, ciò avviene perchè in Svizzera non ci sono grandi pressioni, al fischio finale finisce tutto. C’è un’interessante cultura calcistica, ogni squadra va sempre in campo con spirito propositivo per giocarsi la gara, senza fermarsi in nessun momento, nè se si sta vincendo o perdendo nettamente”
In Italia c’è un grande ricordo di Marco Simone come calciatore ma non lo si conosce abbastanza come allenatore. Ci racconti la sua idea di calcio? Che personaggio è?
“Di Marco Simone mi ha colpito la semplicità, per ciò che ha fatto nel mondo del calcio, per gli allenatori e i compagni di squadra che ha avuto potrebbe tirarsela e, invece, è molto umile. Con lui mi trovo benissimo, mi sento libero di esprimermi. A livello tattico mi ha fatto conoscere il 3-5-2, un modulo che non avevo mai utilizzato nè come calciatore nè come allenatore. E’ uno schieramento che chiede un grande sacrificio agli esterni, ma mi incuriosisce perchè prevede che il campo sia coperto in ampiezza, per il lavoro che devono compiere i tre difensori. Il modulo più utilizzato in Svizzera è, invece, il 4-1-4-1 che ha fatto le fortune di Petkovic, ex allenatore della Lazio”
Ti chiedo di fare un po’ l’osservatore: hai visionato in Svizzera qualche talento che potrebbe magari essere pronto per il calcio italiano o proprio per il Napoli?
“Mi piace molto Embolo del Basilea, un giocatore molto duttile che può fare sia il centrocampista che la seconda punta. L’ostacolo più duro per i calciatori cresciuti nel campionato svizzero è rappresentato dalle pressioni, per giocare in Italia devi essere sia un bravo giocatore che allo stesso tempo saper gestire ciò che succede fuori dal campo. C’è una grande differenza sull’importanza del calcio tra Italia e Svizzera. Qui al 90′ finisce tutto, in Italia sono in tantissimi a parlare di calcio sui media. Qualche talento in Svizzera si può pescare: due anni fa, quando lavoravo al Bellinzona, notai Ionita che giocava nell’Aarau e che sta facendo benissimo ora al Verona”
Nella scorsa stagione hai lavorato nel Calcio Napoli, in Primavera, come assistente di Saurini. Che ricordi hai di quest’esperienza?
“Bellissimi ricordi, da napoletano era uno dei miei obiettivi lavorare nella mia squadra del cuore. Per noi napoletani il Napoli non è una semplice squadra di calcio, è una fede, quasi una religione. E’ stata un’esperienza unica, ammetto che talvolta ho il desiderio di tornare. Ho trovato un ambiente ottimo, poi penso che con una squadra di età media inferiore alle altre abbiamo fatto un buon lavoro, soprattutto in Youth League dove contro il Real Madrid agli ottavi di finale siamo stati puniti da un eurogol all’ultimo istante. In campionato abbiamo pagato alcuni passi falsi in casa contro squadre di livello inferiore come Reggina e Trapani. Ho un grande ricordo di Gianluca Grava, una persona di grande spessore umano. Nel modo in cui lavora, si nota tutto il valore di chi ha il Napoli nel cuore, avendo giocato per circa dieci anni con la maglia azzurra ed essendo passato poi dietro la scrivania”
Che rapporto hai conservato con mister Saurini? Che ricordo hai di lui?
“Naturalmente ho una grandissima riconoscenza per mister Saurini, è lui che mi ha dato l’opportunità di lavorare nel Napoli. Abbiamo vissuto tante giornate favolose insieme, a stretto contatto, vivevamo entrambi a Pozzuoli. Con il mister ho un ottimo rapporto, lui sa bene che la mia esperienza al Napoli era temporanea, che ero attratto dall’estero e da un possibile approdo in prima squadra”
Segui ancora le gesta della Primavera azzurra anche a tanti chilometri di distanza?
“Purtroppo il mio lavoro assorbe molto tempo, seguire una prima squadra è molto impegnativo, si hanno molti più compiti da eseguire all’esterno del campo ma quando posso seguo sempre la Primavera tramite il vostro sito, sono un lettore di IamNaples.it. Seguo le dirette, leggo le pagelle e mi fa molto piacere soprattutto vedere gli highlights delle partite. Sono rimasto molto affezionato ai ragazzi, è anche merito loro se io sono a Losanna, e voi rappresentate il mezzo con cui riesco ad essere informato su quello che stanno facendo”
Ciro Troise
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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