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ESCLUSIVA – Carnevale: “Siamo vicinissimi ai top team, il mio sogno è lo scudetto”

"Contro l'Inter abbiamo dimostrato il nostro valore, se ci avessero dato il rigore netto su Gaetano saremmo potuti andare sul 3-0"

Dopo le sconfitte contro Inter e Juventus, il sogno tricolore dell’Under 17 A e B del Napoli è svanito, gli azzurrini abbandonano la final eight. La sfida contro il Palermo servirà solo a chiudere in bellezza la stagione, ma il Napoli è già fuori dalle speranze di qualificazione alle semifinali. E’ il momento giusto per tracciare un bilancio dell’avventura degli azzurrini che resta comunque di spessore storico poichè è la prima volta che il Napoli raggiunge la qualificazione alla final eight da quando è stata introdotta la divisione tra le realtà di A e B e quelle di Lega Pro. Per fare il punto della situazione, abbiamo intervistato in esclusiva l’allenatore dell’Under 17 A e B del Napoli Massimo Carnevale.

Il Napoli nella categoria Allievi Nazionali non si qualificava alla final eight da cinque anni, è la prima volta che riesce ad accedere alle fasi finali da quando è stata introdotta la divisione tra le realtà di A e B e quelle di Lega Pro. Per te cosa ha rappresentato quest’esperienza?

“E’ stata una gioia immensa per la società, lo staff e tutti i ragazzi. Arrivare alla final eight in questa categoria dopo tanti anni dimostra che è stato compiuto un lavoro egregio, considerando soprattutto che abbiamo raggiunto quest’obiettivo con tantissimi ‘2000 che hanno affrontato il campionato sotto età, molti anche da titolari. Spesso il nostro girone è stato definito non all’altezza degli altri ma in realtà poi tre squadre del gruppo C sono giunte alla final eight”

Durante la stagione, le sconfitte si sono concentrate contro le avversarie più importanti: Roma, Inter e Juventus. In quattro sfide contro queste realtà sono arrivati quattro insuccessi. Cosa manca per riuscire a ridurre il gap con le squadre più attrezzate in Italia a livello giovanile?

“Il dato che hai citato è vero e significativo ma bisogna anche dire che durante la regular season abbiamo messo in mostra le prestazioni migliori proprio contro la Roma, sia a Sant’Antimo che a Trigoria. Rispetto a tanti anni fa, però, io noto una crescita nell’atteggiamento: ci stiamo avvicinando a queste realtà, abbiamo dimostrato di giocarcela alla pari contro l’Inter, la Juventus, la Roma e il Palermo. Il Napoli in passato non era mai riuscito ad arrivare quasi al livello di queste realtà. Lasciamo stare la partita di domenica contro la Juventus, che a mio avviso non fa testo, dopo dieci minuti eravamo già sotto di due gol. Contro l’Inter abbiamo dimostrato il nostro valore, per sessanta minuti abbiamo giocato ad altissimi livelli. E’ inutile recriminare sull’arbitraggio ma se ci avessero dato il rigore netto su Gaetano, saremmo andati sul 3-0 e sarebbe cambiato tutto, forse anche le nostre prospettive in questa final eight. Staremmo parlando di un Napoli strabiliante e proiettato alle semifinali. E’ andata così, non mi va di parlare dei se e dei ma, resta comunque una grandissima esperienza, una forte delusione che ci deve trasmettere la forza per lavorare ancora di più”

In pochi anni hai scalato molte categorie nel settore giovanile del Napoli, dagli Esordienti fino all’Under 17 A e B. Quanto è stato importante per la tua avventura il lavoro dello staff?

“Credo che nel mondo del calcio in generale l’equipe, lo staff è fondamentale, si riesce a collaborare con persone fidate, che ti aiutano moltissimo, a partire dai medici e fisioterapisti. Il contributo delle persone che sono al tuo fianco ti consentono di distribuire il lavoro, ti danno la serenità per lavorare al meglio sotto l’aspetto tecnico e tattico. Questo concetto vale per tutte le squadre, non solo per il Napoli”

Hai raggiunto per il secondo anno consecutivo la final eight in due categorie diverse (Giovanissimi ed Allievi Nazionali). In pochi ci sono riusciti, l’ultimo fu Ciro Muro. Cosa ti lascia quest’esperienza e, guardando al futuro, qual è il tuo sogno professionale nel cassetto?

“Innanzitutto sono soddisfatto dell’ottimo lavoro compiuto in questi due anni. Esco, però, da questa competizione rammaricato e deluso per l’eliminazione maturata dopo queste due sconfitte. La mia mentalità è vincente, vorrei portare a casa qualche successo. Quando ricominceremo a lavorare, avrò ancora più forza e cattiveria agonistica con l’obiettivo di tornare a disputare la final eight e vincere il titolo. Il mio sogno professionale è lo scudetto, non siamo molto lontani dai top team. Cinque, sei anni fa forse non c’era paragone tra il Napoli e le squadre più abituate a portare a casa i titoli a livello giovanile, oggi invece ci sono tutte le carte in regola per puntare a giocarcela alla pari con le migliori realtà del calcio italiano”

Durante la stagione abbiamo espresso molte critiche alla gestione dell’aspetto comportamentale, gli episodi più gravi si sono verificati durante Napoli-Latina. Nelle ultime due sfide abbiamo notato una crescita significativa sotto quest’aspetto, il gruppo sembrava essere molto attento alla disciplina e all’educazione anche a costo di rinunciare a qualcosa nella contesa sportiva. Che lavoro è stato compiuto in tal senso?

“Mi fa molto piacere che sia stata fatta questa domanda perchè spesso anche alcune scelte di formazione possono sembrare assurde se non si conoscono le decisioni della società in merito all’aspetto educativo. Sia Grava che io siamo molto attenti alla disciplina, al rispetto delle regole, per noi è fondamentale dare peso all’atteggiamento in campo e fuori perchè è fondamentale per la crescita dei ragazzi. Abbiamo spesso adottato anche dei provvedimenti per far capire la centralità dell’aspetto comportamentale. L’episodio verificatosi durante Napoli-Latina è stato brutto, mi sono assunto le mie responsabilità come allenatore, ci può stare che, quando la posta in palio è alta, un ragazzo di quindici anni possa avere una reazione scomposta ma non li giustifico assolutamente. Questo gruppo ha avuto una crescita esponenziale sotto il profilo umano, soprattutto i ‘2000 che io seguo ed alleno da due anni, sono fiero di loro”

Durante la regular season il Napoli ha subito solo sedici gol in ventisei partite, solo la Roma nell’arco dei tre gironi ha avuto una difesa meno battuta con tredici reti incassate. In due partite contro Inter e Juventus il bilancio complessivo è di sette gol subiti, quasi la metà rispetto ai sedici subiti in campionato. Consapevoli del valore degli avversari, cosa non ha funzionato in queste due partite?

“Durante la stagione abbiamo dato grande valore sia alla fase difensiva che a quella offensiva, abbiamo segnato anche tanto. Non ho mai cercato alibi da calciatore, non lo faccio neanche da allenatore. La sfida decisiva è stata quella contro l’Inter, se l’arbitro avesse concesso il rigore netto per fallo su Gaetano avremmo potuto realizzare la rete del 3-0 e sarebbe cambiato tutto. Dopo la doppia decisione arbitrale di non dare un rigore al Napoli e di assegnarlo uno all’Inter, è subentrata la paura in ragazzi di sedici anni non abituati a giocare certe partite. Ci sta poi subire in quelle condizioni una rimonta dall’Inter, una corazzata costruita per vincere. Contro la Juventus ha influito molto l’approccio, aver subito due gol nei primi dieci minuti ha rappresentato una mazzata per noi. Abbiamo avuto anche qualche occasione per mettere paura ai bianconeri, poi bisogna ammettere che loro sono stati più bravi a gestire la partita. I ragazzi non meritavano una sconfitta così ampia ma in quella partita la Juventus è stata superiore al Napoli”

Molti ragazzi del tuo gruppo, i classe ’99, dovranno giocare in Primavera in un’annata ancora più complessa perchè bisognerà disputare la Youth League, la Champions dei giovani. Quanti secondo te sono pronti per quest’avventura?

“Ho sempre considerato la Primavera una realtà vicinissima alla prima squadra, quindi dobbiamo organizzarci per costruire una squadra competitiva anche perchè c’è la Youth League. Molti ragazzi sono pronti ma devono continuare a lavorare non tanto tatticamente e tecnicamente ma sotto l’aspetto mentale, per fare i calciatori bisogna stare sempre sul pezzo non solo in campo ma anche fuori dal campo. Non posso dirti il numero dei ragazzi che arriverà in Primavera ma al di là delle mie opinioni, c’è un direttore che tutti i giorni è con noi al centro sportivo e, quindi, la società farà sicuramente le giuste valutazioni”

Ci sono due ragazzi classe ’99, Conte e Amabile, che non sono a Cesena a disputare la final eight. La loro assenza a questa manifestazione dimostra che nei rapporti ci sono state delle difficoltà, qual è il consiglio che daresti alla società per recuperarli e fare in modo che possano dare un contributo importante per la Primavera della prossima stagione?

“E’ una domanda da fare alla società, io sono l’allenatore e organizzo le convocazioni in base al materiale umano che ho a disposizione e a ciò che i ragazzi mi trasmettono durante la settimana. Riguardo alla gestione, essa dipende dalla società ed allenatore ma io credo che siano problematiche afferenti più alla sfera dirigenziale che a quella tecnica”

L’ultimo trofeo nazionale vinto dal Napoli risale a cinque anni fa, è lo scudetto Berretti del 2011. Vincere nel calcio giovanile non è la cosa più importante ma potrebbe essere d’aiuto soprattutto sotto il profilo dell’immagine del club. Cosa manca a questa società per portare a casa qualche successo?

“Siamo vicinissimi al successo, l’ho detto anche l’anno scorso, quando siamo arrivati in semifinale nel campionato Giovanissimi Nazionali perdendo 3-2 contro l’Inter. Dobbiamo continuare a fare sacrifici, a lavorare nella direzione che abbiamo intrapreso. Il divario si è ridotto rispetto a tanti anni fa, noi allenatori dobbiamo continuare ad operare in stretta collaborazione con la società, nei prossimi anni possiamo farcela”

Con i due gol contro l’Inter, si è messo in mostra un talento di prospettive importanti come Gianluca Gaetano. Cosa pensi di questo ragazzo e dei progressi compiuti nel corso degli ultimi anni?

“Gianluca sta con me da due anni, è cresciuto moltissimo soprattutto sotto il profilo umano. Ha talento, deve continuare a migliorare sotto l’aspetto tecnico-tattico. E’ un ragazzo di grandi prospettive, per me è un trequartista che in questa stagione è stato adattato nel ruolo di falso nueve. Ha il talento che gli consente di giocare ovunque, può fare la differenza con le sue qualità tecniche”

Dai nostri inviati a Cesena Ciro Troise, Stefano D’Angelo e Antonio Balasco

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