Quattro risultati utili e due successi consecutivi, la Primavera, dopo il primo blitz esterno stagionale a Terni, va a Bari per cercare di dare continuità al proprio buon momento. Sabato alle 14:30 si scende in campo al Centro Sportivo “San Pio” di Bari, per saperne di più sulla realtà pugliese abbiamo intervistato in esclusiva il coordinatore tecnico del settore giovanile Domenico Fracchiola.
Il Bari è ripartito due anni fa dopo il fallimento, una rinascita che ha riguardato naturalmente anche il settore giovanile. Come valuti il lavoro che state portando avanti e quali sono i progetti per il futuro?
“Stiamo cercando di lavorare sul territorio in un’ottica più vasta, abbiamo una decina di ragazzi a convitto ma la nostra mission principale riguarda la Puglia. Il concetto di territorio è declinato, infatti, in un ambito più vasto, comprendendo anche le altre province come per esempio Brindisi e Foggia. In due anni abbiamo già ottenuto soddisfazioni importanti, nella scorsa annata la Primavera si è qualificata alla final eight, risultato che mancava da dieci stagioni a Bari. I Giovanissimi Nazionali sono arrivati ai play-off uscendo agli ottavi di finale. Nelle categorie relative alla formazione, all’attività di base stiamo ottenendo buoni riscontri, la Primavera non sta portando avanti un grande campionato perchè non abbiamo una buona annata ’97”
La classifica del girone C del campionato Primavera recita Napoli a 25 e Bari a 24, un solo punto distanzia le due squadre che occupano il decimo e l’undicesimo posto. Ti aspettavi che queste due realtà avessero difficoltà così profonde?
“Si, perchè sia noi che il Napoli stiamo vivendo delle ristrutturazioni ancora giovani, Grava guida il settore giovanile da tre anni ed è ovvio che abbia bisogno di tempo. I risultati già si vedono: il Napoli andrà sicuramente alla final eight nella categoria Under 17 A e B, ha un ottimo gruppo ‘2000 ed è in testa alla classifica nel girone H nella categoria Under 15. Noi da due anni siamo primi in classifica nella vecchia categoria Giovanissimi Nazionali e stiamo lottando per andare ai play-off nel campionato Under 17 A e B. Entrambe le realtà puntiamo a monitorare il territorio, a prendere ragazzi prima che compiano i quattordici anni d’età perchè, una volta oltrepassata questa soglia, i ragazzi possono andare anche fuori regione. Non è un caso che Grava si sia dotato della collaborazione di Daniele Petrone che ha dimostrato anche al Benevento di saper coprire il territorio”
I risultati di Napoli e Bari nelle categorie Under 17 e Under 15 rappresentano, quindi, una speranza per il futuro?
“Assolutamente sì, inoltre sia noi che il Napoli possiamo contare su un ottimo gruppo ‘2000 riguardo alla categoria di mezzo e, infatti, nella prossima stagione prevedo un bel duello Napoli-Bari nella categoria Under 17 A e B”
Cinque gol nelle ultime cinque partite del campionato Primavera, è la media di Gennaro Tutino nel Bari, dove secondo i piani avrebbe dovuto giocare in prima squadra. Ci parli della situazione di questo ragazzo di proprietà del Napoli?
“La storia di Tutino è particolare, è vero che sta giocando in Primavera, categoria che ha lasciato circa tre anni fa ma sappiamo che ha patito il brutto infortunio rimediato alla prima esperienza tra i professionisti. Nel campionato Primavera i fuoriquota fanno la differenza, basta considerare il Palermo di La Gumina, Ferchichi e Pirrello, la Roma di Ndoj e Machin. La Lazio ha addirittura cinque ’96 in organico, Tutino in questa categoria ha le potenzialità per fare la differenza. Il suo arrivo al Bari non riguarda il settore giovanile, è entrato nell’operazione Dezi relativa alla prima squadra che ci ha chiesto di fargli ritrovare il ritmo-gara e la continuità poichè ad Avellino ha giocato pochissimo. Non so poi se prima del termine della stagione riuscirà a trovar spazio in prima squadra, non compete a me realizzare queste scelte”
Sono trascorsi quasi due anni dall’eliminazione dell’Italia al Mondiale che scatenò il proliferarsi dei dibattiti in merito alla necessità di puntare sui vivai. Credi che ci siano stati dei miglioramenti significativi in tal senso? Pensi che in Italia si siano verificati dei progressi importanti in merito all’investimento sulle strutture e alla fiducia sui vivai?
“Non credo che in Italia ci sia un problema di strutture, i top team come Roma, Milan, Inter e Juventus hanno centri di proprietà attrezzati e poi penso che, quando il calcio italiano esprimeva tanti talenti come negli anni ’90, non ci fossero impianti d’eccellenza o metodologie particolari ma emergevano semplicemente le qualità dei singoli. E’ una questione di cicli, di momenti, ora per esempio è emerso il modello belga ma non riscontro un’inferiorità complessiva del nostro calcio. In Italia c’è un problema di mentalità e cultura riguardo ai giovani ma gradualmente la situazione sta migliorando. Bisogna anche i ragazzi di spessore, di talento, veramente importanti poi trovano spazio, basta pensare al caso Donnarumma”
A cura di Ciro Troise
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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