Alessandro De Vena ha vissuto l’intera trafila nelle giovanili del Napoli, portando a casa anche uno scudetto nella categoria Berretti nel 2010. L’attaccante classe ’92, oggi in Lega Pro alla Fidelis Andria, condivise la fase finale di quel torneo con Armando Izzo che probabilmente domenica alle 18 riuscirà a giocare per la prima volta al San Paolo, con la maglia del Genoa, da avversario. Per approfondire la storia del “rimpianto azzurro” Armando Izzo, abbiamo intervistato in esclusiva il suo compagno di squadra ai tempi del vivaio Alessandro De Vena:
Domenica c’è Napoli-Genoa, che probabilmente segnerà la “prima volta” al San Paolo da titolare per Armando Izzo, dopo la panchina dello scorso anno. Quali sono i tuoi ricordi in merito ad Izzo?
“Mi ricordo che Armando non era preso in considerazione per quanto meritava, infatti, nelle categorie Giovanissimi e Allievi fu inserito nelle squadre impegnate nei campionati regionali. Successivamente fu inserito negli Allievi Nazionali e poi in Primavera con mister Miggiano e lì avvenne la definitiva esplosione del suo talento al punto da essere convocato da Mazzarri per il ritiro in prima squadra. Era chiaro sin da quando era bambino che Armando avesse qualità importanti in prospettiva perchè giocava con grande spensieratezza, come se lo facesse ancora per strada”
insieme avete vinto un torneo Berretti che rappresenta l’ultimo campionato nazionale vinto dal Napoli a livello giovanile. Che ricordo hai di quel successo?
“Purtroppo non giocai la finale di ritorno a Brescia perchè ero impegnato in Nazionale Under 20 ma è stata un’annata stupenda, tra Primavera e fase finale con la Berretti segnai 23 gol. Crispino, Gatto, Guerra, Izzo e Donnarumma disputammo il campionato Primavera e poi ci aggregammo alla fase finale con la Berretti battendo realtà come Atalanta, Milan e Brescia”
Avete condiviso anche la prima esperienza tra i professionisti, alla Triestina. Come fu l’approccio alla Lega Pro?
“Ve lo racconto con un aneddoto, dopo la prima gara che Armando disputò con la maglia della Triestina i tifosi lo acclamavano invocando il suo nome. Sembrava che giocasse in quella squadra da qualche anno, invece era il momento del suo esordio. Purtroppo dopo quella stagione ci siamo un po’ persi, lui andò ad Avellino e io, invece, al Viareggio ma ci sentiamo ancora, siamo spesso in contatto”
Ti ha mai parlato della scelta del Napoli di non riscattarlo alle buste quando era in comproprietà con l’Avellino?
“No, ma conoscendolo penso che ci sia rimasto male. Il Napoli non aveva fenomeni e penso che Izzo potesse dare un contributo importante alla difesa azzurra. Da tifoso è dispiaciuto anche a me perchè non si può perdere per pochi “spiccioli” un giocatore così, da amico penso che per lui sia stato un vantaggio perchè a Genova ha avuto più spazio e fiducia rispetto a quanto sarebbe probabilmente avvenuto in una realtà come Napoli. Bisogna puntare sui giovani del proprio vivaio e, invece, a Napoli è molto difficile emergere, lo dimostra il fatto che in tanti anni solo Insigne è riuscito a far parte della prima squadra con continuità e recitando un ruolo importante. Tante squadre di grande livello come Barcellona, Arsenal ed altro credono nei ragazzi del proprio settore giovanile, in Italia e a Napoli forse in modo particolare, invece, i giovani finiscono in Lega Pro, categoria da cui è difficile uscire”
Parliamo un po’ di Alessandro De Vena: 44 gol in quattro stagioni e mezzo il tuo bottino in Lega Pro. Non sei mai riuscito, però, a trovare continuità e hai cambiato ben sei squadre in cinque anni. Per quale motivo?
“In Lega Pro è difficile trovare progetti seri in cui ci si può costruire il proprio ruolo e affermarlo con continuità. Per esempio, a Messina m’aspettavo di essere riconfermato e, invece, decisero di rifare la squadra. Ho vissuto la stagione più bella all’Aversa Normanna, dove ho segnato dodici gol ma purtroppo è arrivata la retrocessione. Dopo quell’esperienza, ho giocato al Santarcangelo fino a gennaio prima di trasferirmi alla Fidelis Andria, dove sto molto bene perchè la piazza è calda e stiamo ottenendo buoni risultati, siamo vicini alla salvezza con un organico giovane”
A cura di Ciro Troise
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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