Gaetano Fontana, partecipando alla risalita dagli inferi della Serie C, ha scritto una delle pagine di storia de “Il Romanzo del grande Napoli”, il libro curato da Dario Sarnataro e Giampaolo Materazzo. L’ex centrocampista del Napoli era presente ieri alla presentazione di tale opera tenutasi al bar “Hermanos” di Casoria e ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di IamNaples.it.
Allora Gaetano, sei qui per la presentazione del libro che parla del Napoli, una delle tappe più importanti della tua carriera.
“In effetti quando ho ricevuto questo libro un po’ mi sono emozionato, solo guardando la copertina: c’è Maradona, il più grande di tutti. Un’immagine che mi ha ricordato che ho indossato la stessa maglia del più grande di sempre. Appartenere alla storia del Napoli per me è un grande onore, qui fare il calciatore non è come altrove”
Perchè?
“Un mio caro amico, prima che firmassi col club di De Laurentiis, mi disse che un calciatore non può sentirsi tale se non ha giocato a Napoli. Dopo aver indossato la maglia azzurra ho riconosciuto che aveva assolutamente ragione. Qui la gente ti fa sentire speciale, sempre”
C’è un ricordo che ti lega in particolar modo ai tifosi azzurri?
“Certo. In verità è un episodio che ricordo con molto piacere come persona, piuttosto che da giocatore del Napoli. Dopo la partita di esordio al San Paolo, stavo tornando a casa con la mia famiglia. Un tifoso non molto giovane aspettava noi giocatori all’uscita dello stadio. Mi accolse in lacrime e mi parlò in dialetto chiedendomi: “Fontana, ce fa levà ‘e paccher’ ra facc’, che sostanzialmente significa che voleva dimenticare le umiliazioni subite negli anni. Mi colpì molto quella sua affermazione”
Insieme a Capparella, fai parte di quel gruppo di giocatori che sono state le fondamenta per il Napoli di oggi
“E ne siamo tutti orgogliosi. Il Napoli veniva da anni bui che avevano disilluso la tifoseria. Noi siamo stati il punto di partenza di un progetto che ha riportato la squadra e la società in alto, lì dove meritano di stare”
Ora il Napoli è al secondo posto
“E non credo sia un caso. Sulla panchina c’è mister Sarri che seguo da tempo. È un professionista eccellente, un grande conoscitore di calcio e che è riuscito a creare una certa chimica di spogliatoio”
È lecito sognare allora…
“Credo proprio di sì, anche se quello a cui stiamo assistendo è un campionato molto equilibrato e che può riservare sorprese. Quel che è certo è che il Napoli è lì e se la giocherà fino alla fine con le altre pretendenti al titolo”
De Laurentiis ha dichiarato che erano anni che avrebbe voluto un regista, quest’anno ne ha due: Jorginho e Valdifiori. Ecco, chi somiglia di più a Jimmy Fontana?
“Credo di essere una via di mezzo tra i due. Valdifiori ha una buona visione di gioco ed è dotato di un ottimo lancio lungo, caratteristica presente nel mio bagaglio tecnico. Quanto a dinamismo forse sono più vicino a Jorginho”
In conclusione, hai dei rimpianti nella tua carriera?
“Nell’arco di tanti anni da calciatore credo che nel mio piccolo mi sono tolto tante soddisfazioni. Qualche piccolo rimpianto c’è. Ad esempio mi sarebbe piaciuto continuare la cavalcata dalla B alla A del Napoli, ma questo non fu possibile”
Perchè?
“Perchè mi avevano fatto il pieno all’auto per tornare ad Ascoli (scherza, ndr). Colgo l’occasione per augurare un buon Natale s tutti i tifosi del Napoli”
A cura di Stefano D’Angelo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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