<<Dal primo giorno che misi piede a Torino mi inculcarono l’idea del ‘Grande Cuore Granata’>>. Giovanni Quadri, ex calciatore del Torino, oggi allenatore degli Esordienti (i ‘2003) alla Scuola Calcio Luigi Vitale A.C. Milan. Una storia alla ‘Benvenuti al Sud’ per l’attaccante di Cornate d’Adda che effettua il percorso inverso della tradizione di questo Paese, dal Nord al Sud, per restarci, per viverci, per lavorarci, partendo dalla Solbiatese, nel 1967. La Campania è scritta nel destino di Quadri, dove arriva al tramonto della sua carriera da calciatore, tra il 1981 e il 1984 con le esperienze alla Nocerina ed all’Afragolese, per poi non andarsene più. Due club, Napoli e Torino, simbolo dell’identità di due città, con cultura e stili di vita differenti, due poli distanti che si trovano l’uno contro l’altro domenica sera al San Paolo, raccontati da chi ha vissuto sulla sua pelle il ‘Cuore Granata’ e che ha ormai fatto della Campania la sua seconda casa.
Domenica c’è la sfida al San Paolo tra il Napoli ed il Torino, lei è un ex granata trapiantato al Sud, in Campania, come vede da esterno la situazione di entrambi i club?
“Il Napoli ha fatto risultato in Europa League contro lo Slovan Bratislava che può dare un po’ di carica a tutto l’ambiente, credo ci sia stato qualche problemino all’interno dello spogliatoio, però, la squadra è formata da grandi professionisti ed è guidata da un tecnico importante e sono convinto possa far bene in tutte le competizioni. Per quello che riguarda il Torino invece credo siano ancora sulle gambe, hanno fatto una preparazione atletica diversa rispetto al Napoli essendo partiti prima per disputare i preliminari di Europa League, anche per questo motivo credo che gli azzurri siano favoriti per domenica“
Da ex attaccante come valuta la situazione offensiva delle due squadre, considerando anche il fatto che il Torino ha perso i due elementi cardine della scorsa stagione, Immobile e Cerci?
“Sono situazioni molto diverse, il Napoli ha Higuaìn che è uno dei più forti attaccanti a livello mondiale, poi ci sono anche giocatori importanti come Mertens, Callejon, Hamsik, che ieri è tornato al goal, il potenziale offensivo degli azzurri è certamente migliore di quello del Toro”
Quanto può essere importante nello spogliatoio la presenza dei leader? Pensiamo all’esempio di Pepe Reina che il Napoli ha perso e che è stato fondamentale per il gruppo, oltre che per le sue prestazioni, nella scorsa stagione.
“L’esempio di Reina è perfetto, oltre ad esser un grande portiere era un uomo fondamentale per lo spogliatoio, la sua mancanza si è sentita tantissimo in questo inizio di stagione. Reina era un grandissimo motivatore, uomini così sono importantissimi per ottenere grandi risultati”
Napoli e Torino, due piazze con tante differenze ma anche qualche analogia, come la forte empatia che si crea tra la squadra ed i tifosi e la grande identità rappresentata dalle maglie azzurra e granata. Si sente spesso parlare del famigerato ‘Cuore Granata’, Lei che ha vissuto l’ambiente Toro in prima persona può raccontarci le sue sensazioni?
“Dal primo giorno che misi piede a Torino mi inculcarono questa idea di questo grande ‘Cuore Granata’, ti senti parte fin da subito di questo ‘vecchio’ Toro, come una grande famiglia, io poi ho avuto la fortuna di fare allenamento nell’ex stadio granata, lo storico Filadelfia, riesci a sentire la presenza dello spirito dei granata e dei grandi giocatori che ne hanno fatto parte. Il Torino è sempre stata una squadra sanguigna, che non molla mai, il ‘Vecchio Cuore Granata’ è questo, quello che contraddistingueva i grandi calciatori del passato che hanno indossato questa maglia, come Castellini e Sala, e che ti porta fin dal primo giorno in cui indossi questa divisa ad odiare i colori bianconeri della Juventus”
Adesso lei vive in Campania e lavora per la scuola calcio Luigi Vitale A.C. Milan ed ha come suo collaboratore l’ex azzurro Salvatore Bagni, come è il suo rapporto con lui? Come valuta poi la situazione del settore giovanile in Campania ricordando poi come lo stesso Benitez abbia evidenziato le difficoltà che hanno i giovani calciatori campani ad emergere qui al sud essendo magari costretti ad emigrare altrove nonostante poi Napoli sia una delle poche città in cui si gioca ancora il ‘calcio in strada’?
“Con Salvatore Bagni ho un rapporto di grande amicizia, lui è sempre allegro, cordiale, sempre molto disponibile e gioviale, poi qui a Napoli è un idolo e lo seguono dappertutto, lo fermano per chiedergli foto e autografi. Il settore giovanile a Napoli ha problemi logistici, basta pensare che le categorie regionali e provinciali (i ragazzini dai ‘2001 ai ‘2004) hanno cominciato da poco la preparazione, Gianluca Grava ha un compito molto difficile da svolgere, purtroppo mancano le strutture ed è un peccato perché a Napoli nascono tantissimi talenti, alcuni dei quali possiamo ammirare in giro per l’Italia ed il settore giovanile dovrebbe essere una priorità, una prima scelta per il club di De Laurentiis”
A cura di Andrea Cardone
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