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ESCLUSIVA- Giacchetta (Ds Reggina): “Vicini a prendere R.Insigne, ecco quando…”

“Ringrazio ancora il Napoli che mi ha fatto giocare con Maradona a 19 anni”

La Primavera di Saurini vuole continuare a volare conservando il primato nel girone C, un risultato a cui tiene molto anche la società che sta preparando una festa a Villa D’Angelo per il settore giovanile. Sabato al “Bisceglia” di Aversa il nuovo ostacolo si chiama Reggina, al sesto posto in classifica con dodici punti, conquistati con quattro vittorie interne. La compagine di Cevoli lontano da Sant’Agata presenta un bilancio di tre sconfitte rimediate contro Roma, Palermo ed Ascoli. Abbiamo deciso di vivere la vigilia di questa sfida intervistando in esclusiva il direttore sportivo della Reggina Simone Giacchetta, ex difensore del Napoli di Maradona nella stagione 1988-89.

Direttore, sabato c’è Napoli-Reggina. Ci presenti la tua Primavera? Quali sono i vostri obiettivi?

“La nostra Primavera è una squadra molto giovane, composta da pochissimi ’94, tanti ’95 e qualche ’96. Citare qualche singolo sarebbe prematuro per le loro qualità; naturalmente noi “attenzioniamo” molto la Primavera in chiave dell’inserimento di giovani talenti in prima squadra. Il nostro obiettivo è far crescere i ragazzi e seguire i loro progressi. La politica della Reggina è puntare sui giovani. Non abbiamo la forza economica per acquistare giocatori già pronti, il vivaio deve essere la principale arma della società. Bisogna far crescere i giovani ed inserirli in prima squadra dandogli la giusta vetrina”

Conosci la Primavera del Napoli? Qual è il tuo parere sulla squadra diretta da Saurini?

“A mio avviso la Primavera era in crescita già lo scorso anno. Per la stagione in corso parlano i risultati, soprattutto poi se li ottieni utilizzando anche dei ragazzi del 96”

Tra gli azzurrini spicca il talento di Roberto Insigne, giocatore su cui tu avevi anticipato tutti (clicca qui per leggere la nostra esclusiva del 18 Agosto). Ci racconti questo retroscena?

“Organizzammo un raduno a Sant’Antimo quando Roberto giocava negli Esordienti dell’Olimpia Sant’Arpino, notai subito il talento di quel ragazzino. Al termine dell’allenamento, mi ricordo che venne a prenderlo suo fratello Lorenzo che giocava negli Allievi e io mi avvicinai a Roberto per cercare di portarlo alla Reggina. L’attaccamento alla maglia del Napoli, il fascino di questa squadra ampliato anche dalle prospettive di carriera del fratello che giocava negli Allievi e il disagio ad allontanarsi da casa mi hanno impedito di compiere questo colpo, però, resta la soddisfazione di averlo scoperto prima di tutti”

Vediamo spesso sui campi giovanili in Campania gli osservatori della Reggina. Come è organizzata la vostra attività di scouting?

“Quando vieni a lavorare alla Reggina, sai che devi fare tanti sacrifici. Reggio Calabria è in fondo all’Italia, la collocazione geografica è un handicap. Siamo tra il mare e la montagna, basta pensare che a 40 metri dal centro sportivo “Sant’Agata” c’è il mare e che abbiamo nelle vicinanze anche il Basso Appennino. Guardiamo anche nelle altre regioni perché in Calabria reclutare ragazzini è diventato molto complicato. La provincia di Reggio Calabria confina con quella di Messina ed appartenendo a due regioni differenti non possiamo neanche pescare ragazzini di età inferiore ai 14 anni nella provincia a noi più vicina. Voglio fare i complimenti a tutti quelli che lavorano per la Reggina, si fanno moltissimi chilometri con la speranza di vedere qualche giovane talento”

La Reggina può contare su una risorsa che il Napoli non ha: una struttura all’avanguardia come il centro sportivo “Sant’Agata”. Che valore ha quest’impianto per il vostro lavoro?

“Il Centro Sportivo Sant’Agata è il cuore dell’attività economica e sportiva del club. Senza questa struttura non ci sarebbero stati i 10 anni di serie A della Reggina. Per tradizione e valore è il fiore all’occhiello del Meridione, con sei campi da calcio, di cui due in erba naturale e quattro in erba sintetica, una foresteria, una sala ristorante ed una sala studio, gli spogliatoi, l’infermeria; questi servizi sono disponibili 24 ore su 24. Un altro fattore importante è la presenza della sede all’interno della stessa struttura; così ci è permesso di monitorare tutto senza disperdere energie”

L’organigramma del Napoli s’avvale di molti dirigenti ex Reggina: l’allenatore Walter Mazzarri, il direttore sportivo Riccardo Bigon, il responsabile del settore giovanile Francesco Barresi ed il preparatore dei portieri della Primavera Giuseppe Benatelli. A tuo avviso, questi professionisti possono far compiere il salto di qualità al Napoli?

“Li conosco bene tutti e posso assicurare che hanno la competenza e le conoscenze per far sì che il Napoli abbia un settore giovanile di primo livello che per me dovrebbe essere la normalità per il club partenopeo che può contare su un territorio molto fertile spesso, però, saccheggiato dalle altre società. La Campania è una regione ricca di talenti, c’è una grande passione per il calcio ed in ogni angolo di strada è possibile notare ragazzini con grandi qualità tecniche. In più il Napoli può contare anche sul fascino della prima squadra, in lotta per traguardi importanti come può essere lo scudetto o anche l’accesso alla Champions League”

Passiamo adesso ai tuoi ricordi da calciatore del Napoli. Ieri gli azzurri hanno perso a Bergamo, proprio contro l’Atalanta invece tu segnasti al San Paolo un gol decisivo al 90′. Che ricordi nutri dell’esperienza in maglia azzurra?

“Bellissimo, ancora ringrazio il Napoli e quelli che mi hanno dato l’opportunità a 19 anni di giocare con un dio del calcio come Maradona. Ringrazio anche i napoletani che ancora oggi, quando m’incontrano, si ricordano di quel gol. Ho anche disputato due gare della Coppa Uefa vinta a Stoccarda, di cui una da titolare ed una entrando a partita in corso dalla panchina. Ho riscontrato che l’entusiasmo dei tifosi è davvero unico. Non dimentico mai il suono dei cori a Maradona e Careca, sentivi tremare i palazzi intorno al San Paolo e non si tratta di un’esagerazione. Sono bei ricordi anche le vittorie di Verona e Torino contro la Juventus conquistate negli stadi in cui i tifosi del Napoli erano sempre vittime di discriminazioni e quei successi furono stupendi anche per questo”

Da esperto ed addetto ai lavori, dove può arrivare il Napoli di Mazzarri?

“Il Napoli può stare fino alla fine nelle prime tre posizioni, ha tutte le carte in regola: un bravo allenatore, un ottimo parco giocatori impreziosito da un campione come Cavani, dei tifosi eccezionali”

La tua Reggina invece soffre in campionato. Come riuscirà ad emergere la tua squadra dall’attuale posizione di classifica?

“Siamo un po’ indietro in classifica ma ciò è dovuto a tante situazioni. Innanzitutto siamo una squadra giovane che vive le classiche problematiche di un gruppo che sta seguendo un percorso di crescita e che a mio avviso ha le capacità per fare bene. L’obiettivo della Reggina è fare un campionato in cui siano apprezzati i giovani a sua disposizione”

Tra questi giovani c’è Vincenzo Sarno, un prodotto della nostra terra. Che prospettive ha per te questo ragazzo?

“E’ un prodotto della Campania che, come dicevo prima, può sfornare tantissimi talenti. Sarno ha delle straordinarie qualità tecniche ma non bastano da sole per consacrarsi ad alti livelli; sono necessari tanti fattori, bisogna essere dei calciatori completi. E’ un ragazzo che sta crescendo bene e pensiamo possa dare il suo contributo alla Reggina”

Quando rivedremo la Reggina in Serie A?

“E’ presto, ci vorrà ancora qualche stagione a mio avviso. L’ultimo anno di A ed il primo di B hanno visto molti contratti importanti, quelli dei vari Buscè, Cacia, Bonazzoli, Cascione, che hanno gravato sulle casse del club. Bisogna prima risolvere questi problemi e poi potremo costruire un organico all’altezza per puntare alla promozione”

 

A cura di Ciro Troise

 

 

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