Napoli lo conosceva già come membro dei 99 Posse. L’Italia lo ha apprezzato e sostenuto in televisione sul palco di The Voice. Valerio Jovine è uno degli artisti più raffinati e poliedrici di quella ribollente fucina culturale in seno a Partenope. IamNaples.it lo ha intervistato in esclusiva in occasione di una manifestazione promozionale di Famiglie SMA, per sensibilizzare l’informazione e promuovere la ricerca sull’Atrofia Muscolare Spinale. Valerio, come sempre molto sensibile a tali iniziative, ha presenziato il punto informativo itinerante sito occasionalmente in via Scarlatti, posando con alcuni piccoli fan affetti da SMA per poi discutere con noi sulla sua grande passione azzurra.
Cosa rappresenta per Valerio Jovine la SSC Napoli?
“Il Napoli fa parte di quelle cose essenziali e fondamentali per potersi sentire effettivamente un vero cittadino napoletano. Sono fiero delle mie origini e la maglia azzurra è parte integrante di esse. Bisogna amare il Napoli, a prescindere da tutto e tutti. Il Napoli ha sempre fatto parte o delle mie domeniche o dei miei sabati”.
Come vedi il tuo Napoli in questa nuova stagione di Serie A?
“Diciamo che quest’anno l’inizio è stato sofferente, ma da appassionato dico che ci si scoccia se poi va sempre tutto bene. A parte gli scherzi, credo che sia giusto sottolineare come, dopo anni bui come quelli della retrocessione o del fallimento, la nostra città abbia riassaporato sfide importanti. Certo, in partite come quella contro il Palermo, rimani sorpreso quando dal 2-0 a tuo favore, ti trovi fermato sul tre a tre. Il tifoso che è in me ci rimane male, ma crede ancora in questa squadra”.
Quindi il Napoli di quest’anno può far meglio di quello apprezzato la scorsa stagione?
“Questo non saprei dirlo. Se posso fare un paragone, lo farei tra il Napoli di oggi e quello di un paio di anni fa. Quella squadra poteva vincere di più, ma lo dico da appassionato. Rispetto all’anno scorso, credo che bene o male non sia cambiato tanto. Mi piace molto Koulibaly, mentre vedremo i nuovi se sapranno dimostrare quanto bene si dice sul loro conto. Michu è ancora una meteora, ma me ne hanno parlato bene. Non credo che ci siamo rinforzati, per farlo serve ancora tanto, compreso le strutture importanti che al momento mancano”.
Chi può essere il valore aggiunto di questo Napoli?
“il Napoli ha grandi campioni, ma credo che questa squadra, per ambire a posizioni importanti in classifica, debba ritrovare il vero Higuain. Io mi auguro che si sblocchi perché a Napoli, al Napoli e ai napoletani serve un giocatore così forte da sostenere con grande passione, come sempre fatto d’altronde”.
Da tifoso cosa chiederesti al presidente Aurelio De Laurentiis?
“Da tifoso onestamente non voglio chiedere niente al presidente. Da tifoso spero che i giocatori sentano sempre di più il peso di quelle maglie sulle spalle. Una maglia che per i napoletani rappresenta tanto, qualcosa che va oltre il calcio in sé. Mi piacerebbe vedere maggiore attaccamento alla maglia. Penso all’Atletico Madrid o alla Juventus del neo CT Antonio Conte. Squadre che giocavano e giocano con il sangue agli occhi e, come insegna proprio la squadra allenata da Simeone, alla fine riescono a mettere alle spalle squadroni come il Real o il Barcellona”.
Cosa serve ad una squadra per andare oltre i propri limiti?
“Posso dirti quello che credo sia fondamentale per affrontare qualsiasi cosa. Nel mio mestiere ho imparato che per fare qualcosa è fondamentale farla con amore. C’è bisogno di tempo; c’è bisogno che il gruppo cresca insieme e diventi solido. Quando questo avviene, si possono raggiungere risultati insperati”.
Rafa Benitez è l’uomo giusto per forgiare questo gruppo?
“Pensiero puramente personale il mio, ma credo che un professionista, che in ventotto anni ha dimostrato di avere dalla sua statistiche e bacheche piene di trofei, non meriti critiche eccessive. Quando sposi un tipo di allenatore come Benitez, sposi una filosofia calcistica ben precisa. Non è un allenatore che puoi scegliere a caso e del quale, in un momento delicato, puoi liberarti su due piedi. Se si forma una rosa in base al suo credo tattico, dopo non puoi far altro che procurargli le migliori scelte possibili, ma queste sono considerazioni, ripeto, da tifoso”.
Quale giocatore azzurro ti ha maggiormente impressionato in questo avvio di campionato?
“A voler dire la verità faccio parte di quella schiera di tifosi che non vedeva di buon occhio il ritorno di Walter Gargano a Napoli. Però, riallacciandoci a quanto detto prima, quando un giocatore suda la maglia e ci mette l’anima anche per riconquistare i suoi tifosi, bisogna solo applaudirlo e cercare di riavvicinarsi a lui. Nelle prime partite, anche quelle difficili, Gargano è risultato essere il migliore a mio avviso. Quindi, anche se ha jitt’na’ strunzat per aggraziarsi i tifosi del suo nuovo club dell’Inter e considerato che la sua parentesi partenopea sembrava ormai terminata, tranquillizziamoci e andiamo oltre, visto che fa parte della rosa del Napoli. Io magari preferivo Behrami, ma se Benitez gli ha preferito l’uruguayano, un motivo ci sarà e poi pensiamo a essere meno allenatori e più tifosi”.
Servizio a cura di Francesco Pugliese
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