Tra poche ore il calcio d’inizio al centro sportivo “Prosport A.De Cecco” della sfida tra Pescara e Napoli, valida per la quarta giornata del Campionato Primavera Girone C. L’allenatore della compagine abruzzese è Christian Bucchi; la redazione di IamNaples.it l’ha intervistato in esclusiva per lo spazio dedicato agli ex Napoli nella rubrica “La Telefonata”. L’analisi della sfida odierna, delle prospettive del suo Pescara con un interessante tuffo nel passato ricco di retroscena; un’intervista da non perdere.
Siamo qui con Christian Bucchi, cominciamo dal presente e dal suo Pescara. Dopo le prime tre giornate avete tre punti in classifica, ottenuti con una vittoria nel derby col Lanciano e con due sconfitte con Reggina e Lazio. Che obiettivi avete per questo campionato Primavera?
“Sicuramente vogliamo migliorare il risultato dell’anno scorso. Poi abbiamo intenzione di imparare tanto, sia i ragazzi che me personalmente che sono alla prima esperienza. Spero di riuscire a colmare alcune lacune da parte mia e da parte del gruppo a mia disposizione per rendere questi giovani pronti al salto con le prime squadre”
Adesso il Napoli primo in classifica. Che squadra si attende a Pescara? Chi sono le candidate al titolo?
“Il Napoli è forte, ho visto le sue partite e mi ha impressionato molto sia per le sue qualità fisiche che per quelle tecniche e verrà a Pescara per vincere. Ci metteranno in difficoltà e credo che con la Roma e la Lazio siano indubbiamente in lizza per titolo”
Chi sono gli elementi che più teme nel Napoli e che secondo lei cresceranno meglio?
“Roberto Insigne è fortissimo, esploderà così come è esploso il fratello Lorenzo. Poi per dirne altri mi piacciono molto Fornito, che fortunatamente contro di noi è squalificato ed i terzini Nicolao ed Allegra, tutti in orbita nazionale e che meritano un club importantissimo come quello partenopeo”
E nel suo Pescara? Dopo Verratti e Capuano c’è qualche altro giovane promettente?
“Noi siamo un club in rifondazione, stiamo cambiando moltissimo e ci sono molti calciatori nuovi. Siamo un cantiere aperto, un vero e proprio “work in progress” e per ora non mi posso sbilanciare. Un nome importante è indubbiamente quello di Perrotta, già in orbita prima squadra, un calciatore molto affidabile che si farà valere, a Pescara o altrove”
Parliamo un po’ del Bucchi allenatore. In un aggettivo come si definirebbe? Si ispira a qualcuno in articolare? Da ex attaccante cura di più la fase offensiva?
“Con un solo aggettivo mi definirei grintoso, come quando giocavo a calcio. Dai miei ragazzi voglio appunto grinta, voglia di vincere e di arrivare. Il fatto che sono un ex attaccante non mi porta a curare maggiormente la fase offensiva, anzi di più a quella difensiva, proprio per fermare gli attacchi avversari. Come allenatori mi piacciono molto Bisoli, Giampaolo e Pioli ed un mix dei tre, mantenendo il mio carattere mi piacerebbe molto”
Che obiettivi ha per il futuro?
“Per ora voglio crescere assieme ai miei ragazzi e fare la giusta trafila prima di arrivare in una prima squadra, maturando e migliorando sotto tanti aspetti. La gavetta è importante per tutti”
Ora parliamo della sua esperienza al Napoli. Che ricordi ha di quella stagione di Serie B?
“E’ stata bellissima, Napoli dà emozioni indescrivibili. Certamente non ho fatto sfaceli, ho segnato poco, ma le sensazioni che ti regala la città partenopea sono uniche, poi le gioie che vivemmo quell’anno con la squadra sono state eccezionali. Ecco quell’anno eravamo davvero una squadra, che lottava per un obiettivo comune, la Serie A ed io sono stato parte di un gruppo che voleva vincere ed arrivare in alto. Il legame che mantengo con Napoli è importante, i tifosi mi sono stati molto vicini anche in momenti in cui non giocavo e facevo più panchina in loro ho trovato la forza. Sono stato un leader positivo per la squadra, senza mai lamentarmi”
Come mai l’idea del tridente pesante con De Zerbi e Calaiò non andò mai del tutto in porto?
“Onestamente? Edy Reja, allenatore di quella squadra, non ha mai avuto le idee chiare… In estate ci sentimmo e mi disse che voleva fare un 4-4-2, poi a un certo punto non sapeva dove collocare De Zerbi ed è andato tutto in fumo perchè c’era anche Calaiò, oltre a Pià e Sosa che partivano dalla panchina. Da allenatore bisogna avere le idee chiare, ma Reja ha sempre schierato coppie d’attacco diverse, cambiando moltissimo e i cambiamenti ci trasmettevano insicurezza. Quell’anno nessuno infatti è arrivato a 20 gol, indubbiamente io sbagliai molto, ma anche il mister non ci ha dato nessun tipo di certezza”
E con mister Reja che rapporti aveva?
“Come uomo lo stimo tanto e lui stima me, c’è un reciproco affetto personale, ma come allenatore la stima è minore. In tre circostanze diverse lo ho avuto alla guida di squadre in cui ho militato (Vicenza, Cagliari e Napoli) ed in tutti e tre i casi ho trovato situazioni di confusione, con mancanza di fiducia nello spogliatoio e situazioni tattiche scombussolate. Questo è un messaggio che una squadra non deve ricevere in nessuna circostanza”
Grazie ed in bocca al lupo per il futuro con il suo Pescara.
“Crepi e grazie a voi!”
Servizio a cura di Dario Gambardella
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