La Primavera del Napoli di mister Saurini vuole provare a limitare i danni di una stagione che risulta fino a questo momento deludente. Sabato prossimo gli azzurrini affronteranno tra le mura amiche del centro sportivo di Sant’Antimo il Crotone. Sono ben dodici le lunghezze che separano i partenopei dalla squadra rossoblù in classifica. I calabresi, infatti, attualmente sono in piena lotta per i play-off forti della quinta posizione occupata in classifica con i ventisei punti totalizzati. All’andata la compagine allenata dal napoletano mister Aniello Parisi si impose di misure grazie alla rete decisiva di Cimino realizzata nel primo tempo. In vista di questo match la redazione di IamNaples.it ha intervistato in esclusiva il responsabile tecnico del settore giovanile del Crotone Antonio Galardo, vero e proprio simbolo della squadra rossoblù grazie alle sue 396 presenze in quindici stagioni di militanza:
Il Crotone potrebbe diventare “l’Empoli del Sud Italia” in termini prospettici per i giovani talenti: come procede il vostro lavoro in tal senso e quali risultati vi siete prefissati di raggiungere nel prossimo medio-lungo periodo?
“Dobbiamo fondamentalmente attenerci alla crescita dei ragazzi, è questa la cosa più importante quando si lavora in un settore giovanile, cercando per quanto possibile di non perdere potenziali talenti dal proprio vivaio”
Molto spesso però la prima squadra si è trovata ad effettuare un lavoro di valorizzazione di talenti non di sua proprietà, vedi i casi di Budimir in prestito dal St.Pauli, Ricci dalla Roma, Capezzi dalla Fiorentina o come Maiello, Dezi, Ciano o Florenzi negli anni passati, come se lo spiega?
“Ci sono stati tanti giocatori che hanno onorato al meglio la maglia del Crotone durante questi anni, ed altrettanti stanno lavorando bene adesso sotto la guida di Juric. Evidentemente in passato la società ha ritenuto opportuno andare a pescare in prestito ragazzi provenienti da altri vivai poiché consideravano i ragazzi della Primavera non pronti per la prima squadra”
Dal luglio dell’anno scorso Aniello Parisi ha preso la conduzione tecnica della Primavera. Il rullino di marcia parla di otto vittorie, due pareggi e cinque sconfitte, con il quinto posto in classifica a quota 26 punti: si aspettava che questo gruppo si trovasse a lottare per la zona play-off?
“Ad inizio stagione insieme al mister ci siamo prefissati un traguardo ben preciso, ossia quello di migliorare la classifica della passata stagione, visto il risultato poco felice del penultimo posto. Devo esser sincero: non mi aspettavo che la squadra disputasse un campionato così, però seguendo il gioco espresso si capisce che l’organico sta crescendo. Il gruppo ha preso fiducia e spero vivamente che continuino così fino alla fine. Non so se quinti o sesti ma almeno a metà classifica si può arrivare”
Il Napoli Primavera occupa il penultimo posto in classifica dopo quindici gare: che idea si è fatto dell’attuale situazione del club azzurro e come pensa possa uscirne da questa situazione? Ha avuto o avrà modo in futuro di lavorare in sinergia con il suo collega Gianluca Grava?
“Avendola vista dal vivo durante la gara d’andata non mi dava l’impressione di una squadra che potesse occupare il terzultimo o penultimo posto in classifica. Non so il motivo di come sia potuta accadere una cosa del genere. E’ chiaro che nel calcio i risultati fanno acquisire fiducia ai calciatori, questo accade in tutte le categorie. Io ho visto una squadra tosta all’andata e perciò voglio pensare che sabato ci aspetterà una partita difficile, speriamo di fare bene. Si, conosco Grava sin da quando era ancora giocatore. Ci siamo incontrati ad un evento quest’estate, abbiamo parlato un po’ di calcio, di giocatori già affermati, di qualche ragazzo che a mio avviso può emergere. Inoltre gli ho augurato tutte le fortune poiché per noi passare dietro la scrivania rimane pur sempre un compito nuovo, una carriera diversa. Speriamo di arrivare in alto”
Nella vostra Primavera non ci sono solo i “più famosi” Nicoletti e Tripicchio, ma anche altri giovani di prospetto come il portiere classe 99’ Aniello Viscovo, i ’98 Cuomo e Cimino: ci sono state richieste da parte di club importanti per loro fino a questo momento?
“Adesso stiamo valutando di cedere qualche ragazzo in Lega Pro, come per esempio Tripicchio che è un 96’, sebbene sia nel giro della prima squadra. Per quanto riguarda i ragazzi classe 98’ rimarranno qui, poi l’anno prossimo stabiliremo se farli continuare in Primavera o farli maturare altrove. Se c’è qualche richiesta da realtà di Lega Pro per i ragazzi è giusto che vadano a giocare, non in Serie D o Eccellenza perchè altrimenti è sempre meglio farli rimanere nella nostra Primavera”
Non solo la Primavera, ma anche l’Under 17 A e B rossoblù è in piena lotta per i play-off: come nascono questi risultati?
“Innanzitutto abbiamo creato un progetto solido e compatto in tutte le selezioni giovanili, partendo dai Giovanissimi Regionali fino alla Primavera, con uno staff importante per ogni categoria. All’inizio di questo progetto non abbiamo parlato di risultati a cui ambire, bensì esclusivamente della crescita dei ragazzi. Abbiamo avuto qualche soddisfazione per la convocazione di qualche ragazzo in Nazionale a Coverciano, gli addetti ai lavori ci stanno seguendo perchè stiamo facendo un buon lavoro”
La prima squadra di Juric sta volando in Serie B: cosa può rappresentare per il movimento calcistico crotonese un’eventuale promozione nella massima serie?
“Per Crotone già la Serie B è un traguardo importante, figuriamoci la Serie A. Una cosa importante è che noto che tante persone dei paesi limitrofi sono più interessate alla nostra squadra rispetto al passato, e questo è motivo d’orgoglio. Non oso immaginare cosa possa succede se andassimo in Serie A… Ma adesso dobbiamo continuare a lavorare come abbiamo fatto fin adesso e tenere i piedi per terra”
La sinergia tra prima squadra e Primavera può dare altri frutti?
“Col mister ho un buon rapporto poiché abbiamo giocato insieme per sei anni. Mi piace il suo modo di lavorare, chiedendomi assiduamente dell’andamento e della crescita dei ragazzi del vivaio. Questa sinergia è molto importante, talvolta convoca qualche ragazzo per gli allenamenti della prima squadra e naturalmente per loro è sempre una grande soddisfazione”
Il Sud Italia è sempre stato una fucina di talenti dalla quale attingere: state facendo dei raduni in Campania, che impressioni avete avuto fino a questo momento?
“Sì, abbiamo seguito due raduni recentemente. Devo dire la verità: mi aspettavo qualcosa in più in Campania, una terra che storicamente esprime tanti giocatori interessanti. Abbiamo visionato diversi 2001-2002, c’era qualche ragazzo che forse torneremo a seguire, però, sinceramente si tratta di poca roba”
Poco meno di 400 presenze con il club rossoblù e la sua maglia numero 4 ritirata in segno di rispetto: quali sono state le sue sensazioni dinanzi a tutto quest’affetto ricevuto da tifosi e dirigenza rossoblù?
“Per una persona come me che ama il calcio ed è costretto a lasciarlo posso assicurare che è bruttissimo, ma per fortuna ho riscontrato tanto affetto che mi ha aiutato a superare questo minuto. Ho giocato per 15 anni nel Crotone, la gente sa che ragazzo sono, cosa ho dato al club e cosa sto dando ancora”
Dal momento del suo addio al calcio giocato avvenuto il 9 agosto 2015, è stato nominato Direttore tecnico del settore giovanile del Crotone. Quali sono le differenze nel passaggio dal terreno di gioco al lavoro dietro la scrivania? E’ questo il ruolo che ha sempre desiderato ricoprire
una volta terminata la carriera da calciatore?
“La società cercava una persona giusta per quest’incarico e sono onorato nel ricoprirlo. Ma devo essere sincero: non mi ero prefissato di ricoprire tale ruolo in passato, a me piaceva stare in campo, a contatto col terreno di gioco. Fare il direttore tecnico di un settore giovanile mi permette d’apprendere nuovi concetti, di vivere realtà diverse ma nel futuro non so cosa farò”
Dunque possiamo aspettarci che un giorno possa ricoprire l’incarico di allenatore di club in futuro?
“Questo non lo so. A me piaceva e piace stare nel campo, questo è sempre stato il mio desiderio. Adesso copro il ruolo di direttore tecnico ed è altrettanto impegnativo ed importante perché questa figura può regalare tante soddisfazioni, ricoprendo tante responsabilità per centoventi ragazzi del vivaio”
A cura di Gilberto D’Alessio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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