Dedizione e competenza sono le doti che sintetizzano al meglio un professionista come Sabatino Durante, tra i più attenti conoscitori di calcio sudamericano e con una particolare passione per quello brasiliano. L’agente Fifa perugino ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di IamNaples.it offrendo spunti interessanti in vista del prossimo mercato estivo.
Sabatino, partiamo da Henrique Buss: come valuta la sua prima stagione all’ombra del Vesuvio?
“Certamente positiva. E’ un giocatore diverso da quello che arrivò al Barcellona nel 2008. All’epoca era un ragazzino che probabilmente pagò lo scotto del gran salto in Europa. E’ cresciuto nel corso degli anni e le varie esperienze fatte in Europa lo hanno formato. Un grande professionista e un buon giocatore, ma non parliamo di un campione”.
Eppure è riuscito a conquistare la fiducia di Benitez: secondo lei perché?
“Proprio perché parliamo di un giocatore maturo e intelligente. E’ uno che si impegna e si applica anche in ruoli diversi da quello di competenza. Non ci dimentichiamo che Henrique è un centrale, ma a Napoli ha giocato soprattutto da terzino destro o come centrale di centrocampo. Inoltre è dotato di grande tecnica ed equilibrio tattico, due doti che gli hanno permesso di mettersi in luce con il tecnico spagnolo in una stagione non certo fortunatissima dal punto di vista degli infortuni”.
Una dedizione che gli è valsa una convocazione per i prossimi mondiali, se lo aspettava?
“Se consideriamo Felipe Scolari, era più che immaginabile. Scolari lo conosce bene dai tempi del Palmeiras ed ha piena fiducia del giocatore. Avere un giocatore come lui in rosa, che non rappresenti un’eventuale minaccia per David Luiz o Dante, dà maggiore serenità allo spogliatoio. Probabilmente, ci fosse stato Mano Menezes, Henrique non sarebbe stato nel novero dei convocati”.
Passiamo al centrocampo: Sandro e Paulinho sono prospetti da Napoli e da Benitez?
“Certo che lo sono. Sono due giocatori interessantissimi che farebbero al caso di qualsiasi club. Rimasi notevolmente impressionato da Sandro già ai tempi dell’International di Porto Alegre. Mediano solidissimo, molto bravo a recuperare palloni e all’occorrenza valido in fare d’impostazione. Paulinho è invece una mezz’ala con tempi d’inserimento strepitosi. Per lui parlano le grandissime stagioni al Corinthians, culminate con una Libertadores ed il salto in Premier League. Credo proprio che Benitez saprebbe come utilizzarli”.
Per l’attacco si è spesso parlato di Elkeson come possibile vice Higuain, ha conferme in merito?
“Chi parla di Elkeson come vice Higuain, parla a sproposito. Stiamo parlando di un giocatore con caratteristiche tecniche completamente diverse. Molti, prendendo in considerazione in numero di gol fatti in Cina, al Guangzhou, si saranno confusi. Elkeson non è affatto una prima punta, ma un trequartista. Al massimo può agire da seconda punta, quindi più che vice Higuain, dovremmo parlare di un vice Hamsik o comunque di un giocatore che potrebbe operare alle spalle della prima punta nello scacchiere di Rafa Benitez”
Crede che il brasiliano del Guangzhou sia pronto per un eventuale sbarco in Italia?
“Mi avesse fatto questa domanda qualche anno fa, le avrei risposto di no, ma oggi la Serie A non è più quella di una volta. Parliamo di un campionato di terza fascia, equiparabile al campionato turco, dove giocatori dal passo veloce e con una discreta tecnica possono fare la differenza, purché si conosca il loro potenziale e si valuti l’eventuale utilità in un progetto tecnico”
Chi consiglia quindi a Bigon come alternativa a Higuain?
“Io credo che il Napoli abbia già in casa il suo vice. Zapata ha comunque fatto il suo. Probabilmente poteva essere girato in prestito al suo primo anno. Le iniziali difficoltà incontrate da un giocatore così fisico e muscolare potevano essere superate con un prestito al suo primo anno in Italia, ma ora mandarlo a fare le ossa non credo abbia senso. Io mi affiderei al colombiano senza alcun dubbio”
Nelle ultime ore un altro brasiliano è stato accostato a Napoli: Ganso è una possibilità concreta?
“Personalmente non ho notizie a riguardo. Credo si tratti di una boutade, certo è che parliamo di un talento puro. Mi innamorai di Ganso nel 1997 quando lo ammirai in occasione del Torneo di Viareggio dove fece cose entusiasmanti. Un anno dopo, durante il Memorial Cozzolino di Torino confermò quanto di buono fatto vedere e monitorai il giocatore. Non è rapidissimo e non copre grandi porzioni di campo, ma ha un sinistro eccezionale, a tratti fatato. Il suo unico limite è rappresentato dalla fragilità. Ha spesso avuto problemi alle ginocchia e questo ne ha limitato la carriera. In passato ebbi mandato di trattarlo col Milan. Parlavo spesso di lui con Galliani, ma alla fine non se ne fece nulla. Infine credo che per il modulo di Benitez, non sarebbe indicato come trequartista”
Arretrarlo in mediana potrebbe fargli trovare spazi in un eventuale Napoli del futuro?
“Sarebbe una chiave di lettura interessante. In passato si è assistito a metamorfosi affini. Penso ad esempio alla mia esperienza a Perugia, dove Liverani o Giunti fecero un cammino affine con ottimi risultati. Un’evoluzione che in qualche modo ha ispirato gente come Ancelotti, basti pensare a Pirlo. Con il piede che si ritrova, Ganso potrebbe rappresentare un play maker di indiscusso valore, ma ci sarebbe da considerare svariati aspetti di una cosa del genere. Certo è che, se in condizione, Ganso è un vero campione”
A cura di Francesco Pugliese
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